Botta e risposta a Omnibus (La7) tra Francesco Giubilei, presidente di Nazione Futura e firma di Libero, e Alessandro Masala, creatore e conduttore di Breaking Italy, daily show incentrato su temi politici e sociali.
L’argomento del dibattito è la disaffezione dei giovani alla politica, problema di cui Masala fa un’analisi menzionando le proteste degli studenti contro l’emergenza climatica e i massacri a Gaza.
“Tutti i giovani con cui parlo sono interessati ai piccoli e ai grandi temi – osserva Masala – come ad esempio gli equilibri politici e internazionali. E c’è un sentimento, che sinceramente anche io provo, sul fatto che sia quasi inutile il loro apporto e che andare a votare non cambi nulla. Abbiamo visto che, quando ci sono organizzazioni studentesche che cercano di sensibilizzare su temi come quello sulla Palestina, la risposta è sempre muscolare e critica con le modalità di protesta“.

Giubilei stigmatizza le proteste contro il clima e i crimini in Palestina, ma conferma la posizione del suo interlocutore circa la refrattarietà dei giovani nei confronti della politica attuale. Poi parte in quinta con una feroce critica degli studenti universitari pro Pal: “Non simpatizzo minimamente per quella minoranza di studenti o pseudo tali, che occupano le università da 3-4 settimane, le imbrattano, le deturpano, impedendo alla maggioranza degli studenti di poter svolgere il proprio compito. Quindi è giusto cercare di limitare queste proteste, perché si sta limitando il diritto allo studio della maggioranza dei giovani”.

Masala scuote la testa, poi replica: “Quali sono le modalità corrette di manifestazione? Quello che ha detto conferma quello che penso, e cioè che per lei le modalità corrette sono sempre quelle che arrivano dalla politica, mai quelle che sono proprie della società civile. Vorrei allora capire: non si possono fare manifestazioni pro Palestina, non si può protestare per la casa perché gli studenti non riescono a pagare per gli affitti. E questo vale per destra e sinistra, quindi se non possono fare queste cose, quali sono le modalità corrette per protestare?”.

“Ma chi ha detto che non si possono fare? – insorge Giubilei – Ci mancherebbe altro che si possano fare le manifestazioni pro Palestina, ma è un conto è scendere in piazza e manifestare, un altro conto è occupare per settimane le università, deturparle, rovinare le aule, impedire agli altri studenti di seguire le lezioni e di studiare. Questi studenti non possono andare all’università perché sono occupate, questo non è giusto”.
“Ma non sta succedendo”, commenta Masala.
“L’università di Torino è occupata da 3 settimane e inneggiano ad Hamas”, ribatte Giubilei.
“Non è vero che le lezioni non si tengano – risponde sorridendo Masala – Sono delle manifestazioni che avvengono nelle università, ma non è che l’università sia sotto assedio, non inventiamoci le cose. Non è una situazione tipo quella di Hong Kong”.

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