“La criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande” per i flussi regolari di migranti per ragioni di lavoro e, così, i “decreti flussi” approvati da questo governo (ma anche i precedenti) “sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per “pratica”)”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso di un’informativa al Cdm dove ha anche annunciato di essersi recata in mattina dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Melillo, “per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del cosiddetto Decreto Flussi”.

“Fare piena luce su degenerazioni” – Meloni ha fatto sapere ai ministri che il gruppo tecnico di lavoro ha effettuato “una ricognizione solo sui due decreti flussi varati” dal suo governo: “Da quel monitoraggio emergono dati allarmanti“, ha fatto sapere la presidente del Consiglio sottolineando che “è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto“. Da qui la decisione di coinvolgere la procura nazionale Antimafia affinché venga fatta “piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni”. Ed elenca anche alcuni dati: “Da alcune regioni, su tutte la Campania – ha sottolineato -, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese”.

Dna: “Fascicolo? Noi coordiniamo indagini procure” – “L’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti”, ha detto Meloni. Ma subito dopo l’annuncio la Procura antimafia ha precisato che, in merito alle ipotesi dell’apertura di un fascicolo di indagine dopo l’esposto della premier, “la direzione nazionale antimafia ha funzioni di impulso e coordinamento di indagini delle procure distrettuali“.

La situazione in Campania – “Sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero – ha proseguito Meloni -, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, per esempio nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%. Dato ancora più preoccupante – ha aggiunto – è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta sottoscrive poi un contratto di lavoro”.

Procura di Napoli: “Fenomeno da tempo monitorato” – Così la presidente del Consiglio chiede alla magistratura di indagare. Ma fonti della procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, confermano all’Ansa che il fenomeno è monitorato con attenzione da tempo. Quindi l’argomento sarebbe tutt’altro che ignoto e non solo in Campania. Ad esempio lo scorso marzo un’inchiesta della Procura di Lecce ha portato all’arresto di tre imprenditori salentini accusati di avere favorito l’immigrazione clandestina eludendo il “Decreto Flussi” attraverso la falsificazione di atti e documenti attestanti fittizie assunzioni. I tre imprenditori avrebbero chiesto, secondo l’accusa, 1.500 euro per ogni pratica relativa al rilascio del permesso di soggiorno (la cifra, tra l’altro citata proprio da Meloni).

Gli ingressi dal Bangladesh – “L’ipotesi di infiltrazioni criminali – ha evidenziato Meloni – sembra avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del ‘Decreto Flussi’ proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. I bengalesi, ricordo, sono anche la prima nazionalità di immigrazione illegale nei primi cinque mesi di quest’anno, e questo presuppone un collegamento forte tra organizzazioni criminali che operano nel paese di partenza e organizzazioni criminali che operano nel paese di arrivo”, ha detto.

Le mosse del governo – Dal canto suo il governo si appresta a individuare “le necessarie soluzioni per il futuro“: “Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”, ha aggiunto. Gli aspetti su cui intervenire “sono quelli della verifica delle domande di nulla osta al lavoro, del meccanismo del click day, della definizione delle quote, del rafforzamento dei canali di ingresso speciali, e più in generale della collaborazione con le associazioni di categoria, allo scopo di definire i fabbisogni di manodopera”, ha concluso Meloni.

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