“Questo è un partito di sinistra, che sta dicendo cose di sinistra”. Sandro Ruotolo, responsabile Pd Informazione e Cultura, candidato nella circoscrizione Sud, sta chiudendo una campagna elettorale nel nome della lotta alla camorra e della Questione meridionale. Non a caso venerdì sarà a Napoli con Lucia Annunziata e Paolo Siani, nel nome di Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra. Come poi anche sua cugina, Silvia Ruotolo.

Ieri il Cdm ha varato il decreto sanità sulle liste d’attesa. Viene incontro alle vostre richieste?

Senza risorse è un bluff. Per risolvere i problemi il governo dovrebbero mettere soldi: e liste d’attesa le risolvi con assunzioni e risorse. Se no come le riduci?

Questa campagna elettorale si gioca molto sulla politica estera: lei è più con Marco Tarquinio o più con Lorenzo Guerini sulla questione del sostegno all’Ucraina?

Io mi sento di essere con il Pd, con quell’idea di Europa che nasce come progetto di pace. Abbiamo fatto bene a sostenere il diritto alla difesa dell’Ucraina quando è stata invasa. Ma il Pd è per una politica estera comune europea, non basta la Difesa comune. Bisogna tornare al progetto di pace. E la nostra linea è chiara.

Parlare di scioglimento della Nato è una provocazione?

Tarquinio fa la sua partita, io la mia. Io non sono un indipendente, sto nella segreteria di Schlein. Oggi la questione è dare una chance alla diplomazia e alla politica. Sia in Russia che in Ucraina, gli unici sconfitti sono i civili, che muoiono. Non esiste una guerra dei 100 anni. E contro una potenza nucleare poi?

È d’accordo con il fatto che l’Ucraina debba colpire in territorio russo con le armi occidentali, come dice Stoltenberg?

No, sono contrario. Non mi piace che il segretario generale della Nato parli in questi termini. A che titolo parla?

Dovendo votare un invio di armi, cosa farebbe?

Il sostegno all’Ucraina non può significare escalation continua. Ora bisogna costruire la pace. La gente chiede la pace.

Il sindaco Matteo Lepore ha fatto bene a esporre la bandiera palestinese sul balcone del Comune di Bologna?

Assolutamente sì. Oggi la pace passa per il riconoscimento dello Stato della Palestina.

Gli elettori pacifisti sceglieranno voi o Avs o Conte?

Non c’è nessuna esclusiva su questo tema. Io penso di essere credibile quando parlo di pace. Lo dice anche la mia storia di inviato in teatri di guerra.

Al Sud il tema dell’autonomia è sentito?

Molto. Sono convinto che il Sud sarà una sorpresa. Questo è il governo più antimeridionalista avuto in Italia. Il metodo è quello di Achille Lauro, che regalava una scarpa prima delle elezioni e premetteva l’altra in cambio del voto. Meloni in cambio del premierato vuole abolire le risorse del Pnrr per le infrastrutture per decreto.

Quali sono le questioni principali?

L’autonomia differenziata è una fregatura, abbiamo bisogno non del Ponte sullo Stretto, ma di strade, ferrovie. E poi, è mai possibile che ci siano 100 comuni con acqua razionata? Senza contare il grande tema della sanità: 700mila uomini e donne del Sud che hanno smesso di curarsi. E i viaggi sanitari: il 30% dei pazienti oncologici va a curarsi al Nord. E le liste d’attesa discriminano chi non ha i soldi: per fare mammografie e colonoscopie bisogna aspettare mesi e mesi. Al Sud si deve partire per lavorare. Questo è un governo che incolpa i poveri di essere poveri.

Lei se la batte con pesi massimi come Antonio Decaro e campioni di preferenze come Lello Topo, sostenuto da Vincenzo De Luca. Una campagna difficile?

Una campagna bellissima. Avremo belle sorprese anche al Sud nel Pd.

Il Pd appoggerebbe Mario Draghi o Antonio Tajani alla guida della Commissione?

Il Pd ha un candidato che si chiama Nicolas Schmit. Siamo l’argine all’onda nera. Vediamo il risultato e prenderemo una decisione, insieme al Pse.

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