Sei consiglieri d’indirizzo e un consigliere d’amministrazione della fondazione Cassa di risparmio di Torino sono indagati dalla Procura del capoluogo piemontese per “illecita influenza sull’assemblea” dei soci, reato previsto dall’articolo 2636 del codice civile che punisce chi “con atti simulati o fraudolenti, determina la maggioranza in assemblea allo scopo di procurare a sè o ad altri un ingiusto profitto”. Martedì, su ordine del procuratore aggiunto Marco Gianoglio, uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza hanno eseguito decreti di perquisizione e sequestro di supporti informatici nelle province di Torino, Alessandria, Asti, Novara e Vercelli. Le perquisizioni non hanno interessato la sede della Fondazione, ma solo le abitazioni e gli uffici degli indagati.
Il fascicolo è stato aperto sulla base di due esposti su un presunto patto occulto tra soci per controllare Crt, presentati dall’ex presidente Fabrizio Palenzona e dall’ex segretario generale Andrea Varese, inviati rispettivamente al ministero dell’Economia (a cui spetta la vigilanza sulle fondazioni bancarie) e ai magistrati. Ad aprile sia Palenzona che Varese si erano dimessi dalle cariche: “Taluni componenti degli organi sociali hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione dell’ente”, aveva denunciato il primo, dicendosi indisponibile a “compromessi su etica e legalità”. Palenzona era tornato a guidare la fondazione nell’aprile del 2023, dopo essere stato vicepresidente di Unicredit, capo della lobby delle autostrade Aiscat ed ex manager dei concessionari Gavio e Benetton.
Dopo aver ricevuto l’esposto, anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha deciso di inviare i propri ispettori alla fondazione: “Credo che sia necessario approfondire in modo serio le ultime situazioni. Anche gli approfondimenti che ha deciso di fare la magistratura impongono questo tipo di approccio”, ha detto, rispondendo ai cronisti a margine di una visita a Bergamo. A chi gli ha chiesto se la mossa sia un preludio al commissariamento, ha risposto citando l’unico precedente, quello della Fondazione Banco di Napoli nel 2018: in quel caso, ha ricordato, “prima del commissariamento sono arrivati gli ispettori. Non è direttamente una conseguenza ma è un dato oggettivo”.