Vacche trattate come oggetti, talmente sfiancate dai ritmi di produzione da essere incapaci di reggersi sulle zampe e quindi scaricate dai camion trascinate a forza, tirate con un cavo d’acciaio legato a zampe o anche a punti più sensibili come corna o collo. E, ancora, avviate al macello appese per le zampe mentre sono ancora coscienti.

Sono le gravi irregolarità e violenze di un grande stabilimento di macellazione in provincia di Pavia denunciate da Essere Animali. Gli attivisti dell’associazione hanno raccolto le immagini, girate con telecamere nascoste, delle violenze: i video sono scioccanti. La denuncia, riporta Essere Animali, ha portato a processo cinque persone: il procedimento è iniziato lo scorso marzo.

L’associazione ha raccolto prove che mostrano lo scarico di almeno 144 bovini “a terra” provenienti da diversi allevamenti per la produzione di latte situati nel Nord Italia. Nei confronti dei responsabili e dei lavoratori coinvolti l’associazione ha depositato denuncia per maltrattamento e uccisione di animali, un reato, scrivono “riservato a chiunque provochi la morte di un animale per crudeltà o senza necessità”.

Secondo la legge, denuncia ancora Essere Animali, inoltre, “nessuno è autorizzato a trasportare o a far trasportare animali in condizioni tali da esporli a lesioni e/o a sofferenze inutili”.

I video mostrano appunto animali trascinati a forza, tirati con un cavo d’acciaio legato alle zampe o a parti ancora più sensibili come corna o collo, spinti con una forca o ancora pungolati con scariche elettriche ripetute. In un caso una mucca con un’evidente malformazione alla zampa viene trascinata con una corda attaccata alle corna e un cavo legato al muso , “un’operazione molto violenta e dolorosa anche a causa delle ripetute cadute dell’animale che sbatte più volte il muso sulla rampa del camion”.

“Oltre a provocare terribili e prolungate sofferenze, queste azioni possono comportare la diffusione di patogeni perché non rispettano i protocolli di biosicurezza – dicono ancora gli attivisti – In aggiunta alle sofferenze fisiche quindi, i bovini patiscono un fortissimo stress emotivo, osservando i loro simili mentre vengono uccisi, udendo le loro urla e percependo l’odore del sangue.

“Già in passato in questo stabilimento erano state documentate gravi condotte nei confronti degli animali, a seguito delle quali era scaturita anche un’indagine. Inoltre, questa investigazione si aggiunge alle già numerose inchieste che evidenziano problematiche sistemiche anche in altri macelli e allevamenti intensivi del nostro paese. Possiamo anche capire la difesa dell’industria e della politica nei confronti del Made in Italy, ma è urgente che i decisori affrontino la questione della riforma della zootecnia italiana e delle leggi di protezione degli animali, anche alla luce della promessa di un cambiamento del sistema normativo europeo che invece non c’è stato – dice Simone Montuschi, Presidente di Essere Animali – Non esageriamo quando affermiamo che immagini come queste, che documentano violenze inferte agli animali da lavoratori impreparati, macellazioni inadeguate e trasporti crudeli, non costituiscono più il caso isolato, la mela marcia, ma sono proprio il risultato di leggi inesistenti o inefficienti”.

La denuncia di Essere Animali è stata depositata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia nei confronti dei responsabili dello stabilimento di macellazione e dei lavoratori coinvolti nelle violenze, per i presunti reati previsti e puniti dagli articoli 544 bis c.p. (“Uccisione di animali”) e 544 ter c.p. (“Maltrattamento di animali”). Il processo, fa sapere l’associazione, è iniziato a marzo del 2024.

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