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“Il Lido di Dante è diventato il paradiso di scambisti e spacciatori, la spiaggia dei nudisti ora è piena di gente che si infratta”: la rabbia dei residenti

Tutta colpa degli scambisti, dei guardoni e delle male frequentazioni della spiaggia naturista della Bassona, un lembo di costa ancora selvaggio in provincia di Ravenna che prende il nome dal sommo poeta

di Simona Griggio
“Il Lido di Dante è diventato il paradiso di scambisti e spacciatori, la spiaggia dei nudisti ora è piena di gente che si infratta”: la rabbia dei residenti

Atti vandalici e sporcizia? Tutta colpa degli scambisti, dei guardoni e delle male frequentazioni della spiaggia naturista della Bassona, un lembo di costa ancora selvaggio in provincia di Ravenna che prende il nome dal sommo poeta: il Lido di Dante. La spiaggia è diventata, specie nella sua parte di pineta, una “selva oscura di spaccio e sesso fortuito”, spiega Alvaro Ancisi, consigliere d’opposizione con la Lista per Ravenna (moderati, centrodestra) che ha deciso di portare la questione in Consiglio comunale. Come rivela La Stampa, Alcisi ha accolto l’appello di Andrea Scarabelli, presidente della Pro Loco a Lido di Dante (che con Lido di Classe si divide la spiaggia della Bassona), a sua volta sollecitato dai residenti.

Il Lido è ormai un luogo di alcove spontanee e sporcizia, con “gente che si infratta in pineta in cerca di incontri occasionali o frequentazioni poco rassicuranti”, sottolinea. E’ in questo ambiente che, secondo Alcisi e la Pro Loco, vanno riscontrate le cause cdi incendi e atti vandalici sulle auto in sosta. Il degrado dell’area nascerebbe dalle nuove frequentazioni del luogo che negli anni si sono aggiunte a quelle dei naturisti. Tutt’altra gente, fra cui molti stranieri pacifici e alla ricerca del contatto diretto e rigenerante con la natura. Ecco la sua argomentazione: “La nostra piccola località nasce proprio da questo turismo straniero. Nelle culture nordiche è sempre stato naturale stare nudi in spiaggia. Poi però, quando l’italiano medio ha incominciato a capire che c’era del nudo, si è innescato un malcostume“.

Il passaggio è stato automatico: la nudità confusa con la sessualità. Come si risolve? L’idea di Ancisi presentata in Consiglio comunale a Ravenna è di rendere la Bassona “una super spiaggia green, con bar e servizi igienici e una filiera di smaltimenti per i rifiuti”. Per arrivare a questo, secondo il consigliere, la strada è abbastanza semplice. Si tratterebbe di creare una pista ciclo-pedonale sul tratto di strada dove la notte stazionano prostitute, clienti, guardoni, spacciatori e persone dedite al sesso occasionale. Poi attivare l’illuminazione pubblica, mettere qualche telecamera e una sbarra per consentire ai pochi residenti di passare in macchina. Ancisi precisa che questa regolamentazione degli accessi coinvolgerebbe solo quella zona di pineta dove va in scena la lussuria. Nessuna restrizione di libertà ai naturisti, che potrebbero continuare a praticare la loro idea di turismo tranquillamente ma al riparo da situazioni pericolose.

Tutti d’accordo? No. L’Associazione Naturista Emiliano-Romagnola (Aner), per esempio, non la pensa così. La perplessità espressa è questa: anche se mirati a tutelare la libertà della spiaggia e dei suoi frequentatori, i controlli potrebbero invece avere l’effetto di limitarla. Ecco l’aspetto pratico difficile da risolvere: passando per la sordida stradina si parcheggia senza pagare e si deve camminare meno per arrivare al mare. Senza questa possibilità si perderebbero cinque euro al giorno nel posteggio comunale e il percorso da fare a piedi si allungherebbe.

La polemica sulla spiaggia naturista degradata si trascina da due anni. La proposta di creare una specie di barriera tecnologica nell’area di proprietà del Comune all’inizio del tratto della pineta, per impedire o almeno rallentare l’accesso di chi non abita in zona, divide la comunità. I residenti non puntano il dito contro il naturismo ambientalista, che anzi ritengono fonte di ricchezza. Ma ci sono due facce contrastanti: quella diurna e quella notturna trasgressiva che è sopraggiunta nel tempo.

Negli anni ‘70 questo gioiello della costa romagnola era il simbolo di una cultura diffusa che rivendicava la libertà del corpo nel contatto con l’ambiente naturale. Un paradiso selvaggio, un po’ beat, un po’ freak, che fa subito venire in mente gli arbusti trascinati dal vento, le dune, i parei agganciati ai bastoni di legno, la chitarra al tramonto, la frutta condivisa, i braccialetti di perline alla caviglia e i libri pieni di sabbia. Ancora oggi la Bassona è meta prediletta dai nudisti del Nord Europa per una vacanza in riva al mare. Ma subito dopo quel periodo leggendario sono comparsi i primi voyeur, all’inizio discreti e tollerati. In seguito, con il progressivo inquadramento del fenomeno del naturismo all’interno di regolamenti comunali, sono comparsi loro: scambisti, guardoni, persone dedite allo spaccio e alla prostituzione. Lo spirito indipendente di quei luoghi frequentati da post-hippy che campeggiavano a cielo aperto e facevano il bagno di notte si è forse irrimediabilmente perso. Tanto che oggi, spesso, viene erroneamente confuso il fenomeno del naturismo con la pratica dello scambismo. Pensiamo a Cap D’Agde in Francia. Il Village Naturiste meta di famiglie che intendono vivere il nudismo in santa pace è nato negli anni ’50. Dai ’90, a luglio e agosto, diventa il ritrovo di scambisti più gettonato Europa.

Ai naturisti che hanno preso casa lì non resta, in quei caldi mesi estivi, che restare in disparte e andare a fare provviste al mattino. Alla sera la bolgia nei locali, i travestimenti eccentrici, gli schiuma party e la pole dance con abbigliamento in finta pelle contrastano con la loro visione.

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