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Anche i Paesi Bassi autorizzano Kiev a usare gli F-16 in territorio russo: “Non può esserci un limite all’autodifesa”

Dopo la Danimarca, anche l’Olanda conferma che Kiev potrà usare gli F-16 per colpire in territorio russo. “Se hai il diritto all’autodifesa, non ci sono limiti per l’uso delle armi. Questo è un principio generale”, ha detto la scorsa settimana la ministra degli Esteri olandese, Hanke Bruins Slot, al summit Nato di Praga. Ieri lo ha confermato anche la ministra della Difesa, Kajsa Ollongren, in un’intervista a Politico a margine della conferenza Shangri-La Dialogue a Singapore. Gli olandesi forniranno 24 caccia F-16 a Kiev, dovrebbero essere consegnati entro la fine dell’anno.

La scorsa settimana, il primo ministro belga Alexander De Croo aveva sottolineato che i 30 aerei da combattimento donati da Bruxelles a Kiev non sarebbero stati autorizzati a compiere azioni in territorio russo. I caccia belgi verranno trasferiti all’Ucraina nel corso dei prossimi anni, entro il 2028. “Non esiste” una restrizione in stile belga, ha detto l’olandese Ollongren. “Stiamo applicando lo stesso principio che abbiamo applicato a ogni altra fornitura di armi, ovvero che una volta consegnate all’Ucraina, queste potranno essere utilizzate”. Gli F-16 sono prodotti statunitensi, dovrebbe essere quindi Washington ad autorizzare l’uso per attaccare un Paese terzo. Questi sono accordi che solitamente vengono stipulati nel momento in cui si concede la licenza di riesportazione. Secondo Danimarca e Paesi Bassi, la limitazione non viene applicata nel caso degli ucraini: “Chiediamo loro solo di rispettare il diritto internazionale e il diritto all’autodifesa – ha spiegato la ministra della Difesa di Amsterdam – come stabilito nella Carta delle Nazioni Unite, il che significa che le usino per prendere di mira gli obiettivi militari”.

Il presidente Joe Biden sta rimodulando le regole di utilizzo per le armi consegnate a Kiev: possono essere usate in territorio russo solo se in risposta ad attacchi nell’area di Kharkiv, per ora, e senza colpire civili. I generali ucraini lamentano di non poter danneggiare le catene logistiche russe, con depositi anche a centinaia di chilometri dal confine, che alimentano il fronte. A fine maggio i primi piloti ucraini hanno terminato il loro addestramento sugli F-16 alla base statunitense di Morris, in Arizona. Un secondo gruppo inizierà i corsi ad agosto, nella stessa struttura. Anche in Romania si stanno svolgendo gli addestramenti con caccia e istruttori messi a disposizione da Norvegia, Olanda, Danimarca e Belgio. Secondo il generale Serhii Golubtsov, comandante dell’aviazione ucraina, servono quattro squadroni di F-16 per controllare il fronte. Al momento la coalizione Nato ha promesso 80 aerei, di cui 18 sono già utilizzati per l’addestramento. I numeri indicano quindi che Kiev, entro i prossimi 6-12 mesi, dovrebbe avere a disposizione tutti gli aerei che ha chiesto. Solo gli Usa hanno 850 F-16 ancora operativi. In termini militari questi sono aerei che europei e statunitensi stanno iniziando a dismettere, perché devono far posto ai nuovi F-35.

Per l’aviazione ucraina avere accesso a questa tecnologia è un passo avanti importante. Oggi Mosca ha un dominio completo dell’aria. L’unica arma che funziona con una certa precisione a disposizione di Kiev per minacciare la supremazia russa dei cieli è il Patriot. Si tratta però di missili cari, poco disponibili e che possono intercettare i caccia nemici solo a distanza ridotta e a una certa altezza. Gli F-16, invece, possono volare per 800 chilometri e lanciare sia missili aria-aria, e quindi ingaggiare l’aviazione russa che si muove a supporto delle truppe di terra, sia missili aria-terra. Sono proprio questi ultimi a impensierire di più gli alleati atlantici. Uno squadrone di F-16 armati con gli Storm Shadow inglesi può alzarsi in volo dall’Ucraina e in poche decine di minuti colpire la Piazza Rossa.

Contro questa eventualità, Mosca ha di nuovo messo in guardia gli Stati Uniti “da errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze fatali”. L’avvertimento è stato lanciato dal viceministro degli Esteri Serghei Ryabkov, citato dalla Tass. Secondo Ryabkov, “per qualche ragione sconosciuta gli Usa sottovalutano la serietà della risposta che potrebbero ricevere”. Il viceministro ha aggiunto che le risposte della Russia ad attacchi ucraini sulle sue strutture militari, compreso il sistema di allerta missilistico strategico, potrebbero essere “asimmetriche”. “L’atteggiamento degli americani – ha insistito Ryabkov – è il più irresponsabile possibile. Hanno dato carta bianca a Kiev per ogni crimine, per ogni azione di questo tipo, e non stanno facendo niente per fermare le pericolose azioni provocatorie dei loro servitori. Ma per gli Stati Uniti ci sarà sicuramente un prezzo da pagare. Sentiranno le conseguenze”. Ieri, secondo il canale Telegram russo di esperti militari, Dva Majora, le forze ucraine avrebbero utilizzato missili statunitensi Himars per colpire un sistema di difesa aerea con missili S-300 e S-400 nella regione russa di Belgorod.