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Anna Pavignano racconta Massimo Troisi: “Eravamo una coppia aperta. Ecco il più grosso rimpianto che ho”

Anche dopo la rottura tra i due resta una grande amicizia. Anche per questo la scrittrice sembra provare ancora rabbia per come ha salutato l'attore per l'ultima volta

di F. Q.
Anna Pavignano racconta Massimo Troisi: “Eravamo una coppia aperta. Ecco il più grosso rimpianto che ho”

Anna Pavignano, storica compagna di Massimo Troisi, in occasione dei 30 anni dalla scomparsa dell’attore, ha rilasciato un’intervista a Oggi. Sceneggiatrice di quasi tutti i film dell’artista campano, Pavignano ha raccontato della loro relazione e della rabbia per quell’ultimo saluto al telefono.

Il loro incontro avviene nella trasmissione Non Stop dove Pavignano fa la comparsa e dove lavora anche Troisi. Lì, in un pomeriggio di prove estenuanti, i loro sguardi si incrociano e scocca una scintilla. La loro relazione, però, è sempre discreta, racconta Pavignano: “Non ci piaceva che gli altri sapessero di noi”. Fuori dagli studi Rai c’è spazio anche per qualche gesto d’affetto, come un abbraccio, avvenuto fuori da un ristorante di Torino, che Troisi decise di darle dopo una cena con il gruppo di Non Stop: “Ecco questo abbraccio non lo dimenticherò mai”.

La loro relazione, dice la scrittrice e sceneggiatrice, è fuori dagli schemi. “Avevamo stabilito a tavolino di essere una coppia aperta, alla moda”, racconta Pavignano spiegando così il perché i due non abbiano mai pensato al matrimonio. “Massimo mi raccontava le sue scappatelle e io ero perfino contenta. Mi illudevo di controllare la gelosia. Se guardo il passato, non provo nostalgia; però ho un grosso rimpianto: non siamo stati capaci di costruire un rapporto istituzionale e di sopportarne il fardello”.

Dopo la rottura, tra i due resta una grande amicizia. Anche per questo la scrittrice sembra provare ancora rabbia per come ha salutato l’attore per l’ultima volta: “Avrei dovuto salutarlo alla festa per la conclusione del Postino. Ebbi un impegno improvviso, diedi forfait. E lo chiamai, per scusarmi. ‘Che problema, c’è? Ci vediamo al ritorno da Londra’, rispose con la consueta bonarietà. Il dolore più grande è stato congedarmi al telefono, come se stesse andando a togliersi l’appendicite. Come ho potuto essere così stupida? Come ho potuto? Massimo mi manca”.

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