Dalla Polonia alla Spagna, dalla Francia alla Germania, sono decine le segnalazioni arrivate in poche ore a Ilfattoquotidiano.it riguardanti disagi sul voto all’estero per le prossime elezioni europee. Le consultazioni per la composizione del prossimo Parlamento Ue, a differenza delle Politiche o dei referendum nazionali, sono regolate dalla legge 483 del 1994 che non prevede il voto per corrispondenza, ma impone per i cittadini iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero (Aire) di votare in una sede consolare, se si trovano in un Paese Ue, o recandosi nell’ultimo Comune di residenza italiana se si trovano in uno Stato extra-Ue. Per questo motivo, abbiamo deciso di escludere le numerose storie di disagi provenienti anche da Paesi extra-europei, con sole due eccezioni: quelle dal Regno Unito, a causa della mancata comunicazione post-Brexit, e quelle relative alle comunicazioni arrivate in ritardo. Ecco quindi un’ampia selezione di storie di persone, dei loro familiari e dei loro amici che, a causa di ritardi, tessere mai recapitate, costi e distanze eccessivi, non potranno esercitare il proprio diritto di voto.
BELGIO
Sono arrivato alle 10 al Consolato di Bruxelles e ho avuto l’agognata tessera alle 11. L’idea di arrivare presto è stata buona, visto che quando sono uscito la fila si era triplicata. È sembrato di giocare al gioco dell’oca. Fai una fila per i controlli, poi torni indietro per farne un’altra per accedere in Consolato. Mentre fai quella fila arriva un funzionario che fa entrare 10 persone alla volta. Si salgono le scale del consolato e si inizia a fare la terza fila. Però ci sono le sedie verso la fine del percorso. In totale ci saranno massimo 4 funzionari che fanno quello che possono. Non è la prima volta che capita, quindi c’è dell’evidente dolo da parte dello Stato italiano. In queste situazioni già note si deve potenziare il personale per garantire il diritto al voto. O comunque permettere di chiedere la scheda elettorale non solo pochi giorni prima del voto e con orari da Paese del terzo mondo (martedì 4 giugno dalle ore 9.00 alle ore 12:30, mercoledì 5 giugno dalle ore 9.00 alle ore 16:30, giovedì 6 giugno dalle ore 9.00 alle ore 16:30,venerdì 7 giugno dalle ore 9.00 alle ore 12:30 ). Orari che non contemplano comunque la possibilità di richiedere il duplicato della tessera anche durante i giorni di votazione (venerdì 7 giugno dalle 17 alle 22 e sabato 8 giugno dalle 8 alle 18), come succede nei Comuni italiani. Tra l’altro, anche qui le ore per votare sono ridotte rispetto a quelle previste in Italia. Un’ultima considerazione. Ammesso che in Belgio siano iscritte all’Aire circa 280mila persone, come è possibile farci votare tutti con soli tre seggi? Ve lo immaginate farlo in una città come Firenze?
Luigi Tozzi
Salvatore Testa
Salvatore Messina
Elisa Rosati
FINLANDIA
Una paio di settimane fa mi è arrivata per posta registrata il certificato elettorale e ieri (7 giugno), munito di tale certificato e del passaporto, mi sono recato al seggio dell’Ambasciata per votare. Sono arrivato poco prima dell’apertura, intorno alle 16:45, mettendomi in fila dietro le poche persone che erano arrivate prima di me. Una volta aperto il seggio, mi rendo conto che c’è un problema di schede con la persona che mi precede, anche lui siciliano come me. Mi avvicino per sentire meglio le spiegazioni: le schede della circoscrizione V (Isole) mancavano, non erano arrivate e quindi non potevamo votare. Ci dicono che per regola non potevano aprire le scatole prima dell’apertura del seggio e quindi si sono accorti della mancanza di quelle schede soltanto in quel momento. Siamo rimasti senza parole. Che le schede elettorali non fossero arrivate era per noi un fatto assurdo e ai limiti della realtà; che il problema riguardasse soltanto la circoscrizione elettorale V, e quindi i cittadini italiani di Sicilia e Sardegna, ci ha fatto sentire discriminati e umiliati. Non solo ci veniva negato un diritto costituzione, quello del voto, ma il diniego era selettivo: ce ne siamo dovuti andare sapendo che tutti gli altri italiani dietro di noi avrebbero potuto votare subito dopo.
