Succede ogni tanto che la tecnologia cambia il mondo e tu per un po’ non ci fai caso. Poi, all’improvviso, ti accorgi che vivi in un mondo diverso. È successo con Internet, i telefoni cellulari, le mappe satellitari e tante altre cose. Ora, proprio in questi giorni, ci stiamo accorgendo di uno di questi cambiamenti radicali. È arrivata la notizia che la California ha superato un totale di 10 gigawatt (GW) di potenza negli impianti a batteria per lo stoccaggio di energia elettrica.
Con le batterie si elimina radicalmente il problema dell’intermittenza delle rinnovabili. Vuol dire che la strada è aperta verso un sistema energetico basato sul sole e sul vento in grado di generare tutta la potenza richiesta in qualsiasi momento, proprio come può fare una centrale nucleare. Anzi, meglio, perché la produzione di una centrale nucleare non si può modulare facilmente come quella delle batterie.
Ovviamente, siamo ancora all’inizio della rivoluzione rinnovabile. Ma, già oggi, 10 GW di batterie sono una frazione del tutto rispettabile della potenza totale installata in California (80 GW). E il sistema cresce con una rapidità incredibile. Negli ultimi cinque anni, la potenza installata in forma di batterie in California è cresciuta del 1250%. Questo è dovuto al crollo dei prezzi delle batterie al litio, che si sono ridotti di circa un fattore 10 negli ultimi 10 anni, con una previsione di un ulteriore calo del 40% da oggi al 2030. La California prevede di installare oltre 50 GW di batterie nei prossimi anni per arrivare a una rete elettrica completamente rinnovabile entro il 2045.
Per quanto riguarda la questione dell’inquinamento e della disponibilità di materiali per le batterie, ci sono anche qui degli sviluppi molto positivi sulle tecnologie di riciclo (trovate dati recenti a questo link). Inoltre, le batterie al litio usano sempre meno metalli rari, sostituendo il cobalto con il ferro. E sul mercato si sta affacciando un nuovo tipo di batterie che usa sodio al posto del litio. Sono meno costose e risolvono alla base il possibile problema della scarsità di litio.
Insomma, le batterie sono uno sviluppo positivo impressionante, ma non dobbiamo nemmeno pensare che tutti i problemi siano risolti: non è soltanto una questione di potenza, ma anche di energia immagazzinata. Al momento, le batterie californiane hanno una capacità di circa 40 GWh. Il che vuol dire che possono compensare la variabilità delle rinnovabili su una scala giornaliera. Nel futuro, lo potranno fare per settimane, ma è difficile pensare che lo possano fare su una scala annuale, ovvero compensare completamente la minore efficienza del solare in inverno. Per quello, potremmo pensare a una frazione di energia nucleare nella rete, ma sarebbe molto costoso per non parlare dei tempi molto lunghi necessari. Ci sono soluzioni migliori basate su rinnovabili non intermittenti (geotermico) e su rinnovabili che producono bene in inverno: eolico e idroelettrico. L’idrogeno, per quanto sia costoso e inefficiente, potrebbe servire in qualche caso.
Tenendo conto di questi nuovi sviluppi, possiamo seguire l’esempio della California? Certamente. L’Italia e la California sono simili per molti versi, anche se la California è un po’ più grande, un po’ più soleggiata e con una popolazione un po’ minore (60 milioni di abitanti da noi, 40 milioni in California). Ma non sono grandissime differenze.
Ma qui il problema è che il nostro governo sta andando nella direzione esattamente opposta. Gli ultimi provvedimenti sulle aree idonee non promettono niente di buono, per non parlare dei vari divieti e restrizioni contro le rinnovabili approvati recentemente. Insomma, stiamo perdendo anche questo treno e, come al solito, ci toccherà rincorrere gli altri paesi dopo aver perso tempo a discutere di sogni impossibili come il ritorno al nucleare.