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Il caso del presidente argentino Javier Milei e la rete globale che unisce ultrà del libero mercato ed estremisti di destra

Ognuno è libero i scegliersi modelli di riferimento e gli eroi che preferisce. Ma ad opinionisti e politici italiani che celebrano l’ iper liberista Javier Milei non è forse ben chiaro quale sia la galassia politica di cui il presidente argentino è espressione. Un universo in cui è facile imbattersi in simpatizzanti nazisti, “cheerleader” di dittature e dittatori, antisemiti, terrapiattisti, medium e tante altre figure discutibili o oscure. A tirare e coordinare le fila di questa compagine sparsa in mezzo mondo sono gli hub di riferimento della destra più o meno estrema di cui fanno parte politici, organizzazioni, think tank e movimenti in tutto il mondo, Italia inclusa.

La convergenza tra i fanatici del libero mercato ed estrema destra non è nuova ma negli ultimi anni sta diventando più evidente. Perché questo accade? Difficile dirlo. Una spiegazione può essre che, storicamente, quando il capitalismo non riesce più a diffondere benessere vira a destra e assume connotazioni più autoritarie per gestire il dissenso. L’Argentina non è insomma un fenomeno isolato ma uno degli esempi più lamanti di una tendenza che travalica i confini nazionali.

Cominciamo ora con il dare un’occhiata ad alcune delle figure più vicine al presidente argentino, avvalendoci anche del lavoro certosino del ricercatore Maurizio Massignan. Tra le prime nomine di Milei c’è stata quella di Rodolfo Barra, posto a capo dell’Avvocatura dello Stato. Barra è noto anche per essere stato un neonazista militante, membro del movimento antisemita “Tacuara”(La curiosa commistione tra antisemitismo e sostegno al governo Netanyahu, di cui Milei è un tenace difensore, è peraltro fenomeno che si può osservare non solo in Argentina).

Del governo fa parte Maria Eleonora Urrutia, segretaria all’Istruzione in quello che era il ministero del Lavoro e dell’Educazione, ora ribattezzato del “Capitale umano”. È la moglie di Hernan Büchi, ex ministro delle Finanze governo cileno di Pinochet, molto ammirato dal presidente argentino. Come Milei, Urrutia è una negazionista dei crimini perpetrati dalla giunta militare argentina del generale Videla. Secondo Urritia il dittatore Jorge Rafael Videla ha guidato una “rivolta militare pacifica” che “ha goduto del sostegno illimitato di tutti i partiti politici, personalità e gruppi della società civile di tutte le ideologie”. La segretaria è anche una feroce negazionista climatica e un’attiva antifemminista.

Milei non ha mai nascosto neppure l’ammirazione per il sanguinario dittatore cileno che prese il potere con l’aiuto della Cia. Come noto, Pinochet sposò in pieno i dettami neoliberisti della scuola economica di Chicago guidata da Milton Friedman, guru dell’estrema destra (l’economista incontrò più volte Pinochet a Santiago). È la dottrina economica a cui si rifà Milei che ha battezzato uno dei suoi cani con il nome dell’economista. A proposito, nell’entourage presidenziale c’è la sorella Karina che si dice capace di comunicare con lo spirito di Conan, ovvero il defunto cane del fratello, fatto clonare in un laboratorio americano.

Questa dei poteri paranormali è peraltro una passione che ricorre in non pochi esponenti della destra argentina (e non solo). Il presunto medium José Lopez Rega, iscritto anche alla P2 di Licio Gelli e a capo degli squadroni della morte argentini “Triple A”, manipolò con le sue suggestioi Isabelita Peron al fine di facilitare il golpe militare. Infine la parlamentare e consulente d’immagine del leader argentino Lilia Lemoine è nota per essere una sostenitrice delle teorie terrapiattiste che ritiene essere dimostrate dal fatto che non esistono collegamenti aerei tra le due sponde del Pacifico.