Rabbia, incredulità, umiliazione: non è facile descrivere come mi sono sentito. Il personale dell’Ambasciata è stato gentilissimo: non solo si sono scusati per una colpa che non era loro, ma si sono anche offerti di contattarci singolarmente per eventuali aggiornamenti. Poche ore dopo l’aggiornamento c’è stato: il Poligrafico dello Stato aveva sbagliato a inviare le schede e il personale dell’Ambasciata di Helsinki era riuscito a organizzare una spedizione tempestive che avrebbe dovuto rendere le schede disponibili il giorno dopo. Purtroppo, però, io sono partito subito dopo il tentativo di voto. Oggi (8 giugno) non sono a Helsinki e, anche se dovessero arrivare le schede come promesso, non potrò andare a votare. L’altro siciliano che era con me all’apertura del seggio aveva percorso due ore in treno per andare a Helsinki a votare. Non aveva intenzione di farlo di nuovo il giorno dopo.
Spiegare cosa fosse successo ai miei amici finlandesi non è stato facile. L’assenza delle schede elettorali è già di per sé assurda e incredibile, contro ogni diritto o forma di legalità. Che il problema riguardasse soltanto i cittadini di due regioni italiani era per loro ancora più incomprensibile (in Finlandia non esistono circoscrizioni elettorali per le elezioni europee). Mi chiedo come sia possibile commettere un errore del genere. Il Poligrafo di Stato che non manda tutte le schede come dovrebbe? Un cittadino italiano che vive all’estero a cui viene negato il diritto di voto nel seggio elettorale in cui doveva votare perché manca la scheda giusta? È successo davvero: a Helsinki, il 7 giugno 2024 alle ore 17:00.
Silvio Cruschina
POLONIA
Buongiorno, sono iscritto al registro Aire del consolato di Varsavia. Vivo in Polonia da più di vent’anni ma non ho preso la cittadinanza polacca, sono quindi cittadino italiano. Com’è noto, in occasione delle elezioni politiche e dei referendum italiani, dispongo del voto per posta. Per le elezioni del Parlamento europeo invece dovrei recarmi di persona al seggio disposto presso il consolato, quindi a Varsavia. Ma la Polonia non è Varsavia, è un grande Paese e io per votare dovrei fare più di 400 km tra andata e ritorno, ovviamente tutto a mie spese e perdendo l’intera giornata. Trovo tutto ciò un chiaro disincentivo a votare. C’è poi il discorso della scheda elettorale che per i votanti all’estero è diversa rispetto a quella per il voto in Italia. Alle ultime politiche volevo votare per un partito che non era incluso nella scheda, quindi sono stato costretto a dirottare il mio voto. Non mi sembra che si possa parlare di voto democratico, più di voto viziato.
Davide Jori
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Fabrizio Iacovone
Sono residente in Olanda (regolarmente iscritto all’Aire da molti anni) e ad oggi ancora non ho ricevuto il certificato elettorale.
Michele Maio
FRANCIA
Non ho ricevuto il plico per la votazione all’estero. Sono residente in Francia
Maurizio Marino
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Io sono residente in Francia e iscritto regolarmente all’Aire presso il Consolato Italiano di Lione. Nonostante abbia ricevuto una comunicazione via mail qualche mese fa da parte del Consolato dicendomi che, a seguito della comunicazione stessa, entro qualche settimana avrei ricevuto il necessario per votare, a oggi (4 giugno) non ho ricevuto assolutamente nulla.
