X è diventato XXX? Insomma, non proprio. Si fa un gran parlare nelle ultime ore di una sorta di radicale cambiamento di rotta della piattaforma social di proprietà di Elon Musk sui contenuti pornografici. Questione formalmente vera perché sono state modificate alcune norme sul tema dei contenuti per adulti e per quelli violenti, ma non in chiave di “liberi tutti”, anzi. Se seguissimo molte testate italiane sembrerebbe che X improvvisamente stia diventando una piattaforma come Onlyfans; mentre se andiamo a leggere l’articolo che il Guardian dedica alla questione capiamo meglio che siamo dalle parti del tanto rumore per nulla.
“X di Elon Musk ora consente ufficialmente i contenuti pornografici sulla sua piattaforma, ma afferma che bloccherà la visualizzazione di post per adulti e violenti da parte di utenti minori di 18 anni o che non hanno aderito alla visualizzazione”, spiega secco il Guardian. Infatti da un lato X ufficializza ciò che già accadeva dai tempi di Twitter: singole foto e brevi filmati pornografici o solo erotici si possono vedere sia senza filtri, sia superando la barriera in entrata dove appare l’avviso “Contenuto per adulti – abbiamo etichettato questo post in quanto include materiale per adulti”.
Se fino a ieri, e da domani, bastava cliccare “visualizza” e in un attimo si accedeva e si accederà ai contenuti hard, come dire, il team Musk ci aggiunge che si continuerà a farlo alla luce del sole perché loro nel porno non ci vedono nulla di male. Infatti, il celebre amato/odiato tycoon americano, probabile ago della bilancia elettorale per le presidenziali di novembre 2024 (sempre se ufficializzerà il suo passaggio dall’appoggio democratico a quello repubblicano per Trump), ha pensato bene di applicare un principio culturalmente libertario motivandolo ufficialmente. “L‘espressione sessuale è una forma legittima di espressione artistica: sosteniamo l’autonomia degli adulti nel creare e interagire con contenuti affini alla loro fede, ai loro desideri e alle loro esperienze, inclusi i contenuti relativi alla sessualità”, è scritto da poche ore nelle regole condivise per gli utenti di X.
Peccato, però, che su Twitter fosse, come abbiamo appena scritto, ampiamente già visibile e disponibile qualsiasi delizia v.m.18. Prendiamo due esempi pratici. Il profilo Twitter della più popolare pornostar statunitense: Adriana Chechik. Ebbene una volta aperta la pagina sbuca la schermata oscurata che avvisa la presenza di “contenuti potenzialmente sensibili” e sotto il link per procedere comunque. Invece per pornostar ancora poco conosciute non c’è nemmeno il filtro iniziale (una a caso: Hazel Moore), tanto che si apre subito il profilo zeppo di clip molto hard. Twitter, ora X, è sempre stato usato da migliaia di professioniste e professionisti di Onlyfans come spazio pubblicitario. Insomma, poco ci manca che stiamo a parlare di niente. Anzi, paradossalmente, se non ci si ferma alla dichiarazione sul fatto che a X non si schifano per i contenuti porno come principio filosofico, vediamo che la “svolta” di Musk&Co. è formalmente più protettiva rispetto al porno di prima. “Agli utenti che pubblicano contenuti per adulti, inclusi nudità e atti sessuali impliciti o espliciti, X ha chiesto di modificare le impostazioni multimediali in modo che le loro immagini e i loro video siano protetti da un avviso di contenuto prima che possano essere visualizzati”, scrive il Guardian. E conclude: “Gli utenti minori di 18 anni o coloro che non inseriscono la data di nascita nel proprio profilo non potranno visualizzare questo contenuto”.