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Divorziare in età avanzata non è più un tabù: cosa succede quando né affetto, figli ed esperienze condivise non bastano a salvare la coppia

Vale per i vip ma anche per i nip e accade con una frequenza sempre maggiore. Ma quali sono le possibili cause di questo fenomeno? “Il divorzio tardivo è un evento coerente con l'evoluzione dei legami di coppia”, ha spiegato a Repubblica lo psichiatra e psicoterapeuta Giancarlo Dimaggio

di Francesco Canino

Sembrava un trend destinato a dilagare solo tra le coppie famose, invece il “fenomeno grey divorce” sta lentamente prendendo piede anche nelle famiglie “normali”. Tradotto, il divorzio in tarda età sembra non essere più un tabù. Persino in Italia, dove si cominciano ad osservare ormai da diversi anni dei dati statistici interessanti, che fotografano una possibile rivoluzione culturale, sociale e demografica che coinvolge sempre più spesso gli over 50. Più nel dettaglio, basta leggere le analisi che emergono dalle ricerche dell’ISTAT per scoprire che tra il 2014 e il 2020 sono triplicati i divorzi nelle coppie ultra 55enni e che in sei anni il numero dei divorzi tra gli over 60 è quasi raddoppiato.

Insomma, anche i matrimoni più collaudati saltano, un po’ com’è accaduto a quello tra Meryl Streep e Don Gummer, che dopo quarantacinque anni di nozze senza sbavature e gossip hanno deciso di separarsi ammettendo pubblicamente che la loro storia era arrivata al capolinea. Come a dire: nemmeno l’affetto più profondo, i figli, le esperienze condivise in decenni di vita di coppia riescono a fare da collante imperituro e dunque persino sui legami apparentemente più inscalfibili può calare il sipario. Vale per i vip ma anche per i nip e accade con una frequenza sempre maggiore. Ma quali sono le possibili cause di questo fenomeno? “Il divorzio tardivo è un evento coerente con l’evoluzione dei legami di coppia”, ha spiegato a Repubblica lo psichiatra e psicoterapeuta Giancarlo Dimaggio, cofondatore del Centro di terapia metacognitiva interpersonale di Roma. “Come specie siamo approdati alla monogamia, cioè alla formazione di coppie stabili, per garantire sviluppo e sicurezza ai figli: la nostra architettura, emotiva cerebrale e ormonale, si è evoluta con l’obiettivo, per così dire, della cura della prole. Ma una volta che i figli sono stati messi in sicurezza, una volta conclusi i compiti di accudimento rimanere insieme è piuttosto una questione culturale”.

Ed ecco che rimettere in discussione la propria vita, anche quella sentimentale, dopo aver condiviso per decenni casa, letto, vacanze, amicizie, lutti, gioie, viaggi ed esperienze con moglie o marito, non è più un tabù. Certo, per i privilegiati di Hollywood è tutto molto più semplice che per una coppia borghese della provincia italiana: centrano il giudizio esterno, la paura di cominciare una vita da single dopo i 60 anni ma centrano anche le difficoltà economiche, tanto che i limiti più grandi per chi vorrebbe inforcare la via del divorzio tardivo, sono proprio quelli socioeconomici. È semplice: l’addio è molto più caro e complicato per i non famosi ma sempre più persone sono pronte al grande passo pur di riconquistare la propria libertà. Centrano la voglia di riprendersi i propri spazi e quella di seguire le proprie inclinazioni. E sicuramente anche le fiammate sentimentali e passionali. “Gli stimoli rappresentano un elemento importante – ha aggiunto ancora il professo Dimaggio – . È probabile che i componenti della coppia nel corso delle loro esistenze apprendano cose diverse, facciano incontri diversi, diventino persone diverse: oggi la probabilità che tra due persone si manifestino derive differenti è maggiore”. Se da giovani la tendenza al compromesso era più facile da coltivare, col passare degli anni viene meno e se a questo si aggiunge la possibilità di nuovi incontri, di nuove storie e di nuovi interessi, il gioco è fatto.

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