Il tennista più forte al mondo oggi si chiama Jannik Sinner. Era già chiaro da tempo, ora lo dice anche la classifica: c’è il campione italiano al numero 1 del ranking Atp. A sancire lo storico sorpasso è il ritiro di Novak Djokovic dal Roland Garros, per via dell’infortunio al menisco dopo le due battaglie al quinto set contro Musetti e Cerundolo. Il serbo – che un anno fa aveva trionfato a Parigi – cede il trono del mondo all’unico rivale che è riuscito a batterlo tre volte negli ultimi quattro precedenti. I suoi punti in classifica ad oggi sono 8360, mentre Sinner è già volato a quota 9525 dopo la vittoria ai quarti contro Dimitrov e se dovesse vincere il Roland Garros arriverebbe a 10.725 punti. Numeri che riflettono quanti il 22enne altoatesino sia stato dominante a partire dallo scorso autunno e in particolare in questa prima parte di 2024.

Lunedì 10 giugno – con l’aggiornamento ufficiale da parte dell’Atp – Sinner diventerà il 29esimo tennista a issarsi al vertice della classifica mondiale da quando nel 1973 è stato introdotto il sistema computerizzato. Il primo fu Ilie Nastase, mentre il record di settimane consecutive da numero uno appartiene a Roger Federer (237). Djokovic detiene il primato di settimane totali al vertice: 427. Dopo aver detronizzato definitivamente Rafa Nadal a febbraio 2020, il serbo ha già perso la prima posizione sia a favore di Daniil Medvedev che di Carlos Alcaraz. Poi però è sempre tornato lui il numero 1. Il sorpasso subito da Sinner invece ha un sapore diverso, sa di passaggio di consegne.

Da un lato infatti c’è l’età di Djokovic, che ha appena compiuto 37 anni e ha fatto intravedere qualche crepa nel suo fisico e pure nella sua encomiabile determinazione. Dall’altro c’è soprattutto l’ascesa di Sinner, che non arriva al vertice dopo un exploit (vedi Medvedev) o grazie a un impatto devastante sul circuito (vedi Alcaraz). L’azzurro ha costruito mattoncino dopo mattoncino il suo status di campione, ma da quando ha trovato la quadra definitiva intorno al suo gioco ha avuto un ruolino di marcia impressionante. Le Atp Finals di Torino perse in finale contro Djokovic hanno ufficializzato l’arrivo del nuovo Sinner. Poi ha collezionato in sequenza: vittoria della Coppa Davis, vittoria degli Australian Open (il primo Slam in carriera), vittoria dell’Atp 500 di Rotterdam, semifinale a Indian Wells, vittoria del Masters 1000 di Miami, semifinale a Montecarlo e ritiro ai quarti di finale a Madrid.

Solo l’infortunio all’anca destra che lo ha costretto a fermarsi durante il 1000 spagnolo e a saltare gli Internazionali di Roma ha parzialmente arrestato la corsa di Sinner. L’azzurro è tornato sul campo per disputare il Roland Garros, ma anche senza giocarlo sarebbe diventato il nuovo numero 1. Il sorpasso non è avvenuto per demeriti di Djokovic (semmai lo hanno accelerato), era semplicemente il destino inevitabile di un tennista che nel 2024 ha una percentuale di vittorie del 94%. Qualcosa di vicinissimo alla definizione di imbattibile. Per questo non è solo un vezzo o un moto di euforia dire che oggi Sinner è il tennista più forte al mondo. Lo certificano i risultati e lo certifica la classifica.

Semmai, un eventuale riacutizzarsi del dolore all’anca potrebbe frenare la sua permanenza al vertice del ranking Atp. Da qui fino agli Us Open, Djokovic deve difendere più punti di Sinner: la finale a Wimbledon, le vittorie a Cincinnati e appunto a New York. Sinner invece la scorsa estate aveva conquistato il suo primo Masters 1000 a Toronto, ma era uscito in semifinale sull’erba londinese (proprio contro Djokovic) e agli ottavi degli Us Open contro Zverev. Se era quasi impensabile vedere l’azzurro al numero 1 del mondo già a Parigi, ora è molto probabile immaginare che Sinner sarà ancora in testa alla classifica a settembre. Ma, come detto, non sono solo i meri calcoli a dare la sensazione che il sorpasso su Djokovic sia quasi definitivo. C’è il servizio sempre più veloce e preciso, c’è la varietà di accelerazioni da fondo campo senza eguali nel circuito, c’è la tenuta mentale e ora anche fisica, c’è una preparazione tattica maniacale. È il tennis che mette in campo a parlare per Sinner. E a zittire chi lo criticava.

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