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Macron alle celebrazioni del D-Day evoca l’escalation militare: “I pericoli aumentano, ma siamo pronti agli stessi sacrifici”

“So che il nostro Paese ha una gioventù coraggiosa, valorosa, pronta allo stesso spirito di sacrificio dei suoi antenati”, ha detto mercoledì Emmanuel Macron dando il via alle celebrazioni per gli 80 anni del D-Day, lo sbarco alleato del 6 giugno 1944. Il presidente francese ha reso omaggio al valore degli “eroi” da Plumelec, il borgo bretone dove cadde il primo soldato francese dello Sbarco, con parole che fanno pericolosamente eco all’attualità e ai rischi di un’escalation militare in Ucraina.

Rivolto alle unità di élite presenti, ha aggiunto: “I pericoli aumentano, ma voi ci ricordate che siamo pronti agli stessi sacrifici per difendere quello che abbiamo di più caro: la nostra terra di Francia e i nostri valori repubblicani”. Misteriosamente, a Plumelec, nella notte di martedì, tutti i tricolori francesi installati per la cerimonia erano stati rubati. La guerra in Ucraina fa ombra all’omaggio storico. Giovedì alla cerimonia di Omaha Beach, in Normandia, sono presenti anche Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, arrivato mercoledì a Parigi e in visita di Stato in Francia fino a domenica, e Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino che venerdì prenderà la parola davanti all’Assemblea nazionale. I due leader discuteranno in privato “del sostegno Usa a Kiev” a margine della cerimonia, prima di rivedersi la settimana prossima al G7 in Puglia.

Per Macron, che avrà accanto a sé tra gli altri anche il cancelliere Olaf Scholz, Carlo III d’Inghilterra e per l’Italia il presidente Sergio Mattarella, la cerimonia di giovedì – a cui Mosca è stata esclusa – è l’occasione soprattutto per cercare consensi al suo progetto di “coalizione” di istruttori militari europei da inviare in Ucraina per formare i soldati ucraini direttamente sul posto. Un progetto, confermato da Le Monde alcuni giorni fa, a cui il presidente francese starebbe lavorando da febbraio, cioè da quando ha ipotizzato il contestato invio di truppe occidentali a Kiev, e che stando ad alcune fonti di stampa, potrebbe annunciare giovedì stesso.

Fino ad ora l’ipotesi di “coalizione di istruttori” messa sul tavolo da Macron non ha registrato chiare adesioni tra gli alleati (Le Monde ha citato brevemente solo le repubbliche baltiche) ed è stata accolta con un certa cautela anche da Berlino. Da parte sua il Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov, ha proferito minacce, facendo sapere che gli eventuali istruttori militari europei presenti in Ucraina, francesi o no, non avrebbero goduto di “alcuna immunità”.

C’è molta attesa quindi per l’intervento di Macron di giovedì al tg delle 20, in contemporanea su France 2 e TF1. In Francia le opposizioni politiche accusano soprattutto il presidente di “strumentalizzare” le commemorazioni del D-Day, dilatate su tre giorni, a fini elettorali, con il voto per le europee alle porte, mentre Valérie Hayer, la capolista del partito presidenziale, figura in tutti i sondaggi molto indietro rispetto a Jordan Bardella del Rassemblement National (14% contro 32%). Raphaël Glucksmann, il capolista PS-Place Publique, ha accusato l’esecutivo di “sequestrare le elezioni”. Delle polemiche sono nate anche per l’invito di Zelensky al Parlamento di Parigi. Per Marine Le Pen c’è la chiara “volontà di Macron di manipolare l’opinione pubblica”.