Solo tre giovani francesi su dieci potrebbero andare a votare per le Europee del 9 giugno prossimo: secondo un sondaggio Ipsos, realizzato per France Info, il 58% degli elettori dai 18 ai 29 anni in Francia (intervistati tra il 16 e il 20 maggio scorsi) sarebbe infatti intenzionato a boicottare le urne. Al contrario, è il 31% a dirsi sicuro di andare a votare.
Una potenziale maxi astensione dei giovani (nel caso specifico in Francia) in controtendenza con le Europee del 2019, in cui invece si era registrata un’affluenza record in tutti i Paesi Ue proprio dei giovani di meno di 25 anni, il 42% (+ 13 punti). Eppure dallo stesso studio emerge anche che più di un giovane francese su due si dice interessato allo scrutinio (52%) e informato sulle sfide che rappresenta (53%). Inoltre il 63% ritiene che essere europeo ha i suoi “aspetti positivi”, per alcuni è un’opportunità (30%), per altri una fortuna (23%).
Quest’anno 359 milioni di europei sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento di Strasburgo e tra questi 23 milioni sono chiamati a votare per la prima volta. Ma, come nota Libération, nel 2019 c’erano state le “marce per il clima”, sfociate poi nelle speranze del Green Deal europeo, che avevano motivato i giovani a esprimersi alle urne, “traducendosi in uno slancio verde e pro-europeo”. Anche nel 2024, la battaglia contro il riscaldamento climatico figura, secondo l’Ipsos, al primo posto della lista di priorità per i giovani francesi (33%), davanti alla lotta contro la “povertà” e le “disuguaglianze” (25%), alla lotta per un “futuro migliore” in Europa (24%) e il controllo dell’immigrazione (24%). Il 50% appoggia poi il sostegno dell’Ue all’Ucraina nella guerra contro Mosca.
Ma allora cosa è cambiato? Online dal primo marzo nei 27 Paesi dell’Ue, l’applicazione Adeno (nata come apartitica), elaborata da studenti universitari, una sorta di quiz su diverse tematiche per aiutare gli incerti a orientarsi nel voto, ha registrato in Francia solo poco più di 5.000 download. “In cinque anni l’estrema destra ha guadagnato terreno – spiega Libération –. Ma al di là del voto per i partiti di estrema destra, il rapporto dei giovani con la società e l’Unione europea preoccupa. Gli studi dipingono il ritratto di una generazione pessimista, preoccupata per il futuro, che ritiene che le sue condizioni di vita si stiano deteriorando”.
Stando sempre all’Ipsos, in Francia, a meno di due settimane dal voto, il 34% dei giovani voterà il Rassemblement national di Marine Le Pen (più o meno le stesse intenzioni di voto che il partito registra nel resto della popolazione), contro neanche l’8% per Valérie Hayer, candidata per il partito di Emmanuel Macron, Renaissance. Tra i giovani che potenzialmente voteranno RN, più della metà, il 54%, lavora come impiegato o operaio, cioè appartiene alle “categorie socio-professionali inferiori”. Il capolista RN, Jordan Bardella, solo 28 anni, militante di estrema destra da quando era adolescente, europarlamentare dal 2019 e presidente del partito dal 2022, conta più di un milione di follower su TikTok. Secondo una recente nota dell’ECFR, l’European Council on Foreign Relations, citata da Libération, “i partiti di estrema destra hanno ringiovanito la loro immagine e sono riusciti ad attirare molti giovani elettori. In diversi Paesi – tra cui Austria, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia – i giovani, e soprattutto i giovani uomini – si legge – sono una base elettorale importante per l’estrema destra”.
In Francia, la forza politica che arriva in seconda posizione tra i giovani, dietro RN, è La France Insoumise (LFI), il partito della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, la cui lista, guidata da Manon Aubry, raccoglie, sempre da sondaggio Ipsos, il 14% delle intenzioni di voto degli elettori dai 18 ai 29 anni: tra questi, studenti (15%) e giovani disoccupati in cerca di occupazione (14%). Il candidato socialista Raphaël Glucksmann, alla testa della lista PS-Place publique, che fa campagna sulla transizione verde e i diritti umani, convince il 12% dei giovani elettori, soprattutto nelle categorie socio-professionali superiori (21%). Segue Marie Toussaint, esponente degli Ecologisti, che raccoglie l’11% delle intenzioni di voto dei giovani francesi (contro il 5-8% della popolazione generale a seconda dei sondaggi), affermandosi soprattutto nella fascia di età tra i 18 e i 21 anni (18%).