Marcello Colafigli, tra i capi storici della Banda della Magliana è finito di nuovo in carcere. Il 70enne è accusato, nonostante fosse in regime di semilibertà, di essere riuscito a pianificare cessioni e acquisti di ingenti quantitativi di droga dall’estero mantenendo rapporti con esponenti di ‘ndrangheta, camorra e mafia foggiana. La maxi operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura, ha portato alla notifica di 28 misure cautelari. Tra queste, 11 in carcere, mentre 16 ai domiciliari e un obbligo di firma.

Le accuse sono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, di tentata rapina in concorso, tentata estorsione in concorso, ricettazione e possesso illegale di armi, procura inosservanza di pena e favoreggiamento personale. L’inchiesta che ha portato agli arresti di questa mattina ha preso il via nel giugno 2020. E l’organizzazione criminale, secondo le indagini, avrebbe gestito un traffico di droga nella zona della Magliana e sul litorale del Lazio, con base logistica nella Capitale. Colafigli avrebbe coordinato l’arrivo dall’estero di importanti partite di droga. In particolare dalla Colombia, passando per la Spagna.

Colafigli è stato riconosciuto insieme a Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino e Nicolino Selis, come uno dei promotori del gruppo criminale della Banda della Magliana. Gravato da più ergastoli, è stato condannato, tra l’altro, per il sequestro e l’omicidio del Duca Massimo Grazioli Lante della Rovere (considerata l’azione con cui la Banda ha iniziato la propria attività criminale) e l’omicidio, come mandante, di Enrico De Pedis. Nella nota serie tv e nel film Romanzo Criminale, Colafigli è il personaggio del Bufalo.

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