E chi se non loro due? Partite in otto, ma in fondo ci arrivano e con una prova di forza schiacciante. Per il quarto anno consecutivo, come da scontato pronostico, Olimpia Milano e Virtus Bologna si giocheranno la finale scudetto dei playoff di Legabasket Serie A. Milano per la riconferma, Bologna per la redenzione. Per entrambe, però, l’opportunità di dare un senso a una stagione che quest’anno non ha dato le risposte sperate, soprattutto in campo europeo. Certo, non è stato chiesto di vincere l’Eurolega, ma quantomeno cercare di arrivare tra le prime otto considerando i due roster a disposizione. Così non è stato e ora Olimpia e Virtus dovranno contendersi l’ennesimo scudetto. A differenza dello scorso anno, la serie sarà ridotta alle 5 gare (rispetto alle classiche 7) in virtù della presenza del Preolimpico dell’Italbasket a San Juan, nel mese di luglio. Si parte giovedì 6 giugno alla Virtus Segafredo Arena, l’8 giugno gara 2 sempre a Bologna e poi martedì 11 la prima sfida al Forum di Assago, la casa dell’Olimpia.

Mirotic la stella, ma non è l’unico a fare la differenza
Acquistato per questo, mai decisivo come nell’ultimo periodo. Nikola Mirotic sta finalmente mettendo tutti d’accordo: contro Brescia – davanti agli occhi di Roberto Baggio – l’ex Nba è stato l’uomo in più della serie. Dopo un’annata di luci e ombre, il talento del campione esce fuori nel momento più importante. “Sono il più vecchio della squadra, ma ogni giorno quando arrivo per l’allenamento sono il ragazzino di allora. I playoff richiedono mentalità, gioco, fisicità superiori”. Parole da vero leader di Kyle Hines: all’età di 38 anni, l’ennesima occasione di aggiungere alla propria bacheca un altro successo. L’Olimpia può dunque contare su un gruppo di veterani e, soprattutto, sul fattore campo: dopo la sconfitta in Gara 1 nel primo turno – contro Trento – Milano non ha più perso al Forum.

L’eterno Belinelli e il fattore Shengelia
Se si parla di veterani e campioni, la Virtus non è da meno. E non è un caso se l’MVP del campionato è stato consegnato a Marco Belinelli: il numero sulla carta d’identità non sembrerebbe fermare le ambizioni e il rendimento dell’ex San Antonio Spurs. “Sono orgoglioso di essere di nuovo in finale, ora abbiamo voglia di chiudere nel modo giusto. La stanchezza? Abbiamo giocato tanto, ma ognuno di noi sa che c’è rimasto ancora qualcosa nel serbatoio. Ci mancano dalle tre alle cinque partite e c’è voglia di finire nel migliore dei modi“, ha dichiarato il numero 3. Forse, rispetto a quanto ci si aspettava, le V nere hanno faticato eccessivamente per presentarsi all’appuntamento dell’anno, soprattutto se si pensa al primo turno contro Tortona. Quello, però, ormai rappresenta il passato. E con un Toko Shengelia così, la squadra di Luca Banchi può compiere l’impresa.

I precedenti in stagione
Olimpia e Virtus si affronteranno per la sesta volta in questa stagione. Si conclude da dove si era cominciato: la prima partita, infatti, coincide con la semifinale di Supercoppa italiana dello scorso settembre in cui Bologna si impose 78-73 grazie al duo Shengelia-Mickey. La regular season è terminata sull’1-1, i protagonisti? Belinelli e Melli. Anche in Eurolega, una vittoria per parte: il successo al Forum di Shields e compagni coincide con l’ultimo incontro, per ora.

Dunque, la Virtus farà il possibile per vendicare la sconfitta in Gara 7 dello scorso anno che ha consegnato la terza stella all’Olimpia. Una stagione dopo, alcuni protagonisti sono cambiati ma la rivalità sportiva è rimasta la stessa. Il basket italiano, per il quarto anno di fila, offre il miglior spettacolo possibile. Preannunciata sì, ma non dall’esito già scritto.

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