Il network internazionale – Il partito di Milei “La Libertad Avanza” annovera poi tra le sue fila Alberto Tiburcio Bengas Lynch, recentemente salito all’onore delle cronache per aver proposto l’abolizione della scuola dell’obbligo. Detto “Bertie”, è nipote di un noto esponente della Mont Pelerin Society, think tank fondato in Svizzera nel 1947, con i soldi della Schweizerische Kreditanstlat (quella che diventerà Credit Suisse). I fondatori furono gli ideologi del neo liberismo Friedrich von Hayek , von Mises e Milton Friedman (oltre all’americano Walter Lippmann). Il ruolo di Hayek fu però via via ridimensionato poiché l’economista era considerato troppo moderato.

In compenso le fila della società del Monte Pelerin si riempiranno via via di personaggi non proprio inappuntabili. Per limitarsi ai membri sudamericani si possono citare Guillermo Walter Klein che fu segretario di Stato nella dittatura argentina di Vileda, Pedro Ibàñez Ojeda, imprenditore vicino a Pinochet, nonché sostenitore dell’abolizione del suffragio universale o Carlos Francisco Caceres Contreras, ministro del Tesoro prima e dell’Interno poi nella giunta del dittatore cileno. Ci sono poi l’uruguaiano Alejandro Végh Villegas, ministro dell’Economia nella dittatura militare che governò il paese dal 1973 al 1985, e l’avvocato Fernando Linares Beltranena, difensore di molti narcos sudamericani. Nella Mont Pelerin non mancano ammiratori del regime dell’apartheid, monarchici, aspiranti golpisti e persino imputati di omicidio.

C’è infine un altro argentino Alejandro Chafuen, membro dal 1980. Chaufen è un abituale frequentatore di raduni di estrema destra in Europa, nel 2022 presenzia ad esempio ad un convegno della Fondazione Tatarella, insieme a vari esponenti franchisti di Vox e all’esponente ultraconservatore portoghese e salazarista Jaime Nogueira Pinto. Secondo Chaufen “solo le idee e il coraggio di Milei possono curare l’Argentina”. Chaufen è anche importante membro, ed ex presidente, di Atlas Network. Fondata nel 1981 dall’erede di una dinastia imprenditoriale inglese Anthony Fisher, Atlas è una sorta di hub di organizzazioni che raduna circa 500 organizzazioni di tutto il mondo che sposano la causa iper liberista e strizzano l’occhio all’estrema destra.

Ad Atlas si affida anche l’Istituto Bruno Leoni per la gestione della sua contabilità relativa al versamento di somme da parte di molte grandi aziende, soprattutto del settore petrolifero e del tabacco. Non è un caso che nel consiglio dell’istituto italiano compaia anche un ex ministro della giunta Pinochet. Tutto si tiene. La galassia di associazioni che fa capo ad Atlas è stata molto attiva nel sostenere la candidatura di Milei prima e la sua azione di governo poi, nonostante risultati sinora piuttosto fallimentari. Non è una novità. Sin dai tempi di Reagan e Thatcher la rete di think tank finanziati imprenditori ideologicamente orientati a destra ha svolto un ruolo importante nel preparare il terreno culturale che ha consentito l’affermazione elettorale di forze reazionarie.

Los italianos – A simpatizzare per Milei sono anche alcune delle più importanti dinastie imprenditoriali italiane che in Argentina hanno da tempo grossi interessi economici. Lo ha ben ricostruito il quotidiano Domani lo scorso 29 marzo. La famiglia Rocca controlla qui Tecnopetrol, parte della galassia Techint, branca di un impero molto presente anche nella sanità privata con le cliniche Humanitas. A guidare la società petrolifera c’è Paolo Rocca, aperto sostenitore di Milei, di cui apprezza molto la disponibilità ad avviare la produzione petrolifera dai giacimenti di scisto locali, una delle modalità estrattive con il più forte impatto ambientale. “Abbiamo molta speranza nel nuovo presidente”, ha confessato Rocca.

Ci sono poi gli onnipresenti Benetton che possiedono quasi un milione di ettari di terreni in Patagonia e che a loro volta vedono di buon occhio l’allentamento dei vincoli ambientali patrocinato dal presidente iperliberista. A sostener Milei c’è poi Cristiano Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli e di Urbano Rattazzi. È l’ex presidente di Fiat Argentina e oggi a capo dell’azienda di elicotteri Modena. Afferma che il presidente deve procedere deciso nella liberazione di “qualsiasi settore dell’economia”.