Tra le molte paure espresse alle amiche da Giada Zanola, la 34enne il cui corpo era stato trovato all’alba del 29 maggio su una carreggiata dell’autostrada A4 e per cui è stato fermato l’ex compagno Andrea Favero, vi è anche quella che l’uomo mettesse in rete dei suoi video privati per ricattarla. Le amiche lo avrebbero riferito ai poliziotti che stanno svolgendo le indagini sul femminicidio della ragazza di Vigonza (Padova) e per il quale Favero si trova in carcere “per indizi gravi e precisi”.
Dai racconti è emerso anche che la giovane temeva anche che l’uomo potesse avvelenarla o drogarla. Per questo il medico legale, incaricato dell’autopsia, eseguirà anche gli esami tossicologici, il cui esito sarà disponibile, come riferiscono alcuni quotidiani, entro 30 giorni. Tra i vari accertamenti in programma vi è anche una consulenza tecnico-informatica sul cellulare di Favero, secondo quanto chiesto dalla procura euganea, mentre il telefonino della vittima non è stato ancora ritrovato. La Procura sta attendendo il riscontro da parte della società telefonica dei tabulati del traffico sul numero di Giada nei giorni precedenti la sua morte e anche in quelli successivi.
Nel frattempo proseguono gli accertamenti della Squadra Mobile di Padova, e non è escluso che verranno sentiti nuovamente parenti e amici della donna, compreso il suo nuovo compagno, con il quale Giada Zanola avrebbe dovuto iniziare, due giorni fa, a lavorare nel distributore di benzina. Favero rimane nel carcere Due Palazzi dove ieri, nell’interrogatorio di garanzia, presente anche il pm Giorgio Falcone, non ha risposto alle domande e non ha voluto neanche rilasciare dichiarazioni spontanee anche se, in precedenza agli investigatori avrebbe fatto alcune ammissioni. In attesa del via libera dei funerali di Giada, che non saranno a breve, dopodomani il sindaco di Vigonza, comune padovano nel quale viveva la vittima, ha organizzato in serata una fiaccolata, con partenza nel punto del cavalcavia dal quale è stata gettata sull’autostrada.