Musica

Vasco Rossi riceve la Pergamena della Città di Milano: “Qui ho incontrato l’amore e ho vissuto la Milano da bere. Sono terrorizzato, si raccontano troppe balle”

Il rocker alla vigilia dei 7 “Super E20” a San Siro ha raccontato la sua vita tra passato e presente in continuo cambiamento

di Andrea Conti
Vasco Rossi riceve la Pergamena della Città di Milano: “Qui ho incontrato l’amore e ho vissuto la Milano da bere. Sono terrorizzato, si raccontano troppe balle”

Vasco Rossi, dopo le prove generali del nuovo tour a Bibione, è sbarcato con un elicottero come un supereroe a Milano pronto ad affrontare i 7 concerti allo Stadio San Siro di Milano e salgono a 36 totali gli show nel tempio della musica rock e pop. “Avrei potuto farne dieci di San Siro – ha esordito Vasco -, così sarebbe stato bello avere per tutto il mese di giugno solo Vasco Rossi!”.

E alla vigilia dei 7 “Super E20”, al via proprio il 7 giugno, il rocker ha incontrato 120 fan alla Sala Buzzati de Il Corriere della Sera a Milano per una chiacchierata intima. Un’occasione doppiamente importante perché gli è stata consegnata la Pergamena della Città di Milano dal Sindaco Giuseppe Sala mentre venerdì, poco prima dello show, arriverà un riconoscimento da parte della regione Lombardia, che sarà consegnato dal Presidente Fontana. I fan in visibilio hanno cantato bonariamente all’unisono: “Vasco sindaco”. Ma (per sfortuna) la politica è un mondo lontanissimo dall’artista, anche se ha le idee ben chiare su dove stia andando il mondo. A rotoli.

Il sindaco Sala nel consegnare la Pergamena della Città ha dichiarato: “Il Comune di Milano a Vasco Rossi, per il suo stretto legame con la città a partire dal primo dei suoi oltre 30 concerti a Milano e per i meriti artistici che lo hanno visto protagonista per più di 50 anni di musica ed emozioni”. Emozionato il rocker: “Questo riconoscimento mi onora moltissimo e mi fa molto piacere perché è un riconoscimento del rock fatto in tutti questi anni. Milano è stata la prima città che mi ha capito e apprezzato artisticamente. Quando sono arrivato qui la prima volta mi sembrava di essere arrivato a New York! È una città straordinaria, tutte le volte che sono venuto, mi sono trovato bene nella vita notturna. Ho vissuto la Milano da bere e l’ho vissuta in tutti i sensi. Ho trovato l’anima gemella addirittura a Milano . Quando un non americano sposa una americana diventa americano, nel mio caso posso dire di essere diventato milanese!”.

“ORMAI TUTTI RACCONTANO BALLE OGNI GIORNO” – “Quest’anno in tour abbiamo una social set-list, una scaletta bella strong. L’anno scorso ho fatto uno spettacolo molto intimo sulle emozioni dei rapporti interpersonali, di connessione. Ora voglio parlare del sociale in questo momento drammatico. Se mi avessero detto che, quando avevo 20 anni negli Anni 70, saremmo arrivati ad un mondo come questo, non ci avrei creduto. Pensavo avessimo superato un sacco di cose e, invece, stiamo tornando indietro di brutto. Mi preoccupa il trionfo del bullismo, lo sparare cazzate, raccontare balle, giorno dopo giorno. Stamattina ho letto dell’intelligenza artificiale che disinforma le popolazioni con fake news, così ci stanno rimbambendo. Eravamo già rimbambiti e ora siamo veramente circondati dalla cattiveria. La pandemia ha fatto esplodere tutto nel delirio totale e collettivo. Ho paura che le democrazie entrino in crisi. La guerra dovrebbe essere bandita dall’umanità. Non ci rendiamo più conto di quanto siamo fortunati a vivere questa vita qui. Anche se c’è una direzione verso un certo autoritarismo, un ritorno agli Anni 20”.

“AI CONCERTI LA GENTE VUOLE DIVERTIRSI” -”La canzone Blasco Rossi apre il concerto. La ‘combriccola’, citata nella canzone, ora è diventata enorme per fortuna. L’ho scelta perché ormai i pregiudizi sono quelli che dominano nella società di oggi. Il Blasco era un personaggio che negli Anni 80 era il mio alter ego. È un brano contro le fake news. ‘Asilo Republic’ la dedico alla nostra premier. L’ho scritta 40 anni fa, ma è particolarmente attuale. Adesso è il momento di Giorgia che dice che ci vogliono più ordine e disciplina, quindi la cito sul palco. Detto questo voglio che ai miei concerti la gente che vuole venire si diverta e si sfoghi”.

“TUTTO PARTE DALLA PRIMA FRASE” – “Lo dico tutte le volte, io sono fortunato perché ho un pubblico così straordinario e generoso. Il legame col pubblico non si è instaurato subito, ma perché è stato un lungo percorso mio personale e veniva da lontano. Io ascoltavo i dischi di Mogol-Battisti e impazzivo per le parole. Ho scoperto la poesia dalle canzoni di De André e ne studiavo le parole. Nella, scrittura oggi, mi vengono in mente delle frasi che poi danno il via a tutto. Tutte le mie canzoni partono dalla prima frase perché è quella”.

“LA GUERRA DOVREBBE ESSERE BANDITA DALL’UMANITÀ” – “Il disastro in Palestina è inaccettabile. La guerra dovrebbe essere bandita dall’umanità come sistema di fare. Non si possono risolvere le cose con le guerre. Anzi, chi fa la guerra dovrebbe essere messo in manicomio. L’umanità ha un linguaggio per comunicare. Si deve fare un salto; la guerra deve diventare un tabù. Bisogna mettersi d’accordo. I social ormai sono un luogo di odio; quella faccenda è stata veramente fastidiosa. Ho ricordato il Giorno della Memoria, la tragedia dell’Olocausto che ha causato 50 milioni di morti, le leggi razziali. Ricordare è necessario perché certe cose non accadano più. Anche mio padre è stato in un campo di concentramento e ogni volta che arriva quel giorno io lo sento particolarmente. C’è Netanyahu, che è un capo di Governo ed è un criminale. Ma non è che tutta la popolazione sia così. Stanno succedendo cose che non sono accettabili dal punto di vista umano, su questo sono d’accordo anche io, ma non puoi venirmi a dire che non posso ricordare l’Olocausto, perché non c’entra assolutamente niente”.

VITA SPERICOLATA È STATA FRAINTESA” – “Con ‘Bollicine’ sono stato il capro espiatorio di tutti i problemi di Italia negli Anni 80, a partire dalla droga. Che poi non si può dire è tutta droga perché ci sono delle sostanze che poi sono particolarmente pericolose, come l’eroina. Metterle tutte assieme è da criminali. Ma c’è chi parla per slogan, tanto per parlare. Io sono stato provocatore. ‘Vita Spericolata’ è stata fraintesa perché il messaggio era solo quello che volevo vivere e stra-vivere, mica morire, mica mi volevo fare le pere. Non ho mai usato l’eroina e l’ho sempre detto, il movimento degli Anni 70 si è andato a farsi fottere perché è arrivata l’eroina. Io le sostanze che ho usato e le ho sempre usate per fare di più quello che volevo fare, in primis scrivere canzoni e stare sveglio. Negli Anni 80 con le anfetamine ho preso il volo, ma rimanevo sempre cosciente. Ho sempre usato le sostanze e non mi sono mai fatto usare da loro”.

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