Marco Pulcinella
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PORTOGALLO
Sono un cittadino italiano residente all’estero. Risiedo a Lisbona e sono iscritto all’Aire. Non avendo ricevuto il certificato elettorale entro i 5 giorni antecedenti al voto, ho deciso di recarmi presso l’ufficio elettorale del Consolato italiano. All’ufficio si accede solo su prenotazione, quindi la mia interlocuzione è avvenuta tutta tramite un citofono. Dopo aver comunicato i miei dati ho scoperto che non era mai stato richiesto il nullaosta al comune di origine, Napoli, per cancellare il mio nominativo dalle liste elettorali in Italia e iscriverlo in quelle degli italiani residenti in Portogallo. La funzionaria, molto cortese, ha proceduto tempestivamente a richiedere il nullaosta ma ha anche aggiunto che se il comune di Napoli non risponderà entro la data delle elezioni mi sarà vietato l’esercizio del diritto di voto. Da Napoli hanno due giorni e mezzo per rilasciare il nulla osta: conoscendo la burocrazia napoletana, si tratta di vana speranza. In pratica, il giorno delle elezioni mi presenterò al seggio presso il consolato italiano a Lisbona e solo allora scoprirò se potrò esercitare il diritto di voto. Per un problema burocratico non imputabile al sottoscritto per la prima volta in vita mia rischio di non poter votare.
Rocco De Luca
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Guido Maretti
Vivo e lavoro a Berlino da 5 anni, pur essendo iscritto all’Aire non ho ricevuto alcuna lettera per votare. Ho chiamato più volte l’Ambasciata ma non mi rispondono.
Salvatore Maltese
Giuseppina Santoro
Vi scrivo in quanto con mio grande disappunto ho scoperto che il voto per corrispondenza per cittadini iscritti all’Aire, diversamente dalle Nazionali, per le elezioni europee non è stato previsto. La comunicazione ricevuta è quella di recarsi in un seggio organizzato presso qualche ufficio del consolato, nel mio caso situato a Malmö che dista tre ore di treno (costo andata e ritorno 70€) o due ore di macchina. Essendo le prime votazioni europee che mi trovo a fare all’estero non posso dire con certezza che questa sia una novità, ma altri connazionali mi riferiscono che é la prima volta che ricevono una comunicazione del genere che riporti tali modalità di partecipazione al voto. Trovo il fatto sconcertante e sento il mio diritto di partecipare alla votazione fortemente ostacolato, soprattutto considerando che nella più moderna Svezia il voto per corrispondenza (tra l’altro anticipato) é previsto per tutti i cittadini svedesi compresi tutti quelli residenti in Svezia.
Luca Perdichizzi
Rebel Rossi
Mi chiamo Giorgio e sono residente in Irlanda. Per tutti gli italiani residenti in Irlanda c’è la possibilità di votare venerdì 7 giugno e sabato 8 giugno presso l’istituto Italiano di cultura a Dublino. Sicuramente la maggioranza degli italiani in Irlanda vive a Dublino e dintorni ma per tutti gli altri comporterebbe ore di viaggio, come nel mio caso, e comunque affrontare anche dei costi. Mi sono chiesto come mai non si potesse votare per corrispondenza, come è successo in passato.
Giorgio Dameri
SPAGNA
Sono residente in Spagna da diversi anni ormai. Per la prima volta, non ho ricevuto le schede elettorali. Avendo cambiato casa a febbraio, pensavo si trattasse semplicemente di un ritardo nella comunicazione del nuovo indirizzo di residenza. Tuttavia, ho avuto la conferma che al mio vecchio domicilio non è mai stato recapitato nulla. Direi che è abbastanza chiaro a tutti: chi risiede all’estero non potrà votare a questa tornata elettorale.
Giuseppe Zaccaria
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Sono residente in Spagna, a Tenerife. Segnalo che non è arrivata alcuna scheda per poter votare.
Francesco Bronz
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Vivo in Spagna da anni, attualmente a Madrid e sono iscritta all’Aire. Finora per tutte le votazioni precedenti mi era sempre arrivato a casa il certificato elettorale per poter votare via posta. Quest’anno non mi è arrivato nulla. Ho guardato sul sito del Consolato italiano e c’è scritto che sarebbe stato inviato il certificato elettorale entro il 25 maggio e lì sarebbe stato riportato il seggio dove andare a votare (quindi questa volta in un seggio fisico presso il consolato). Ma purtroppo non mi è arrivato nulla, quindi non potrò votare. Grazie per il lavoro che fate!
