Ho già scritto quali caratteristiche dovrebbero avere i miei candidati ideali al Parlamento europeo, ma ho qualcosa da aggiungere. Approvo incondizionatamente il Green Deal (il Patto Verde) di Von der Leyen, che innesca la transizione ecologica, e il Next Generation EU, dedicato alle prossime generazioni europee. Ho apprezzato il Pnrr e la fiducia concessa all’Italia, con finanziamenti a fondo perduto e prestiti a condizioni molto più vantaggiose di quelle offerte agli investitori che ci prestano soldi comprando i buoni del tesoro. E quindi voterò uno dei partiti che condividono questa politica, lungo la strada tracciata dalla Commissione uscente.

Solo che ora Von der Leyen sostiene la transizione militare, e sfuma la transizione ecologica: l’Europa si deve armare, e vince la logica del “se vuoi la pace, prepara la guerra”. Per Meloni gli aiuti militari all’Ucraina non costavano niente: abbiamo dato armi che avevamo già! Quindi se regaliamo i mobili di casa nostra non spendiamo niente, tanto li avevamo già.

Ora ci rendiamo conto che ci mancano le armi che avevamo già: dobbiamo comprarne altre! In effetti all’Ucraina abbiamo dato armi obsolete, accumulate e non utilizzate: le abbiamo smaltite e ora vanno rinnovate. Le industrie che producono armi si fregano le mani: il loro valore azionario aumenterà, e anche il Pil. Queste guerre sono arrivate a proposito: un volano di crescita economica. I fondi del 110% e del reddito di cittadinanza sono uno spreco insostenibile, quelli per le armi no. Suvvia!

Questi ragionamenti non mi piacciono, e quindi non voterò un partito che si prepara alla guerra con la corsa agli armamenti. Come non voterò chi non è d’accordo nel perseguire il Green Deal e la transizione ecologica: non effettuare la transizione ecologica ci costerà molto caro. Chi parla di ecologismo ideologico va accuratamente evitato: è ideologicamente contrario all’innovazione ed è favorevole a tecnologie obsolete.

Se non attueremo le transizioni energetica e alimentare, e il passaggio da un’economia lineare (dove i prodotti finiscono nelle discariche dopo l’uso) ad un’economia circolare (dove i prodotti sono riusati o riciclati) spenderemo molto di più e la qualità della vita sarà inferiore. Chi dice che questo non è possibile non crede nell’innovazione tecnologica e nel progresso. Oppure è corrotto dai paesi che vendono petrolio e che hanno interesse a fermare la transizione energetica: traditori che fanno gli interessi di paesi stranieri, contro i nostri.

Nucleare? No grazie: abbiamo già dato. Chi dice che il problema delle scorie non esiste non spiega come smaltire le scorie del passato. Non mi piace essere preso per scemo, e non mi piacciono la corruzione e l’incapacità, “doti” quasi trasversali. Aborro chi deride l’onestà e difende i disonesti. I partiti che candidano indagati, inquisiti, condannati e prescritti sono da evitare come la peste.

Starò alla larga da chi chiede la galera subito per i ragazzi che protestano per il clima, e invoca garanzie fino all’ultimo grado di giudizio per i profittatori con colletto bianco e plaude a blocchi stradali di chi chiede di usare i pesticidi.

Capito per chi non votare, resta da decidere chi votare. Voterò chi abbia già dimostrato competenza e onestà. Il Ponte di Genova è stato costruito in tempo record (competenza), a quanto pare senza rubare (onestà). Il merito va a persone di appartenenze politiche trasversali. Il Ministro dei Trasporti, Toninelli, affidò a Toti e Bucci la realizzazione del progetto di Piano: fino a prova contraria, hanno fatto un ottimo lavoro. In altre occasioni pare che l’operato di Toti non sia stato altrettanto limpido.

Il mio candidato ideale, quindi, deve dimostrare efficienza e onestà, e deve avere una visione che preveda un futuro di sostenibilità e di pace. Deve anche sapere come funzionano le regioni, visto che sono loro a gestire i fondi europei. Chi lavora per gli interessi italiani nel Parlamento europeo, e fa arrivare risorse al nostro paese, deve avere una connessione con le strutture che le gestiranno. Deve sapere se i finanziamenti che chiederà saranno gestiti da politici regionali onesti e competenti. Onestà e competenza devono andare assieme.

Andate a cercare i candidati sui social, guardate cosa scrivono. Leggete i loro programmi, e analizzate le loro storie personali. Non troverete il candidato perfetto, ma ce ne sono molti che meritano considerazione. Non andare a votare favorisce i disonesti: pochi voti comprati rovesciano l’esito elettorale, se una parte significativa dell’elettorato si astiene. Se non andate a votare aiutate chi compra voti. Tutti fanno errori, ma diffidate di chi giustifica i propri errori con gli errori degli altri.

Ed eccoci ai confini della realtà. Totò, col suo Vota Antonio, insisteva sul nome e glissava sul cognome (La Trippa) che, però, era allora obbligatorio. E Corrado Guzzanti, come sottolineato da Marco Travaglio, disperato nel cercare candidati alle elezioni, diceva che non si può candidare Amedeo Nazzari perché… è morto! Altrimenti sarebbe stato perfetto. Erano battute, ma a queste elezioni si può votare Antonio e si può votare un morto.

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