Il numero di visualizzazioni su Netflix? Qualche giorno con numeri elevatissimi e poi calano a picco. Questo il risultato del rapporto della società di consulenza Owl&co rispetto ai dati di spettatori su Netflix nel 2023. In pratica chi guarda e segue la programmazione del gigante dello streaming si getta sulle novità entro la prima settimana, al massimo la seconda, di programmazione. Il grafico del rapporto è alquanto impietoso.
Se osserviamo la linea corrispondente a The Night Agent, il titolo più visto nel 2023 con quasi un miliardo di ore di visualizzazioni, è uscito il 26 aprile del 2023 e ha registrato tre quarti di quel miliardino citato in nemmeno dieci giorni, tanto che dopo meno di un mese le visualizzazioni stagnavano a livello di poche decine di ore. Anche il secondo titolo più visualizzato, la seconda stagione di Ginny and Georgia, poi la prima stagione di The Glory e la terza di Outer Banks, sembrano ricalcare in modo pedissequo la fruizione del tutto e subito.
Identico discorso vale per i film di punta come Knives out. “Uno sguardo attento alle ore di visualizzazione per ogni titolo rivela la velocità con cui gli spettatori di Netflix consumano programmi e film appena lanciati”, viene spiegato nel rapporto della Owl&co. In gergo viene definito un comportamento “pump and dump” ovvero si guarda l’ultimo grande titolo e poi spesso si esce proprio dalla piattaforma disdicendo l’abbonamento e magari rifacendolo al momento in cui una nuova serie o film interessa.
Una grande immediata abbuffata sì, ma che costringe Netflix a proporre a ritmo serrato nuovi titoli autoprodotti e anche titoli non proprio di prima mano di produttori terzi seguendo ciò che i propri rodati algoritmi dicono sui gusti del proprio pubblico. Insomma, la velocità di fruizione è estremamente connessa, in un periodo comunque di “crisi” del mondo dello streaming, alla velocità con cui gli abbonati abbandonano le piattaforme.
Ad esempio solo Netflix ha quasi il 70% degli abbonati che va oltre i sei mesi continui di sottoscrizione senza cancellazioni; mentre le cifre per Disney, Paramount, Apple sono diametralmente opposte: il 30/35% degli abbonati rimane oltre sei mesi mentre il 65/70% sottoscrive gli abbonamenti per meno di sei mesi. Il rapporto Owl&Co è stato letto anche con un paragone cinematografico estremamente calzante da Alberto Pasquale, direttore dell’Umbria Film Commission, nonché massimo esperto delle dinamiche produttive mondiali dell’audiovisivo: “Abbuffate veloci: il business del cinema vive e muore prevalentemente nei fine settimana di apertura e Netflix si comporta allo stesso modo”. Insomma, tra sala cinematografica e salotto con divano e pc alla fine anche nelle problematiche non sembra esserci grande differenza.