C’è voluto un bel po’ di tempo, dopo le dimissioni forzate decise dal ministro Matteo Salvini e dal consiglio dei ministri, perché Luigivalerio Sant’Andrea, commissario straordinario delle opere olimpiche, uscisse definitivamente da Infrastrutture Milano Cortina (Simico), di cui è stato amministratore delegato, direttore generale e commissario straordinario. Non sempre i tempi delle decisioni e della trasparenza sono lineari, anche se riguardano dirigenti pubblici di livello, e possono ingenerare singolari paradossi. In questo caso, dopo il terremoto provocato da Salvini il 16 febbraio, la posizione di Sant’Andrea era diventato un mistero all’interno della società che si occupa di costruire le opere sportive e non sportive che fanno parte del pacchetto da 3,6 miliardi di euro finanziati dallo Stato per le Olimpiadi invernali 2026.

Formalmente non era più amministratore delegato generale di Simico, visto che al suo posto era stato nominato Fabio Massimo Saldini, proveniente da Pedemontana Lombarda, un esperto di strade molto gradito al ministro. Una scossa voluta dal governo, visto che ben due aste per realizzare la pista da bob da 125 milioni di euro erano andate deserte durante il 2023. Quando Salvini ha tirato fuori dal cilindro un progettolight, assegnato a gennaio con una gara all’Impresa Pizzarotti, Sant’Andrea aveva capito che il suo tempo si era compiuto anticipatamente. Era accaduto anche per il Mondiali di sci di Cortina del 2021: l’ingegnere romano, era stato nominato commissario straordinario nel 2018 (era in ottimi rapporti con il ministro dello sport Luca Lotti), ma nel luglio 2020 aveva lasciato l’incarico, sette mesi prima che si disputassero le gare in piena pandemia da Covid.

Lo scorso febbraio Sant’Andrea ha pagato anche i ritardi nella realizzazione di altre opere, non solo il flop della pista da bob. Non a caso il consiglio di amministrazione è stato in parte modificato, inserendo, oltre al nuovo ad Saldini, anche l’ingegnere Manuela Manenti, con un delega specifica di monitoraggio e coordinamento delle attività di internal auditing e rendicontazione per accelerare procedure e progetti. Il nome del nuovo amministratore delegato è stato prontamente sostituito nel sito “trasparenza” di Simico, mentre quello di Sant’Andrea è rimasto nel limbo. È scomparso subito dall’elenco del cda, da cui risultava che il suo guadagno era fino a quel momento di 159.589,10 euro all’anno, come direttore generale, e di 20mila euro quale amministratore delegato. Eppure per alcune settimane nell’organigramma societario era rimasto il suo nome nella casella di direttore generale.

Una anomalia tale da far pensare che potesse aver salvato il posto di direttore generale, in realtà connesso strettamente a quello dell’amministratore delegato. Simico aveva fatto sapere – informalmente – che l’ingegnere era semplicemente in ferie, per quello il suo nome non era stato ancora espunto. Finite le ferie, si sarebbe concluso anche il rapporto di lavoro. Evidentemente è stato così, ma i mesi sono trascorsi senza che il sito della società fornisse informazioni aggiornate. Con un evidente paradosso. Nell’elenco dei “dirigenti cessati” risultava solo il nome di Saldini – nel frattempo diventato nuovo ad – visto che era stato assunto l’1 luglio 2022, quale responsabile unico del procedimento, salvo andarsene il 9 gennaio 2023. Nello stesso elenco dei dirigenti cessati non era c’era però quello di Sant’Andrea, il quale avrebbe dovuto essere ormai fuori dalla società.

Sono dovuti trascorrere tre mesi e mezzo (dal 16 febbraio) per apprendere (l’inserimento del dato è recentissimo) che il contratto di lavoro di Sant’Andrea con Simico è scaduto il 22 marzo 2024, a fronte dell’assunzione avvenuta l’1 maggio 2022. Quindi è rimasto a libro paga per quasi due anni. Nel frattempo Saldini è stato nominato anche direttore generale della società che si occupa di piste, palazzetti dello sport, Sliding Centre, villaggi olimpici, strade, ponti e varianti. Solo ora sappiamo che la data di assunzione nella posizione organizzativa risale al 18 marzo, cinque giorni prima che il Parlamento approvasse la conversione in legge del decreto del governo, che non solo mutava la governance di Simico, ma assegnava una parte delle opere ad Anas, Rfi e Ferrovienord. Tre mesi e mezzo dopo non sappiamo, invece, se i nuovi amministratori (e soprattutto il nuovo direttore generale) guadagneranno quanto quelli precedenti. La pagina risulta, infatti, “in allestimento” dal giorno in cui Salvini ha messo le mani su Simico, con la missione di far costruire a Pizzarotti la nuova pista da bob di Cortina.

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