Luisa Sisinni
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Sono una cittadina italiana residente in Spagna dal 2008. Ho sempre votato alle elezioni europee per i rappresentanti italiani, ma quest’anno non ho ricevuto la scheda elettorale. Seguendo le indicazioni del Consolato italiano, oggi ho richiesto il duplicato della scheda elettorale e mi hanno risposto così: “ Gentile Signora, il suo nominativo è inserito nell’elenco degli elettori che hanno optato per il voto a favore dei candidati spagnoli per le elezioni europee. Dunque non riceverà il certificato elettorale dall’Italia e non potrà votare per i candidati italiani al Parlamento europeo. Dovrà votare per i candidati spagnoli recandosi presso i seggi istituiti dal suo ‘Ayuntamiento’ spagnolo di residenza. Per eventuali chiarimenti sulla sua posizione elettorale in Spagna dovrà rivolgersi alla competente Oficina de Censo Electoral spagnola competente per la sua residenza”. Io non ho mai fatto richiesta al mio Comune di residenza spagnolo (A Coruña) di optare a favore dei candidati spagnoli. Conosco altre due persone a cui è successa la stessa cosa.
Valentina Calamia
GRAN BRETAGNA
Vivo in Inghilterra da sei anni. Non possiamo votare qui né ci è stata comunicata tramite cartolina la possibilità di votare presso il precedente comune di resistenza in Italia. Nel mio caso dovrei votare a Cagliari, ma vivendo attualmente vicino a Liverpool non ci sono voli diretti per Cagliari dal nord dell’Inghilterra. Il che significa che dovrei partire da Londra o fare scalo da qualche parte e prendere 2 (se non 3) aerei per poter votare. La beffa in questo caso è che il rimborso delle spese di viaggio arriva fino a 250 euro e quasi sempre le spese sostenute non vengono rimborsate per intero e nell’immediato. Stesso discorso vale per le elezioni comunali e regionali, ma in quel caso abbiamo sempre ricevuto la cartolina di avviso dal comune di Cagliari. Trovo inammissibile che la Sardegna sia così penalizzata (e isolata) nei trasporti aerei e che con tutte le tecnologie disponibili e di identificazione non si abbia la volontà di garantire il voto a tutte le elezioni per i residenti all’estero. Trovo inoltre inammissibile la mancata copertura di tutte le spese di viaggio per coloro che vogliono esercitare un proprio diritto.
Mario Lussu
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Ero così contento per le imminenti elezioni europee. Ma circa un mese fa ho cominciato ad avere dei sospetti che qualcosa non quadrasse perché generalmente le cartelle elettorali arrivano prima per chi vota all’estero, mentre io non avevo ancora ricevuto nulla. Cerco su Internet e scopro che dopo la Brexit se vuoi votare devi andare in Italia.
Doriano Calandro
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Sono una cittadina italiana residente nel Regno Unito da ben 17 anni e sono regolarmente iscritta all’Aire e normalmente voto da Londra (per le Politiche e le Europee fino al 2019). Alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno del 2024 ho scoperto che gli italiani residenti nel Regno Unito sono esclusi dal voto per posta o in consolato, possono solo andare a votare di persona nell’ultimo comune di residenza italiano. Come potete immaginare non tutti hanno la possibilità di viaggiare in Italia per motivi economici, fisici o lavorativi, per esempio nel mio caso. Non credo sia giusto escludere dall’elettorato più di mezzo milione di persone. La maggior parte dei Paesi europei ha trovato una soluzione dopo la Brexit, ma l’Italia ha deciso di non farlo. Basterebbe darci la possibilità di votare per posta come per le Politiche. Da parte mia ho creato una petizione e spero ancora che qualcuno possa fare qualcosa.
Mara Darwish
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Daniele Parisi
Flavio Scarponi
Franco E. Rocchietti
Chiara Salabè
Gennaro Cavallo
Gianni Stefani