“Cari studenti, Israele non è un regime”, con questo titolo il quotidiano Repubblica del gruppo Gedi (Agnelli-Elkann) pubblica oggi a doppia pagina (con richiamo in prima) una lunga lettera dell’accademico Denis MacEcoin. Di fianco compare un “intervento” del direttore Maurizio Molinari, titolo: “Il seme dell’odio viene dal 7 ottobre”. Ad introdurre la lettera di MacEoin ci sono queste righe: “Pubblichiamo una risposta di Denis MacEoin alla mozione presentata dall’Associazione studentesca dell’Università di Edimburgo per boicottare tutto ciò che è israeliano e in cui si afferma che Israele è governato da un regime di apartheid. Denis MacEoin è un esperto di affari del Medio Oriente. Ecco la sua lettera agli studenti”.

Tutto bene, se non fosse che MacEoin è morto nel 2022 e la lettera risale addirittura al 2011. Tuttavia, Repubblica non specifica questo “dettaglio”. Eppure in questi 13 anni di cose ne sono successe un bel po’. Già prima del 7 ottobre e dell’ avvio di una procedura dell Corte di giustizia internazionale per valutare se Israele stia perpetrando un genocidio. Ci sono state altre risoluzioni Onu, tra cui quella del 2018 in cui si criticava la risposta israeliana alle proteste (in gran parte pacifiche) svoltesi a Gaza. L’esercito israeliano uccise 223 persone, tra cui 43 bambini. Il governo israeliano ha virato sempre più a destra, gli espropri illegittime di terre in Cisgiordania continuano.

Chissà quindi se MacEoin avrebbe scritto le stesse cose. Visti i contenuti della lettera, in cui viene negata qualsiasi responsabilità di Israele per qualunque cosa, forse sì. MacEoin non fu peraltro un intellettuale particolarmente aperto alle critiche. Per 10 anni gestì un blog dedicato alla difesa di Israele dalle accuse di essere uno stato illiberale con tratti di apartheid. Per le sue posizioni fu definito neoconservatore e alcune sue pubblicazioni furono accusate di contenere diverse falsificazioni.

La “svista” di Repubblica della mancata datazione non è comunque passata inosservata. Molte le segnalazioni sui social. A questo punto la redazione di Repubblica risponde scusandosi mentre la data della lettera viene aggiunta nella versione on line.

Può essere che si sia trattato davvero di un errore innocente. Ma i precedenti autorizzano qualche dubbio. Il direttore Maurizio Molinari, sfiduciato dalla redazione, negli scorsi mesi è stato in più occasioni accusato di un certo eccesso di partigianeria pro Israele. Come nel caso di un’intervista al cantante Ghali, fatta sparire, perché mancava un riferimento ai fatti del 7 ottobre.

Netta la presa di posizione del Comitato di redazione della testata che scrive in una nota “Il Cdr di Repubblica prende le distanze dalla pubblicazione avvenuta oggi, e voluta dalla direzione, dal titolo “Cari studenti, Israele non è un regime” a firma di Denis MacEoin: scritto risalente al 2011 di uno studioso deceduto nel 2022, entrambi particolari non menzionati in pagina. Siamo convinti che così facendo, decontestualizzando fatti e opinioni, non si stia facendo un buon servizio al giornalismo e alla credibilità di “Repubblica”. Questo è purtroppo l’ennesimo caso sconcertante che siamo costretti a denunciare, con l’unico scopo di salvaguardare collettivamente il nostro lavoro, la nostra professionalità e la nostra reputazione”

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