Mafie

Stragi del ’93, l’ex capo del Ros Mario Mori interrogato a Firenze. Le accuse dei pm al generale

Interrogatorio martedì pomeriggio in procura a Firenze per il generale Mario Mori: l’ex capo del Ros ed ex direttore del Sisde, come da lui stesso reso noto a maggio, ha ricevuto un invito a comparire come indagato nell’ambito delle indagini sulle stragi mafiose nel 1993 condotte dalla Dda del capoluogo toscano. Inizialmente Mori era stato convocato per il 23 maggio, il giorno del 32esimo anniversario dell’attentato a Falcone, data poi slittata su richiesta dello stesso Mori.

L’ex direttore del Sisde è indagato per i reati di strage aggravata dall’associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico perché secondo i magistrati fiorentini “pur avendone l’obbligo giuridico, non avrebbe impedito mediante doverose segnalazioni e denunce all’autorità giudiziaria, ovvero con l’adozione di autonome iniziative investigative e preventive, gli eventi stragisti di cui aveva avuto anticipazioni“, poi verificatisi a Firenze, Roma e Milano, nonché il fallito attentato allo stadio Olimpico. “Il nostro dovere è completare tutte le verifiche sulle stragi continentali del 1993, per le quali sussiste la competenza della Procura di Firenze, che hanno imposto accertamenti – aveva dichiarato il procuratore Filippo Spiezia – Il nostro auspicio è quello di proseguire e terminare entro il 2024 questo lavoro con il massimo riserbo e grande attenzione al profilo delle garanzia delle persone coinvolte”.

La notizia dell’iscrizione di Mori – diffusa dallo stesso indagato martedì 21 maggio – aveva provocato un coro di reazioni indignate da parte della politica e non solo. Mercoledì, con un’iniziativa senza precedenti, il Comando generale dei Carabinieri aveva emesso un comunicato stampa per esprimere vicinanza all’ufficiale, che “ha reso lustro all’istituzione in Italia e all’estero“. La stessa “vicinanza” gli era già stata manifestata da Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che lo aveva ricevuto: “Gli eccezionali risultati che la dedizione e l’impegno del generale Mori hanno permesso di conseguire esigerebbero solo gratitudine da parte delle istituzioni nei suoi confronti. Tutte le istituzioni, magistratura inclusa“ aveva dichiarato il braccio destro di Giorgia Meloni. Mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha paragonato l’indagine addirittura “alla tortura di un cittadino italiano al cui cospetto questo Paese dovrebbe solo inchinarsi”.