Il partito del presidente, l’Akp, da 22 anni spinge sull'industria delle armi
Il giorno dopo la richiesta del riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato palestinese avanzata durante il colloquio telefonico con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente della repubblica turca, Recep Tayyip Erdogan, ha sottolineato il ruolo “indispensabile” della Turchia nella stabilità regionale, che comprende anche il nord Africa, specialmente la Libia, e tutto il Corno d’Africa. Il motivo di questo peso, accresciuto fino al punto da diventare “dirimente” della Turchia, il Sultano però lo attribuisce non alla sua tanto sbandierata attività di mediatore di pace nei conflitti – Ucraina e Gaza in particolare – ma ai progressi nel settore della difesa. Un’importanza strategica dunque dovuta – apertis verbis – all’industria delle armi.
Erdogan inoltre ha rivelato che l’inizio di questo progresso risale a 22 anni fa quando il suo partito, l’Akp da allora ininterrottamente alla guida del governo, aveva mobilitato tutti i settori per recuperare il gap nell’industria della difesa. Possono suonare parole scontate da parte di un presidente che sta tenendo un discorso motivazionale davanti ai militari durante un’esercitazione militare su larga scala iniziata il 9 maggio e che finirà oggi nella città occidentale di Smirne.
L’esercitazione “Efes-2024”, che coinvolge circa 9.000 soldati turchi e quasi 2.000 stranieri provenienti da 45 paesi, è stata propagandata come “operazione di sostegno alla pace”.
“Credo che l’esercitazione aumenterà le capacità del nostro esercito nella pianificazione, coordinamento ed esecuzione di operazioni combinate e congiunte”, ha sottolineato Erdogan che ha tentato di spacciare le operazioni come necessarie, così come “è necessario dotare le forze armate turche di attrezzature e sistemi di difesa e attacco ancora più sofisticati”.
“Mentre nel 2002 sono stati realizzati solo 62 progetti di difesa, oggi questo numero ha superato le migliaia. I progetti di difesa con un budget di circa 5,5 miliardi di dollari nel 2002 hanno ora un volume superiore a 96 miliardi di dollari”, ha spiegato con orgoglio il Sultano.