Emiliano Laurini fu “il mandante” della spedizione punitiva contro l’ex fidanzata Martina Mucci, picchiata e sfregiata in un agguato sotto casa sua nel febbraio 2023. Così ha stabilito il Tribunale di Prato che, accogliendo l’ipotesi della procura, ha condannato il buttafuori 42enne con rito abbreviato a 9 anni di reclusione per i reati di sfregio, lesioni gravi e maltrattamenti in famiglia (quest’ultima accusa si riferisce al periodo in cui la coppia conviveva). Laurini si trova nel carcere di Sollicciano (Firenze) da più di un anno e, secondo quanto disposto dal giudice Marco Malerba, potrà scontare la pena agli arresti domiciliari nella casa di suo padre, nel sud della Toscana.
Mucci, all’epoca 29enne, secondo la procura, fu sorpresa alle 2 di notte sotto la sua abitazione da due aggressori, che la sfregiarono in volto in modo permanente e cercarono anche di rasarla a zero. A ideare il piano per motivi di gelosia, secondo l’accusa, fu Laurini, che si avvalse di un intermediario per parlare con gli effettivi esecutori. Oltre al 42enne, anche tutti gli uomini considerati complici della spedizione punitiva sono stati condannati: Mattia Schininnà, che avrebbe fatto da tramite fra il presunto mandante e i picchiatori, è stato condannato a 4 anni, mentre Kevin Mingoia, che avrebbe partecipato fisicamente alla spedizione con un altro ragazzo, a 6 anni e 8 mesi. Quest’ultimo è un minorenne che attualmente si trova in comunità. Tutti i condannati frequentavano la stessa palestra a Scandicci, sempre in provincia di Firenze.
Gli imputati erano anche accusati del reato di rapina, che si riferisce al prelievo della borsa della vittima dopo l’aggressione. Per questo è stato considerato colpevole solamente Mingoia e gli altri sono stati assolti. Mucci, dopo aver assistito alla lettura della sentenza, ne ha commentato l’esito con poche parole: “Sono stanca. I processi sono stati un’esperienza molto dura e preferisco non parlare per ora”.