Televisione

“Se Amadeus se ne va e si porta via anche i format è un guaio per la Rai”: la protesta dei giornalisti dell’Usigrai dopo l’annuncio de I Soliti Ignoti sul Nove

Con un comunicato contro l’azienda, il sindacato Usigrai commenta le parole di Laura Carafoli, responsabile dei contenuti del gruppo Warner Bros. Discovery per il Sud Europa, che ha annunciato in un’intervista a Repubblica che Amadeus condurrà a inizio stagione sul Nove uno dei suoi programmi storici, I Soliti Ignoti

di F. Q.
“Se Amadeus se ne va e si porta via anche i format è un guaio per la Rai”: la protesta dei giornalisti dell’Usigrai dopo l’annuncio de I Soliti Ignoti sul Nove

“Se Amadeus se ne va e porta con sé anche i suoi format di successo, per la Rai sarà un problema non da poco. In ballo ci sono contratti pubblicitari e pubblico che potrebbero cambiare canale”. Con queste parole l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, torna all’attacco contro l’azienda, accusando la dirigenza di miopia e arroganza nella gestione dei talenti e delle risorse. Lo fa con un comunicato che fa seguito alle parole di Laura Carafoli, responsabile dei contenuti del gruppo Warner Bros. Discovery per il Sud Europa, che nelle scorse ore ha annunciato in un’intervista a Repubblica che Amadeus condurrà a inizio stagione sul Nove uno dei suoi programmi storici, I Soliti Ignoti, che andrà in onda con il titolo originale Identity. Un colpo durissimo per Viale Mazzini, che non solo ha perso uno dei suoi volti di punta ma rischia ora di dover far a meno anche di un programma di grande richiamo per il pubblico.

A poco valgono le generiche rassicurazioni dei vertici in scadenza sul mantenimento dei perimetri occupazionali”, tuona l’Usigrai. “Da parte nostra registriamo solo tagli alle retribuzioni, azzeramento degli investimenti sulle news, riduzione degli organici, chiamate dirette di nuovi collaboratori esterni e una innaturale proliferazione di qualifiche ad personam che appare più spesso sganciata da qualsiasi ragionamento industriale e di prodotto. Una logica complessiva – sottolinea ancora il sindacato – che sta aumentando il lavoro di desk dei giornalisti che, senza troupe e tecnici per realizzare i servizi, non escono più dalle redazioni e sono sempre più condizionati dall’uso di immagini e notizie confezionate dagli uffici stampa invece che dalla possibilità di verificare direttamente i fatti”. L’Usigrai conclude chiedendo quindi un cambio di rotta radicale per un'”informazione che sia realmente al servizio dei cittadini e non megafono di interessi particolari”.

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