Verona è sempre una buona idea per una fuga a caccia di tesori nascosti. Con una guida eccezionale: la storica dell’arte ed esperta di turismo culturale Beba Marsano
Inutile negarlo: si parla di Verona e subito arriva alla mente il pensiero di Romeo e Giulietta. La tragedia della coppia di amanti più celebre di sempre si esaurisce, nell’immaginazione di William Shakespeare, proprio qui, città anche di Catullo, poeta dell’amore e del Sommo poeta Dante Alighieri. Per secoli fu una delle tappe del Grand Tour di grandi da Byron a Dickens, da Goethe a Mozart e di ammiratori curiosi di vedere le sue bellezze. Adagiata nella pianura veneta tra le anse dell’Adige, Verona ha gioielli storici e culturali da vendere.
A volte isolati e segreti, che da soli valgono il viaggio. Parola di Beba Marsano, critica d’arte e giornalista autrice dei volumetti dell’ottava edizione i “Libri della Buonanotte” editi da Minerva: una raccolta esclusiva, nata in collaborazione con il Gruppo Duetorrihotels, dedicata alle città d’arte – Bologna, Verona, Firenze e Genova – viste attraverso una lente particolare. A Verona l’autrice ha selezionato una serie di luoghi particolari, valorizzano ciò che si cela alla vista del turista comune. Primo fra tutti, Palazzo Maffei, in piazza delle Erbe, scrigno di rara bellezza, che accoglie il tesoro dell’imprenditore Luigi Carlon, uno dei più grandi collezionisti italiani: opere preziosissime, dalla classicità all’arte moderna e contemporanea. Circa duemila anni di meraviglia e sorpresa tra tondi medievali, crocifissioni e oggetti di cristallo di rocca Fabergé accompagnano quadri di Magritte, Fontana, De Chirico, Kandinsky. La novità? Nell’ultima sala museale, dedicata a project room con proposte nuove, c’è l’installazione LOTUS Maffei dell’artista contemporaneo Daan Roosegaarde, che unisce la tecnologia della luce interattiva, arte e la tematica della sostenibilità ambientale. Si tratta di fiori intelligenti, sensibili alla luce e al calore, che si muovono in base al contatto con le persone. A 5 minuti, la Basilica di Sant’Anastasia, splendido esempio di gotico italiano, ricchissima di opere d’arte, custodisce il celebre affresco del Pisanello, San Giorgio e la Principessa, sopra la Cappella Pellegrini, considerato uno dei massimi capolavori della pittura quattrocentesca in Italia. Pare che il maestro Franco Zeffirelli sia stato sedotto dalla visione, tanto che ai raffinatissimi abiti di questa pittura ha fatto riferimento per i costumi del suo celebre “Romeo e Giulietta”.
Affacciato sulla Chiesa di Sant’Ananstasia, a due passi dal balcone di Giulietta, da Piazza Bra e dall’Arena, culla della musica lirica italiana e internazionale, il Due Torri Hotel 5 stelle Lusso è il prestigioso custode della memoria della città. Varcando la soglia si entra in un palazzo che conserva rare testimonianze d’arte e di storia, arredi Biedermeier, marmi e porcellane pregiate. L’edificio risalente al 1300 (locanda fin dal 1674), ha ospitato i più importanti personaggi di ogni epoca: nelle sue stanze hanno dormito un Mozart tredicenne e Goethe, Napoleone III e Garibaldi, la Callas, la Thatcher e l’emiro di Dubai, che ha occupato ben 60 camere su 89. Il fiore all’occhiello è l’Arena Casarini, opera del maggiore affreschista italiano del Novecento: un circo equestre che prende vita tra le pareti di una sala, a cavallo tra architettura e arte figurativa. Pochi metri in là, tra volte e pezzi da museo, la tavola del Due Torri con un menu dall’attenta selezione di prodotti da buona forchetta. Pezzo forte dell’estate è la terrazza con affacci incredibili sulla città vecchia circondata dalle dolci colline dell’Adige, dove si assaporano piatti squisiti. Un secondo ristorante interno, è un elegante bistrot, guidato dallo chef Salvatore Garofalo.
Sconosciuto ai più, il Convento di San Bernardino, complesso conventuale del XV secolo (di cui fa parte la Chiesa caratterizzata da numerose cappelle riccamente affrescate tra cui cappella Pellegrini progettata dal famoso architetto veronese Michele Sammicheli), che custodisce un importante tesoro. Quale? La meravigliosa Sala Morone affrescata da Domenico Morone con l’aiuto del figlio Francesco tra il 1494 e il 1503 e risulta essere una delle opere rinascimentali più importanti di Verona. Lungo le sue pareti si dipana una teoria di Francescani illustri, compresi i papi dell’ordine, dipinti a grandezza naturale. E’ grazie alla semiclausura del convento che si è mantenuta in un buono stato di conservazione. Vera chicca nel panorama artistico della città è il Museo degli affreschi Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta. Bisogna raggiungere l’ex-convento dei Frati Minori, del XIII secolo, per vedere quello che, secondo la tradizione, è ritenuto essere il sarcofago che custodì il corpo di Giulietta. Il Museo, invece, conserva affreschi provenienti da edifici religiosi e privati, opere del Rinascimento di Torbido, Brusasorci, India e sculture varie.