Nonostante l’aumento della povertà assoluta secondo il governo Meloni non sia un problema, annunciare una mancia pre-elettorale per chi non arriva a fine mese è parsa a Francesco Lollobrigida un’opportunità da cogliere al volo. Così giovedì, a due giorni dal voto per le Europee, il ministro dell’Agricoltura insieme ai colleghi del Lavoro e Politiche sociali Marina Elvira Calderone, delle Imprese Adolfo Urso e al viceministro dell’Economia Maurizio Leo presenterà a Palazzo Chigi la nuova edizione della card Dedicata a te, limitatissimo aiuto per l’acquisto di alimentari di prima necessità, carburanti e abbonamenti ai trasporti, molto criticato dalle opposizioni e dagli esperti di politiche contro la povertà. Lo scorso anno il contributo, riservato alle famiglie con figli e Isee sotto i 15mila euro che non ricevano l’Assegno di inclusione o un sussidio di disoccupazione, era stato svelato l’11 luglio e la distribuzione delle card era iniziata pochi giorni dopo. Stavolta si anticipa al 6 giugno anche se i soldi – stavolta la cifra dovrebbe salire a circa 500 euro una tantum – potranno essere spesi solo da settembre.

Nessuno spot elettorale, ha giurato Lollobrigida la settimana scorsa in un’intervista al Messaggero: “La mia intenzione era presentare il nuovo sostegno subito dopo le elezioni europee, per non creare confusione con il voto. Ma visto che si parla erroneamente di ritardi e milioni di famiglie in difficoltà attendono un aiuto, devo a loro una risposta immediata“. Sollecitudine negata a chi pur essendo indigente non ha diritto alle misure introdotte dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, ma tant’è. Il fatto è che il trionfale annuncio del cognato della premier rischia di essere sporcato da un ostacolo non da poco: al momento, stando alle informazioni raccolte dal fattoquotidiano.it, nessuna delle grandi federazioni e confederazioni che nel 2023 avevano concordato con il suo ministero di concedere uno sconto del 15% a chi facesse acquisti con la card ha deciso se replicare l’esperimento. Le interlocuzioni sono in corso da tempo ma, alla vigilia della conferenza stampa al Mipaaf, non c’è alcuna certezza sulla conferma. Nonostante Lollobrigida si sia già “venduto” la possibilità per i titolari della card di ottenere riduzioni di prezzo ancora più corpose.

Federdistribuzione (che riunisce i big della gdo), Confcommercio, Confesercenti e Coop restano alla finestra. Durante gli incontri dei giorni scorsi hanno fatto presente a Lollobrigida che lo scenario da lui prefigurato un anno fa non si è materializzato: la presunta spinta promozionale alle vendite non ha compensato le perdite causate dagli sconti, che hanno rappresentato un costo netto. Confesercenti si riserva esplicitamente di non aderire nel caso la percentuale resti al 15%, anche se potrebbe ripensarci nell’ipotesi che il governo si presti a un do ut des e prenda in considerazione la richiesta di un intervento per contenere le commissioni sui buoni pasto, annoso problema che il decreto Aiuti del 2022 ha risolto solo per i ticket utilizzati dai dipendenti pubblici.

Senza gli sconti, l’importo caricato sulle card sarà in termini reali inferiore a quello del 2023, quando i beneficiari hanno ricevuto 460 euro complessivi contando anche il contributo aggiuntivo arrivato a fine anno. Un esito imbarazzante, anche se i circa 1,4 milioni di famiglie che hanno diritto all’aiuto se ne accorgeranno solo in autunno. Resta poi il fatto che i 600 milioni con cui l’ultima legge di Bilancio ha rifinanziato il Fondo per acquisto di beni di prima necessità, sommati a 50 milioni rimasti inutilizzati perché chi ne aveva diritto non ha ritirato la card Postepay, saranno comunque troppo pochi per coprire tutti i nuclei con almeno tre componenti e in difficoltà economica. Come l’anno scorso, molti rischiano di aprire le liste pubblicate sul sito del loro Comune e scoprire che in base ai dati a disposizione dell’Inps risultano “idonei non beneficiari: cioè rispettano i paletti previsti dal decreto ministeriale in fase di finalizzazione ma non vedranno un euro. Non un bello spot elettorale. Ma a quel punto le elezioni europee saranno ampiamente archiviate.

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