Nell’attuale situazione di estrema emergenza ogni energia va fatta convergere sull’obiettivo di fermare i criminali guerrafondai che colla loro nefanda follia ci spingono ogni giorno di più nell’abisso.

Occorre pervenire alla pace negoziata sia in Ucraina che in Palestina. Nel primo caso ripartendo dagli accordi del marzo 2022 sabotati a suo tempo irresponsabilmente da Boris Johnson e dalla Nato. Nel secondo caso occorre il ritiro immediato delle truppe israeliane e dei coloni da ogni territorio palestinese occupato per procedere il più rapidamente possibile all’instaurazione di uno Stato palestinese riconosciuto e tutelato internazionalmente anche attraverso l’invio di una forza di interposizione armata sotto l’egida delle Nazioni Unite. Vanno severamente puniti i criminali che si sono macchiati di orrendi crimini verso i civili, come il genocida Netanyahu e i suoi accoliti, mentre quelli come Stoltenberg che ci portano al macello nucleare vanno privati di ogni potere, mediante lo scioglimento della Nato, arnese obsoleto, inutile e pericoloso, funzionale solo al soddisfacimento delle voraci lobby armamentiste.

Il governo Meloni, il peggiore che l’Italia abbia mai conosciuto dopo la Liberazione dal nazifascismo, è parte integrante di questo osceno meccanismo di morte che ha fatto fuori quasi quarantamila Palestinesi in nemmeno sei mesi e minaccia di spazzarci via tutti. Mentre continuano a fornire armi e munizioni al genocidio e alla guerra, Meloni e i suoi ministri danno prova di tragicomico contorsionismo dialettico per tentare di restare in qualche modo in sintonia col prevalente sentimento pacifista del popolo italiano. Il lavoro è sempre più umiliato e la repressione aumenta.

Occorre costruire un’efficace opposizione a tutto ciò. In che modo? In primo luogo con la lotta e la mobilitazione politica, ben esemplificata dal numeroso e combattivo corteo, affollato da migliaia di giovani, promosso da Potere al Popolo e altri, che ha percorso sabato 1 giugno le vie di Roma per protestare contro il governo. Un corteo ben più numeroso del contemporaneo comizio della presidente del Consiglio che però ha ricevuto tutta la attenzione dei soliti media. Quella indicata dalla manifestazione di sabato è la strada maestra da seguire.

In secondo luogo lo sciopero generale, come proposto da Paolo Ferrero ed altri. Di fronte alla prospettiva sempre più concreta di una guerra devastante è davvero intollerabile il silenzio delle principali organizzazioni dei lavoratori, prima fra tutte la Cgil che deve uscire una volta per tutte dal suo colpevole letargo, che è funzionale solo alla servile accondiscendenza nei confronti del Partito democratico della guerra.

Ma qualche altra considerazione va dedicata al momento elettorale europeo
di domenica prossima. Occorre anzitutto evitare di fare tre cose e cioè: primo astenersi, secondo votare i partiti di governo anche se taluni di loro si travestono oggi da agnelli per biechi fini elettorali, terzo votare Pd anche se l’ondivaga Schlein ha voluto presentare degli specchietti per le allodole, sia pure di indubbio pregio, come Tarquinio o Cecilia Strada.

Residuano tre liste (Cinquestelle, Alleanza Verdi Sinistra, Pace Terra e Dignità) che presentano vari limiti di natura differente tra di loro, ma che propongono candidati di indubbio spessore e sicura coerenza. Ne voglio segnalare qualcuno sulla base delle mie personali conoscenze ed esperienze.

In primo luogo Ilaria Salis, che si candida coll’Alleanza Verdi Sinistra nella Circoscrizione Nord-ovest e in quella delle isole. La vicenda di Ilaria è nota ed in virtù della stessa ella è divenuta un simbolo della lotta per la libertà, la pace e i diritti umani in prospettiva antifascista. Segnalo quindi Massimiliano Smeriglio, candidato AVS in varie Circoscrizioni davvero encomiabile per il suo coraggio di rompere con il Pd proprio sulla questione della pace e particolarmente benemerito per il suo attivo impegno a fianco di Cuba e contro il bloqueo.

Infine, last but not least, un forte pensiero ed un augurio per Ali Rashid, storico dirigente palestinese che si candida con Pace Terra Dignità nella Circoscrizione Centro. Conosco Ali da molti anni e so che ha sempre mostrato grande sensibilità per i temi della pace e dei diritti dei popoli. Inutile aggiungere l’enorme significato politico che riveste oggi il voto per un membro del popolo che oggi sta subendo un orrendo martirio ma rappresenta al tempo stesso l’avanguardia di tutti i popoli, compreso il nostro, in lotta per la loro liberazione. Il mio voto andrà ad Ali Rashid.

Insomma domenica prossima – io credo – c’è l’imbarazzo della scelta e non è necessariamente un male. L’importante è che le prossime elezioni europee infliggano una sberla memorabile a Von der Leyen, Meloni e compagnia. Dopo occorrerà riprendere il cammino unitario per la costruzione di una forza politica radicata nel popolo e chiara negli obiettivi che costituisce l’unica risposta vincente alla crescente disaffezione dalla politica, anticamera della catastrofe.

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