Cosa sia passato in mente ad alcuni studenti del liceo Visconti di Roma, uno dei più prestigiosi della Capitale, non è dato da sapere. Certo è che sta facendo indignare l’ostensione di un lista con dei nomi di ragazze della scuola con a fianco il nome di ragazzi con cui avrebbero avuto una relazione privata.
Un foglietto notato da un professore perché ogni giorno la lista si allungava – fino a circa 30 nomi – e che è stato scoperto e segnalato lunedì 3 scorso. Il giorno dopo è arrivata una denuncia da parte del collettivo Visconti In Rosa, dopo un’assemblea sul tema a cui hanno partecipato soprattutto le studentesse. Come riportano i quotidiano locali le giovani donne sono indignate: “Non è soltanto una grave mancanza di rispetto verso le ragazze coinvolte. Gli autori si sentono autorizzato a farlo, per loro è un gesto legittimo, non sono consapevoli di quello che hanno fatto. E questo la dice lunga sulla nostra società”.
Non solo gli autori della lista sono finiti nel mirino ma anche i vertici dell’istituto: “In situazioni simili, nel tentativo di mantenere intatta la nomea del Liceo, la dirigenza scolastica si è dimostrata spesso incapace di rispondere adeguatamente alle nostre esigenze – continuano – Per questo chiediamo che la scuola si mobiliti per per prendere provvedimenti nei confronti degli autori del gesto, per dimostrare che denunci, come noi, l’accaduto. Nel frattempo ribadiamo che nessuna persona, indipendentemente dal genere, dovrebbe essere oggetto di alcun tipo di violenza verbale e/o psicologica. Non vogliamo uno scontro fra maschi e femmine, ma vogliamo renderci promotrici di un dialogo strutturato nel corpo studentesco. E alle ragazze coinvolte vogliamo ricordare che non sono sole”.
I presunti responsabili, sei o sette studenti dell’ultimo anno, sono stati individuati e adesso rischiano provvedimenti disciplinari: dalla sospensione a un brutto voto in condotta. La preside Rita Pappalardo, definendo “grave” l’accaduto, ha convocato per mercoledì un Consiglio di classe. “Prenderemo provvedimenti – assicura la dirigente – È un episodio che non deve passare in silenzio”. La preside non esclude una “sospensione simbolica” visto che l’anno scolastico ormai è finito. “Sicuramente ci sarà una ricaduta sul voto di comportamento – afferma – come anche un invito a partecipare ad attività di una associazione antiviolenza. Bisogna dare un segnale”. Intanto alcuni dei responsabili, racconta, ieri hanno chiesto scusa pubblicamente durante l’assemblea.