I numeri assoluti restano altissimi, ma cala il fenomeno delle richieste di denaro o regali alle famiglie in cambio di agevolazioni, beni o servizi. A dirlo è il report sulla corruzione in Italia presentato giovedì dall’Istat e relativo al triennio 2020-2023: a denunciare richieste “improprie” in questo periodo è stato l’1,3% dei nuclei familiari, contro il 2,7% della rilevazione precedente, relativa agli anni tra il 2013 e il 2016. Il dato è però condizionato dalla pandemia di Covid, che tra il 2020 e il 2021 ha fatto diminuire il ricorso stesso ad alcuni servizi. Considerando l’intera vita delle persone, invece, la percentuale di chi ha incontrato richieste di questo tipo sale al 5,4%.

L’unico settore in cui il fenomeno non appare in calo è quello assistenziale: a riportarlo resta l’1,4% delle famiglie, circa 33mila. Dimezzate, invece, le richieste in ambito sanitario, mentre sono diminuite del 25% nel settore giustizia. Tra chi ha segnalato richieste di questo tipo, la maggior parte – 709mila famiglie, circa il 59% – dice di averle ricevute una sola volta nel corso della vita (circa il 59%, 709mila), il 20,3% due volte e l’8,6% tre o più, mentre il 12% ha preferito non rispondere o ha dichiarato di non ricordare.

Risulta in calo anche il voto di scambio, che però coinvolge ancora una quota rilevantissima della popolazione: si stima che a oltre un milione e 166mila cittadini, il 2,7% della fascia tra i 18 e gli 80 anni, siano stati offerti denaro, favori o regali in cambio del suffragio. Nella precedente rilevazione la percentuale era al 3,7%. Il fenomeno è più frequente in occasione delle elezioni amministrative, meno per le Politiche e le Europee: al Sud si registra il picco più alto, del 4,2%, mentre nel Centro il dato è del 3,6%. Sempre al Sud, però, si registra la diminuzione più evidente rispetto allo scorso report, dal 6,7% al 4,2%. In cambio del voto sono stati offerti o promessi soprattutto favori o trattamenti privilegiati (29,3%), beni di valore minore, come pranzi, cene o buoni alimentari o di benzina (20%), nomine o posti di lavoro (19,6%), denaro (11,5%) e regali (9,8%).

Dalla ricerca Istat, infine, emerge che la corruzione è sdoganata se serve a trovare lavoro a un figlio: il 20,1% degli italiani, cioè otto milioni e 695mila cittadini, considera accettabile offrire o accettare di pagare denaro in un caso come questo. Farsi raccomandare da familiari o amici per essere assunto è ritenuto accettabile dal 15,9% della popolazione, mentre solo il 4,5% non condanna la ricezione di regali, favori o denaro in cambio del proprio voto alle elezioni.

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