L’esercito israeliano aveva reso noto che un riservista aveva perso la vita in un attacco di Hezbollah. Attorno alle 14 il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere che Rafael Kauders era un soldato italo-israeliano.
In un comunicato rilasciato questa mattina le Israel Defense Forces avevano affermato che un attacco compiuto con due droni esplosivi su Hurfeish, villaggio nel nord di Israele, ieri aveva ucciso un soldato di riserva. Il gruppo militante libanese, da parte sua, aveva dichiarato di aver lanciato un raid verso un raduno di ufficiali militari in risposta a un precedente attacco transfrontaliero israeliano. “Sono rimaste ferite 10 persone mentre Rafael Kauders, 39 anni, è rimasto ucciso”, spiegava l’Idf.
All’ora di pranzo Tajani ha rivelato che il soldato aveva origini italiane: “Rafael Kauders, un riservista italo-israeliano di 39 anni dell’esercito israeliano, è stato ucciso a seguito di un attacco di Hezbollah nel Nord di Israele. Ho appena parlato con la famiglia, attiva nella comunità italiana in Israele, per esprimere le condoglianze a nome di tutto il Governo”, ha reso noto il ministro degli Esteri su X.
“L’attacco del 7 ottobre e la guerra che ne è conseguita ha distrutto le vite di troppi, specialmente di giovani”, ha scritto su X l’ambasciatore israeliano a Roma, Alone Bar. Kauders, ha proseguito, “è stato ucciso mentre difendeva il proprio Paese dal terrorismo”. Bar ha quindi ringraziato Tajani “per le sue parole di vicinanza di fronte a questa ennesima tragica perdita”.
QUATTRO FIGLI, LA ZIA MORTA IN UN ATTENTATO: CHI ERA KAUDERS – Rafael Kauders, riporta Haaretz, era sposato e “aveva quattro figli. Era il figlio di Binyamin e Tirza”. Nato a Rehovot, aveva frequentato la Mekor Haim Yeshiva High School di Neve Daniel ed era stato studente presso il Dipartimento di Filosofia Ebraica dell’università Ben-Gurion. “Ha lavorato come coordinatore dell’immatricolazione e dell’informatizzazione presso la Or High School di Tzur Hadassah, e successivamente ha lavorato per un’azienda che ha sviluppato un sistema di gestione online per le scuole. Ha anche lavorato come guida turistica in Cisgiordania”, prosegue il quotidiano. I suoi nonni paterni, “Edmundo (Yisrael) e Margharita (Matal) Kauders, erano nati a Milano ed erano fuggiti dai nazisti in Svizzera durante la seconda guerra mondiale. La famiglia fece l’aliya dopo la Guerra dei Sei Giorni”. Sua zia, Bianca Shahrur, è stata uccisa in un attacco terroristico nel 2003 a Gerusalemme.
E’ LA QUARTA VITTIMA ITALO-ISRAELIANA DEL CONFLITTO – Kauders è il primo cittadino italo-israeliano nell’Idf a essere stato ucciso sul campo di battaglia. Ma non è l’unico italo-israeliano ad aver perso la vita dal 7 ottobre. Dopo l’attacco di Hamas a Israele tre cittadini con doppio passaporto che erano stati dati per dispersi sono stati successivamente confermati deceduti.Il primo del quale si è avuta certezza della morte è stato Evitar Kipnis, il cui corpo è stato trovato insieme a quello di altri 107 cadaveri giorni dopo l’assalto sferrato da Hamas al kibbutz di Bèeri. Kipnis è stato identificato grazie all’esame del Dna il 17 ottobre e così è stato anche per la moglie, l’italo-israeliana Liliach Lea Havron, il cui corpo è stato trovato il 23 ottobre.
Lilach Lea Havron era nata nel kibbutz di Bèeri, a pochi chilometri dal confine con la Striscia di Gaza, e lì lavorava come assistente sociale mentre il marito, un artista, lottava da anni contro una malattia autoimmune. La madre di Eviatar Kipnis era nata in Italia, a Livorno, e si era poi trasferita in Tunisia e da lì in Israele. L’ultimo contatto del figlio con la coppia è stato mentre i miliziani di Hamas cercavano di aprire la porta della ‘stanza protettà della loro casa dove si erano rifugiati.
La terza e ultima vittima italo-israeliana dell’attacco del 7 ottobre è stata Nir Forti. Ventinove anni, nonna triestina e nonno milanese, Forti si trovava al rave party “Supernova” a Rèim nel deserto del Negev, uno dei primi ad essere attaccato da Hamas. Insieme a lui è stata uccisa anche la fidanzata Shai Regev, con la quale era andato a convivere da pochi giorni. Forti era originario di Omer, 10 chilometri a est di Beer Sheva nel sud di Israele, e viveva da anni a Tel Aviv, dove lavora come responsabile vendite presso la TytoCare, una startup di tecnologia medica. E’ stato sepolto il 25 ottobre, pochi giorni prima di quando avrebbe compiuto 30 anni, il primo novembre. Aveva prestato servizio nazionale per un anno in un kibbutz nell’Arava prima di arruolarsi nell’Idf e prestare servizio nella Brigata Nahal.