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Chi la prima candidata donna alle elezioni presidenziali in Iran e perché non è una buona notizia

Sosteneva la repressione e la pena di morte per i giovani manifestanti iraniani ed una fondamentalista la prima donna iscritta alle elezioni presidenziali in Iran indette dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi in un incidente aereo. Zohreh Elahian, 56 anni, indossa abitualmente un lungo velo nero che dalla testa le copre anche il collo fino ai piedi. “Il motto del mio governo è un governo sano, un’economia sana e una società sana”, ha affermato la parlamentare fondamentalista, come riporta l’agenzia di stampa Mehr, dopo aver registrato la sua candidatura.

Il Canada nei mesi scorsi aveva sanzionato la politica per aver partecipato alla violenta repressione di donne e ragazze durante le proteste del 2022. Sul sito del governo canadese si legge che “Zohreh Elahian, è menzionata per il suo sostegno alla pena di morte per i manifestanti coinvolti nel movimento Donne, Vita, Libertà”, nato dopo la morte in custodia della curdo-iraniana Mahsa Amini, arrestata per non aver rispettato il rigido codice di abbigliamento imposto alle donne. Dure anche le sue prese di posizione sul dossier sul nucleare. A febbraio aveva annunciato che il suo Paese avrebbe negato ogni accesso ai siti nucleari agli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) se i partecipanti occidentali all’accordo sul nucleare avessero innescato il meccanismo del ‘snapback'”, ovvero una clausola dell’accordo che permette l’imposizione di sanzioni nel caso Teheran non si attenga ai termini del patto. Infine aveva minacciato l’Unione europea in caso Bruxelles avesse designato i pasdaran come terroristi.

La registrazione dei candidati per le presidenziali è stata aperta giovedì e si chiuderà lunedì. Tra le altre personalità che hanno annunciato le loro candidatura c’è un ex comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Vahid Haghanian, che come il defunto presidente Ebrahim Raisi, è oggetto di sanzioni americane dal 2019 per la sua appartenenza alla cerchia ristretta della guida suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, accusato da Washington di repressione. Haghanian ha detto di conoscere “perfettamente i problemi del Paese” e di aver stabilito stretti legami con funzionari chiave delle istituzioni statali “durante i suoi 45 anni di servizio nell’amministrazione presidenziale e nell’ufficio del leader supremo”. In lizza per la corsa a presidente anche il sindaco di Teheran Alireza Zakani, l’ex presidente moderato del Parlamento Ali Larijani, l’ex governatore riformista della banca centrale Abdolnasser Hemmati e l’ex negoziatore ultraconservatore sul nucleare Saeed Jalili. Il Consiglio dei Guardiani annuncerà la lista finale dei candidati l’11 giugno dopo aver completato le procedure necessarie.