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Bare piene di gesso sotto la Torre Eiffel: tre fermati. Parigi indaga su “interferenze straniere”

Cinque bare piene di gesso sono comparse sabato primo giugno sotto la Tour Eiffel, a Parigi. Sopra ciascuna una bandiera francese e la scritta: “Soldati francesi dell’Ucraina“. Per l’azione, tre persone di origine bulgara, ucraina e tedesca sono state arrestate dalla polizia nell’ambito di un’indagine su possibili “interferenze straniere”.

Secondo quanto riferito dall’Afp, il gesto sarebbe stato fatto in risposta al colloquio tra i ministri della Difesa di Parigi e Kiev, del 27 maggio scorso, in cui la Francia si è detta disponibile ad inviare in Ucrainaistruttori militari francesi per addestrare le forze di Kiev. A far discutere erano state anche le parole del presidente Emmanuel Macron, del 28 maggio scorso: “Non è ancora il momento di porre fine alla guerra, Kiev deve poter colpire la Russia. E concludendo il capo dell’Eliseo ha avanzato l’idea di un possibile dispiegamento di soldati francesi al fronte russo-ucraino.

I tre comparsi oggi davanti al giudice sono il conducente del furgone che ha trasportato le bare, un uomo di 38 anni di nazionalità bulgara, e altri due, un tedesco di 25 anni e un ucraino di 17. Il bulgaro che guidava il furgone è stato fermato quasi subito nei dintorni della Tour Eiffel, gli altri due sono stati bloccati mentre stavano per fuggire all’estero e si trovavano già alla stazione dei pullman di Bercy, in procinto di prendere un bus per Berlino. Interrogato, il conducente ha detto di non conoscere i due giovani che hanno scaricato le bare e di averli incontrati il giorno prima e di essere stato pagato 120 euro per portare le bare. I due più giovani hanno affermato di essere stati pagati 400 euro ognuno. Il reato che si potrebbe configurare per la misteriosa azione è quello di “gesto di violenza psicologica”, ha precisato la procura. Se colpevoli, gli arrestati rischiano fino a tre anni di carcere e 45.000 euro di ammenda.

Fonti degli inquirenti lasciano trapelare l’esistenza di un legame fra questo episodio e un altro – recente – per il quale si è sospettata “l’ingerenza straniera”: i tag delle “mani rosse” tracciati nella notte fra il 13 e il 14 maggio sul muro del memoriale dell’Olocausto a Parigi, un fatto per il quale sono sospettate tre persone fuggite all’estero. Ad ottobre, dopo l’inizio della guerra successiva all’attacco di Hamas ad Israele, alcune facciate di edifici di Parigi e dintorni erano state imbrattate con stelle di David. Era stata fermata, con l’accusa di esserne gli autori, una coppia di moldavi ma le autorità francesi hanno imputato l’azione ai servizi russi. Per entrambi questi due casi, il ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné, ha parlato di “esecutori pagati per destabilizzare e approfittare delle divisioni della società francese”