Salute

Bimbo di 3 anni muore dopo aver mangiato un formaggio fatto con latte crudo: ecco cos’è la sindrome emolitico-uremica e i sintomi

La vicenda è narrata dal padre, Marco, che ha condiviso la sua storia sui social media: "Questo stupido acronimo, SEU, ha cambiato per sempre la nostra vita"

Un bambino ha perso la vita dopo aver mangiato un formaggio fatto con latte crudo: questo alimento, contaminato da Escherichia coli, ha causato in Elia, un bimbo di neppure tre anni, lo sviluppo della sindrome emolitico-uremica (SEU), che si è rivelata fatale per lui. La vicenda è narrata dal padre, Marco, che ha condiviso la sua storia sui social media: “Sembra banale ma certe cose quando succedono cambiano per sempre la vita, e questo stupido acronimo, SEU, ha cambiato quella del mio piccolino, la mia quella, della mamma, dei nonni, fratelli, zii e quella di tutte le persone che hanno avuta la fortuna di vederlo correre nel vicolo e in passeggiata nei suoi splendidi due anni e mezzo”.

La SEU spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù: “E’ una malattia che si presenta con insufficienza renale di gravità variabile, piastrine basse e anemia severa. Nella maggior parte dei casi, i sintomi compaiono dopo qualche giorno di diarrea senza sangue oppure mista a muco e sangue. Il bimbo di solito arriva al Pronto Soccorso perché i genitori notano che non fa la pipì, è pallido, debole e confuso. La causa di questa malattia è nella maggior parte dei casi un’infezione intestinale da Escherichia Coli che determina emolisi, ossia distruzione di globuli rossi e consumo di piastrine, con la formazione di piccolissimi trombi (conglomerati di globuli rossi e piastrine) che danneggiano principalmente i reni. Altri organi, quali cervello e intestino possono anche essere interessati. Per questo il paziente non urina o urina molto poco, è confuso o sonnolento e spesso avverte dolori addominali. I suoi esami mostrano riduzione marcata dei globuli rossi e delle piastrine e rialzo della creatinina, segno di insufficienza renale. Esistono rare forme che non sono dovute all’infezione da E. Coli ma che hanno una base genetica, in questo caso non sempre il bambino ha la diarrea”.

Nel caso di Elia tutto è iniziato quando è stato portato d’urgenza all’ospedale Gaslini di Genova dopo aver consumato del formaggio contaminato durante una vacanza in montagna. Nonostante gli sforzi, non è sopravvissuto: è morto il 21 maggio scorso, dopo 51 giorni di rianimazione. “È riuscito a sfuggire alla rianimazione, non dalla porta però; ha colto un refolo d’aria da una finestra socchiusa ed è volato via su una nuvola”, ha scritto il papà “Spero che ciò che ho scritto possa avvertire i genitori sui pericoli della SEU. Non deve più accadere a nessun bambino, questa sarà la mia battaglia”.