Il conflitto in Ucraina vive ormai due processi paralleli. Da una parte c’è la diplomazia con Zelensky che, dopo il rifiuto occidentale di avviare colloqui con Mosca sulla base delle bozze d’accordo di Istanbul 2022, sta cercando di portare alla conferenza di pace organizzata in Svizzera il più alto numero di Paesi, nonostante l’assenza della Russia e il rifiuto della Cina. Dall’altra c’è il campo di battaglia, dove il predominio russo è ormai evidente da settimane e i raid aerei continuano a colpire da ambo i lati del fronte.
BLACKOUT IN UCRAINA – La strategia russa di colpire centri strategici per la fornitura di energia elettrica continua a mettere in difficoltà il sistema di approvvigionamento ucraino, tanto che nel Paese, come successo nelle settimane passate, sono scattati nuovamente blackout di emergenza, soprattutto nella regione di Kiev, per ottimizzare la gestione della rete. Una mossa che arriva dopo un altro importante colpo messo a segno sabato dalla Federazione bombardando una base militare a Leopoli dalla quale sarebbero dovuti partire gli F-16 forniti dall’Occidente.
Anche domenica, i russi hanno annunciato di aver conquistato l’ennesimo villaggio nel Donetsk: si tratta dell’avamposto di Umanskoye, come riferisce il Ministero della Difesa russo. “Come risultato di azioni riuscite, unità del gruppo di truppe Centro hanno liberato l’insediamento di Umanskoye, nella Repubblica popolare di Donetsk”, si legge in un comunicato.
Anche in territorio russo, però, i colpi dell’esercito di Kiev si fanno sentire. La Difesa della Federazione è riuscita a intercettare gran parte degli attacchi con missili e droni sulle regioni di Kursk, sul Mar D’Azov e Belgorod, ma proprio in quest’ultima area un ordigno è esploso uccidendo il vice capo dell’amministrazione distrettuale, Igor Nechiporenko, come riferisce il governatore regionale Vyacheslav Gladkov, mentre sei civili hanno subito ferite da schegge in un attacco ucraino alla città di Shebekino.
VERSO LA SVIZZERA – Il principale sforzo diplomatico di Kiev, da settimane ormai, è quello di convincere più Paesi possibile a partecipare alla conferenza di pace in Svizzera del 15-16 giugno. Difficile aspettarsi qualcosa di risolutivo dal vertice ellenico, dato che la Russia non è stata invitata e che la Cina, di conseguenza, ha fatto sapere che non parteciperà, ma indicazioni importanti arriveranno dal numero dei partecipanti. Secondo la presidenza ucraina, Mosca e Pechino stanno cercando di boicottare il summit e, quindi, le presenze e le assenze serviranno a chiarire anche quale posizione assume la comunità internazionale sul conflitto.
“Siamo delusi dal fatto che alcuni leader mondiali non abbiano ancora confermato la loro partecipazione al vertice di pace”, ha detto Zelensky allo Shangri-La Dialogue. La questione non riguarda solo la Cina, però, ma anche gli Stati Uniti che non hanno ancora confermato la propria presenza. Sarà stato anche questo uno degli oggetti di discussione con il segretario della Difesa, Lloyd Austin, presente all’evento e con il quale sono state affrontate “questioni chiave” come “il rafforzamento del sistema di difesa aerea dell’Ucraina”, dopo l’ok arrivato dall’amministrazione Biden a rimuovere il divieto di colpire con le loro armi in territorio russo. “Ho incontrato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin a margine dell’IISS Shangri-La Dialogue – ha scritto Zelensky su X – Abbiamo discusso le questioni chiave, le esigenze di difesa del nostro Paese, il rafforzamento del sistema di difesa aerea dell’Ucraina, la coalizione F-16 e la stesura di un accordo bilaterale sulla sicurezza“.
Il timore di Zelensky è che la Russia e soprattutto la Cina riescano a convincere diversi Paesi partner a boicottare il vertice di metà giugno, “alcuni Stati hanno persino iniziato ad aiutare Mosca nel suo piano”. Il capo dello Stato ha comunque detto che ad oggi 106 Paesi hanno confermato la loro partecipazione al vertice. Il presidente ha poi aggiunto che la Cina sta cercando di aiutare la Russia a far fallire il vertice di pace: “La Russia, sfruttando l’influenza cinese nella regione, utilizzando anche i diplomatici cinesi, fa di tutto per sabotare il vertice di pace. Non ci aspettiamo sostegno militare dalla Cina, non glielo abbiamo mai chiesto. Ma non ci aspettiamo che la Cina fornisca sostegno alla difesa della Russia. Questo è ciò di cui abbiamo discusso telefonicamente con il leader cinese un anno fa. Mi ha promesso che la Cina si sarebbe fatta da parte, non avrebbe sostenuto la Russia con le armi. Oggi ci sono informazioni secondo cui, in qualche modo, alcune cose arrivano ai mercati russi attraverso la Cina, elementi degli armamenti russi provengono dalla Cina”. Parole di nuovo smentite da Pechino, con il ministro della Difesa Dong Jun, anche lui a Singapore, che ha ribadito sia ad Austin sia durante il suo intervento allo Shangri-La Dialogue che Pechino non sta alimentando lo sforzo bellico del capo del Cremlino: la Cina “non ha fornito armi a nessuna delle due parti e ha uno stretto controllo sulle esportazioni di beni a duplice uso. E siamo fermamente dalla parte della pace e del dialogo”.
Zelensky, inoltre, ha anche detto che la Cina si rifiuta di incontrare l’Ucraina perché “molte volte abbiamo voluto vedere rappresentanti cinesi. Purtroppo, non abbiamo alcun legame potente con la Cina perché la Cina non lo vuole”. Pechino ha comunicato agli organizzatori svizzeri di aver deciso di non inviare una sua delegazione, affermando che non sarebbe stata presente perché la Russia non era stata invitata: ha però ventilato l’idea di ospitare una sua iniziativa con la Russia e l’Ucraina rappresentate, in base a quanto proposto dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Alla domanda se l’Ucraina sarebbe disposta a prendervi parte, Zelensky ha obiettato duramente che non spetta a Pechino convocare un simile incontro. “L’Ucraina è vittima della guerra. Siamo noi che dobbiamo dare l’avvio a tutto. Nessun altro è pienamente consapevole di ciò che la Russia ha portato con questa guerra al nostro Stato. Sono gli ucraini che sono morti, i russi hanno violentato le nostre donne, hanno rubato decine di migliaia dei nostri figli. Nessun altro ha il diritto di dettare come dovrebbe finire questa guerra”.