Dopo la grande scenata è arrivato il gelo. Quindi l’esonero, che preludeva a uno scenario: il licenziamento per giusta causa. Tra la Juventus e Massimiliano Allegri non poteva finire peggio di così: dal momento in cui si è sancito l’addio all’allenatore, i bianconeri hanno preso una decisione chiara, per arrivare a risparmiare i quasi 9 milioni di euro netti di stipendio che si dovrebbero mettere a bilancio nella prossima gestione. Così, quando è stato comunicato l’esonero all’allenatore sono stati contestualmente notificate delle violazioni del codice comportamentale, preludio appunto al licenziamento per giusta causa che Allegri ha ricevuto ieri, a poche ore dal fischio d’inizio della finale di Champions League.

E ora? Bisogna rivedere le tappe. Al momento dell’esonero, il pool di legali di Allegri, guidato da Paolo Rodella, aveva presentato delle deduzioni difensive per contestare le violazioni del codice etico. Memorie presentate in cinque giorni, come da norma. Queste deduzioni non sono state però giudicate adeguate dal club, che ha proceduto secondo le intenzioni originarie. Adesso, la palla è di nuovo in mano agli avvocati dell’allenatore, che impugneranno la decisione davanti al giudice del lavoro.

Si andrà in Tribunale, quindi? La possibilità è concreta, e i tempi potranno essere molto lunghi. Nelle intenzioni di Allegri infatti c’è anche l’idea di chiedere al club i danni di immagine (“a seguito a taluni comportamenti tenuti durante e dopo la finale di Coppa Italia che la società ha ritenuto non compatibili con i valori della Juventus e con il comportamento che deve tenere chi la rappresenta” recitava il comunicato dell’esonero) e al momento sembra poco percorribile la strada che porterebbe a una transazione finanziaria per chiudere in maniera pacifica la questione. Lo stipendio di Allegri è, si scriveva, di circa 9 milioni di euro netti, e non c’è intenzione di pattuire una cifra inferiore per risolvere il contratto: la Juve si dovrebbe quindi trovare a bilancio sia l’ingaggio di Thiago Motta (4,5 milioni di euro netti all’anno circa per tre anni, bonus esclusi), sia proprio quello di Max.

Con cui si è varcato davvero il Rubicone. Un precedente? Nel 2020, la Roma licenziò l’allora direttore sportivo Gianluca Petrachi per giusta causa, per dichiarazioni e comportamenti che non erano piaciute al presidente americano Pallotta. Si finì in tribunale: inizialmente Petrachi vinse in primo grado ottenendo un risarcimento di 5 milioni di euro più 100mila euro per danni d’immagine. Lo scorso anno, la Corte d’Appello aveva completamente ribaltato la sentenza. Insomma, una cosa lunga. E un addio che Juventus e Allegri, dopo otto anni di vita insieme, forse non meritavano di vivere così male.

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