Una profezia e anche piuttosto cupa su Jannik Sinner. L’ha formulata John McEnroe, sette titoli Slam conquistati in carriera in singolare e numero uno al mondo per ben quattro anni. Secondo The Genius, l’altoatesino avrà diverse difficoltà a restare numero 1 al mondo e dovrà gestire la situazione, proteggendosi. Ma da cosa? Dall’entusiasmo italiano. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex tennista e ora commentatore per Eurosport ha esordito: “L’Italia è un Paese che conosco bene: ci ho giocato, ho fatto concerti, il mio storico manager, Sergio Palmieri, è romano. Gli italiani sono passionali ed emotivi come me, mentre Jannik è serio e compassato. Diventare n.1 da voi è un ruolo potenzialmente dirompente”. La prova? A suo avviso l’involuzione di Matteo Berrettini dopo essere diventato finalista a Wimbledon.
“Con quale generosità Sinner avrà voglia di donarsi a un Paese affamato? Lui ripete che è concentrato solo sui miglioramenti. Sono curioso di scoprirlo”, aggiunge McEnroe. A suo avviso la posizione di Sinner non è facile da reggere: “Gli occhi sempre addosso, la pressione, tutti che ti tirano per la giacchetta. Dove si riposa in Italia, di solito, Sinner? Lo sa che dovrà andare in giro scortato? – si chiede The Genius – È un tipo silenzioso e riservato, a cui piace viaggiare sotto i radar: andrà a sbattere contro l’entusiasmo italiano. Io gli auguro di divertirsi nel ruolo di leader, di concedersi qualche spazio di manovra sennò il numero uno rischia di schiacciarlo”.
In passato McEnroe è stato vicino a diventare una sorta di supervisor di Sinner, quello che oggi è il ruolo di Darren Cahill. Al quale l’ex tennista riconosce di fare un “lavoro fantastico” e di meritare la Hall of Fame come coach: “Dopo Agassi, Hewitt e Halep, Jannik è il quarto tennista che porta in vetta. I numeri parlano da soli: Sinner ha scelto il meglio”. L’ex numero 1 al mondo fa anche le carte alla semifinale del Roland Garros in programma venerdì contro Carlos Alcaraz e quindi al torneo parigino in generale. Chi lo vince? “All’inizio avrei detto Zverev. Oggi penso che il rebus passi dalla semifinale tra i ragazzi terribili, Jannik e Carlos, 43 anni in due. Ce li hanno mandati gli dei del tennis”. Quella tra lo spagnolo e l’italiano, sottolinea, è “la rivalità di cui avevamo bisogno, il nuovo Federer-Nadal”. Un pronostico? “Difficilissimo”.