Il cantautore, prossimo a festeggiare i 40 anni dell'album “Cuore” si racconta al “Corriere della Sera” tra amori, famiglia e politica
La famiglia, gli amori, la politica. Antonello Venditti si racconta a 360° in un’intervista concessa al Corriere della Sera senza nascondere alcuni tra i momenti più difficili della sua vita, inclusa la sofferenza in seguito alla fine dell’amore con Simona Izzo: “Lucio Dalla mi salvò la vita, al tempo della mia separazione”, spiega, “fu lui a capire che mi dovevo allontanare da Roma, e così per due anni vissi al castello di Carimate, in Brianza”.
In quel periodo il cantautore sviluppò una “paura di me stesso. Della mia fragilità. E anche di salire sul palco. Paura di non essere amato” e rivela di aver fatto pensieri drammatici: “Più volte pensai di farla finita. Magari schiantandomi in macchina. Poi temevo di far del male agli altri. Avrei potuto centrare un albero. Ma guidavo troppo bene…”. Il collega e amico Dalla fu per lui fondamentale anche nel capire che era tempo di ricominciare a vivere: “Dopo due anni Lucio capì che per me era il momento di tornare a Roma: la città dove c’erano Simona e mio figlio. Un’angoscia tremenda. Mi trovò casa, a Trastevere. E mi convinse a riprendere i concerti”.
Concerti che Venditti tiene in tutta Italia ancora oggi con grande successo. Reduce da un live all’Arena di Verona, il 14 giugno l’artista festeggerà i 40 anni dell’album Cuore, lo stesso che contiene il classico Notte prima degli esami, “una canzone in cui ci siamo dentro tutti: mamme, papà, nonne, fratelli, Dante, Ariosto… c’è l’Italia […]”.
Se da piccolo il rapporto con la madre, professoressa di latino e greco, era controverso (“Mi bullizzava. Mi diceva che ero sciocco e che ero grasso come un maiale […]), in gioventù Venditti ha osservato da vicino la realtà dei terroristi: “Li conoscevo. Adriana Faranda era mia vicina di casa al Circeo. Giusva Fioravanti era nel mio liceo, il Giulio Cesare. Negli anni ’70 Pierluigi Concutelli volle incontrarmi, ed è possibile che ci siamo visti a pranzo. Ho sempre frequentato anche quelli dell’estrema destra […]”. A salvarlo dal diventare come loro, dice, è stata una consapevolezza: “Non sono diventato un terrorista perché avevo capito il grande inganno che c’era dietro il Sessantotto”.
Sul clima politico di oggi, invece, il cantautore spiega: “Non mi piace. Speravo che la destra si accontentasse della vittoria elettorale. Siamo tornati a una situazione pre-Berlusconi, al tempo del Movimento sociale […]”. E della Premier dice: “Si sveglia la mattina e tenta di riparare i danni e gli abusi dovuti alla palese impreparazione di tanti che la circondano. Il fermo del treno. La censura sulla tv pubblica. Più in generale, una mentalità da olio di ricino, un avvertimento permanente: stai attento a come parli e alla faccia che fai, ti faccio passare la voglia di dire quello che pensi, perché ti potrebbe succedere di tutto… Si vive nel terrore”.