Scienza

Individuate sette stelle candidate a “ospitare” la presenza delle sfere di Dyson. Lo studio degli astronomi

Nello sconfinato spazio della nostra galassia ci sarebbero almeno sette stelle che mostrano segni riconducibili alle sfere di Dyson. Queste, secondo gli scienziati, sono ipotetiche costruzioni realizzate da civiltà dotate di abilità tecnologiche avanzate per sfruttare l’energia delle loro stelle o dei buchi neri circostanti. La scoperta ha attirato l’attenzione di chi è impegnato nella ricerca di vita extraterrestre e anche di chi vi è appassionato.

Nel settore della ricerca si ritiene che le sfere di Dyson siano intercettabili grazie alle grandi quantità di radiazioni infrarosse da loro emesse nel processo di estrazione di energia dalle stelle. Dunque, nel rintracciarle uno dei metodi più utilizzati è la caccia ai picchi in queste lunghezze d’onda, noti come emissioni in eccesso di infrarossi (IEE).

I ricercatori alla base dello studio hanno sfruttato un programma informatico per cercare queste emissioni in oltre 5 milioni di stelle nella nostra galassia, esaminate da osservatori come il satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea e il Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) della Nasa. E il programma ha risposto trovando sette stelle candidate a ospitare sfere di Dyson, dietro cui quindi si potrebbero nascondere forme di civiltà avanzate. Tuttavia, come spiega Focus, l’eccesso di infrarossi potrebbe derivare da altri fattori: “La presenza di dischi di detriti caldi, per esempio, che circondano le nostre stelle candidate rimane una spiegazione valida”.

La scoperta è stata pubblicata il 6 maggio sulla rivista scientifica Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Il concetto di sfera di Dyson è apparso per la prima volta nel 1960 ed è stato teorizzato dal fisico, morto nel 2020 a 96 anni, Freeman John Dyson. L’idea generale alla sua base sostiene, appunto, che una civiltà tecnologicamente avanzata aliena sarebbe in grado di costruire delle strutture enormi intorno alle loro stelle per trarne energia. La versione più estrema di queste strutture vedrebbe una sfera racchiudere un’intera stella.

Lo studio