La notizia del riconoscimento dello Stato Palestinese da parte di Spagna, Norvegia e Irlanda è stato accolto come un segnale di speranza da parte della popolazione di Gaza, che da mesi ormai sta vivendo sotto i raid israeliani in una situazione umanitaria catastrofica. In questo video Ghada, un’operatrice dello staff di Oxfam nella Striscia spiega cosa significa per loro essere riconosciuti e definisce la decisione dei tre stati europei “un barlume di speranza“. Il suo auspicio è che altri paesi seguano lo stesso esempio.

“Il riconoscimento dello Stato Palestinese da parte di Spagna, Norvegia e Irlanda è una decisione storica e altri Paesi, come l’Italia, dovrebbero seguirne l’esempio. Rappresenta infatti un passo fondamentale per affermare il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione. – aggiunge Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitari di Oxfam Italia – Visto che mai come oggi siamo lontani da questo scenario, è quindi fondamentale che questo riconoscimento non resti simbolico, ma si traduca in passi concreti, che portino alla fine all’occupazione israeliana e al riconoscimento da parte della comunità internazionale della piena sovranità dello Stato palestinese. In questo momento la popolazione di Gaza viene cacciata dalle proprie case, muore sotto le bombe, si trova a un passo dalla carestia, ed è sempre più esposta al rischio di malattie per la mancanza di acqua pulita, medicine e assistenza medica. Per questo, lo ribadiamo ancora una volta, è necessario e prioritario che si raggiunga un cessate il fuoco immediato e permanente e Israele metta fine del blocco sulla Striscia, consentendo agli aiuti umanitari necessari alla popolazione di entrare senza restrizioni. Garantendo allo stesso tempo il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri palestinesi detenuti illegalmente. Invitiamo quindi i leader di tutti i Governi, a partire da quelli che hanno compiuto e compiranno un gesto politico tanto significativo, ad esercitare una maggiore pressione diplomatica per la mediazione di una Pace giusta e duratura, basata sul diritto internazionale e capace di garantire sicurezza e prosperità sia ai palestinesi che agli israeliani”.

Questo racconto fa parte di una serie di testimonianze Voci di Gaza’ raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Oxfam ha lanciato una raccolta firme (si può aderire qui) per “fermare tutti i trasferimenti di armi, componenti e munizioni utilizzate per alimentare la crisi a Gaza”. Un appello rivolto ai governi perché non siano “complici delle continue violazioni del diritto internazionale, adempiendo ai loro obblighi legali e garantendo un cessate il fuoco permanente al più presto”.

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