Il poema leopardiano Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, che ha ispirato tante riflessioni sulla condizione umana, è forse il miglior riferimento per descrivere lo “straniamento” che prende l’elettore di sinistra, senza alcun pregiudizio antipolitico, ché anzi soffre l’assenza di un partito in cui riconoscersi e verso cui nutrire piena fiducia per l’affermazione dei diritti civili e di giustizia sociale.

Le elezioni europee sono proporzionali, quindi con piena libertà di scelta della lista e di candidate e candidati da votare con le preferenze. Proprio per questo, la difficoltà di decidere quale simbolo votare è ancor maggiore, per lo stato dei partiti all’opposizione del governo delle destre.

Ogni lista che si colloca con un passabile grado di coerenza a sinistra o nella cosiddetta area progressista – Partito democratico, Movimento cinque stelle, Sinistra italiana e Verdi, Pace, terra e dignità – contiene degli elementi positivi e delle controindicazioni che non suscitano, almeno in me, un consenso entusiasta.

Nonostante ciò sono perfettamente convinto della necessità assoluta di esprimere il voto non solo perché ciò è per qualsiasi democratico un diritto-dovere fondamentale, in questa occasione ancor più irrinunciabile, per l’alta significatività del voto nella posta in gioco europea, per il rischio concreto del prevalere di forze di destra retrograde e perfino reazionarie; non votare sarebbe solo un regalo a Meloni. Ciò detto, scorrendo l’elenco dei partiti/movimenti in lista, appare chiara l’incompiutezza per ognuno di essi di un disegno politico sufficientemente soddisfacente per convincere della bontà della scelta.

Iniziando dal maggiore e più complesso: il Pd in sintesi estrema, nonostante i generosi tentativi della segretaria Schlein di iniettare dosi di “sinistra” nel corpaccione malandato da troppe irrisolte contraddizioni del partito dalle radici espiantate, l’influenza della componente di orientamento liberista, non minoritaria nei gruppi dirigenti, i troppi gruppi di pressione, rendono difficile il cambiamento atteso che ritengo debba passare attraverso una revisione molto più profonda.

I Cinquestelle, guidati dal brillante ed eclettico Conte dopo la scissione di Di Maio e della sua compagine, nonostante la dichiarazione di appartenenza all’area progressista (mai pronunciata la parola sinistra), ancora resta nel limbo del movimento-partito non radicato in modo strutturale e identificabile nel territorio, pur avendo assunto su alcuni temi come la guerra e la giustizia posizioni molto condivisibili.

L’Alleanza verdi-sinistra, il binomio Fratoianni-Bonelli, forse la realtà più vicina ad una definizione accettabile di sinistra ambientalista, non è, o almeno non mi appare, ancora un rassemblement suscettibile di sviluppi tali da influire incisivamente nel contesto italiano e men che meno europeo.

Infine la lista Pace terra e dignità, diretta in funzione sacerdotale da Michele Santoro, è senza dubbio quella più evocativa, rispetto al tema della pace prima di tutto, oggi al centro dello scontro politico in Europa e ovunque nel mondo. Ma proprio il suo carattere eminentemente testimoniale resta il limite di fondo per supporre al momento, al di là dei sondaggi, che possa avere un solido futuro avanti a sé.

La pace è il tema centrale di queste fondamentali elezioni il cui esito farà la differenza rispetto al futuro d’Europa. Non è un caso se la furba destra al governo ha alzato una fitta “nebbia pseudo-pacifista”, consapevole dell’opinione prevalente nel Paese e preoccupata dell’esito elettorale. Pertanto, come orientarsi nella selva di liste e di nomi? Penso che ogni elettrice ed ogni elettore, se ha a cuore l’obiettivo della pace, debba scegliere un voto di lista, ma soprattutto dei nomi che possano rappresentare nel Parlamento europeo questo cruciale obiettivo della fine delle guerre e di un ruolo totalmente diverso dell’Europa rispetto a quello non svolto finora.

Ogni lista presenta più nomi importanti per la rappresentazione e per la concreta attivazione di politiche di pace. Il mio suggerimento è di individuarli tra i nomi noti e anche tra i molti meno conosciuti, ma altrettanto qualificati e affidabili, leggendo i curricula pubblicati sui siti di tutte e quattro le liste:

https://partitodemocratico.it/elezioni-europee-2024-candidati/
https://www.movimento5stelle.eu/le-nostre-liste-per-le-europee/
https://verdisinistra.it/candidati-alleanza-verdi-e-sinistra-elezioni-europee-2024/
https://paceterradignita.it/candidat/

Mi rendo conto che non è un’indicazione che scioglie i dubbi. Ma questa non è l’epoca delle certezze, almeno io non ne ho più.

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