Dalla Polonia alla Spagna, dalla Francia alla Germania, sono decine le segnalazioni arrivate in poche ore a Ilfattoquotidiano.it riguardanti disagi sul voto all’estero per le prossime elezioni europee. Le consultazioni per la composizione del prossimo Parlamento Ue, a differenza delle Politiche o dei referendum nazionali, sono regolate dalla legge 483 del 1994 che non prevede il voto per corrispondenza, ma impone per i cittadini iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero (Aire) di votare in una sede consolare, se si trovano in un Paese Ue, o recandosi nell’ultimo Comune di residenza italiana se si trovano in uno Stato extra-Ue. Per questo motivo, abbiamo deciso di escludere le numerose storie di disagi provenienti anche da Paesi extra-europei, con sole due eccezioni: quelle dal Regno Unito, a causa della mancata comunicazione post-Brexit, e quelle relative alle comunicazioni arrivate in ritardo. Ecco quindi un’ampia selezione di storie di persone, dei loro familiari e dei loro amici che, a causa di ritardi, tessere mai recapitate, costi e distanze eccessivi, non potranno esercitare il proprio diritto di voto.

BELGIO
Sono arrivato alle 10 al Consolato di Bruxelles e ho avuto l’agognata tessera alle 11. L’idea di arrivare presto è stata buona, visto che quando sono uscito la fila si era triplicata. È sembrato di giocare al gioco dell’oca. Fai una fila per i controlli, poi torni indietro per farne un’altra per accedere in Consolato. Mentre fai quella fila arriva un funzionario che fa entrare 10 persone alla volta. Si salgono le scale del consolato e si inizia a fare la terza fila. Però ci sono le sedie verso la fine del percorso. In totale ci saranno massimo 4 funzionari che fanno quello che possono. Non è la prima volta che capita, quindi c’è dell’evidente dolo da parte dello Stato italiano. In queste situazioni già note si deve potenziare il personale per garantire il diritto al voto. O comunque permettere di chiedere la scheda elettorale non solo pochi giorni prima del voto e con orari da Paese del terzo mondo (martedì 4 giugno dalle ore 9.00 alle ore 12:30, mercoledì 5 giugno dalle ore 9.00 alle ore 16:30, giovedì 6 giugno dalle ore 9.00 alle ore 16:30,venerdì 7 giugno dalle ore 9.00 alle ore 12:30 ). Orari che non contemplano comunque la possibilità di richiedere il duplicato della tessera anche durante i giorni di votazione (venerdì 7 giugno dalle 17 alle 22 e sabato 8 giugno dalle 8 alle 18), come succede nei Comuni italiani. Tra l’altro, anche qui le ore per votare sono ridotte rispetto a quelle previste in Italia. Un’ultima considerazione. Ammesso che in Belgio siano iscritte all’Aire circa 280mila persone, come è possibile farci votare tutti con soli tre seggi? Ve lo immaginate farlo in una città come Firenze?
Luigi Tozzi

*****
Vivo in Belgio da 52 anni, non ho ricevuto la cartella elettorale per le prossime votazioni europee, come me pure mio figlio. Impossibile contattare il consolato italiano, che sia quello generale di Charleroi o la succursale di Bruxelles. Ho contattato miei amici e parenti residenti in Belgio ma di nazionalità italiana, anche loro non hanno ricevuto la cartella elettorale.
Salvatore Testa
*****
Volevo farvi presente che molti italiani che vivono all’estero non andranno a votare. Esempio del Belgio, dove ho vissuto per più di 35 anni: i miei amici mi fanno sapere che per poter votare devono spostarsi in uno dei pochi Consolati che sono rimasti nel Paese e quindi fare circa 30 o 40 km per recarsi nel seggio elettorale. Inoltre, nella città dove io abitavo sono circa 8.000 elettori aventi diritto. Elettori come mia madre deceduta 12 anni fa e che ha ricevuto i documenti per recarsi a votare.
Salvatore Messina
*****
Qui la nostra storia di “piccole odissee degli italiani all’estero”. Io e mio marito viviamo in Belgio, regolarmente iscritti Aire e dovremmo ricevere il certificato elettorale a casa per andare a votare al Consolato. Io l’ho ricevuto, mio marito no, perché? Perché ha spostato l’iscrizione Aire dalla Germania, dove prima vivevamo, al Belgio solo a Marzo 2024. Confrontandoci con altri italiani all’estero è emerso che praticamente nessuno di coloro che si sono iscritti all’Aire da Febbraio/Marzo in poi ha ricevuto il certificato. Mio marito non l’ha ricevuto neanche alla vecchia circoscrizione tedesca, è praticamente nel limbo. Sul sito del consolato scrivono che se non si riceve il certificato si può andare a richiederne un duplicato in consolato nei giorni 4, 6 o 7 giugno dalle 10 alle 12:30. Punto. Ora mio marito dovrebbe prendersi un giorno di ferie per andare a fare questa cosa in questi orari assurdi? In Belgio quando inizi a lavorare non hai ferie, se non pochissimi giorni giusto per le emergenze. Mando una mail all’indirizzo dedicato alle elezioni, spiego la situazione e chiedo come si può fare. Arriva una risposta preconfezionata dalla quale è chiaro che la mia mail neanche l’hanno letta. Chiamo il consolato, 30 minuti di voci registrate che ti rimandano sempre alla stessa segreteria finché dopo avere rifatto lo stesso giro di centralini e messaggi preconfezionati mi risponde un essere umano. Spiego la situazione, l’addetto mi passa a un altro ufficio, rispiego la situazione. Il signore dall’altra parte mi fa: “Eh vabbè non è obbligatorio signora”. Io: “Cosa non è obbligatorio? Il certificato elettorale? Può venire a votare senza?”. Il signore: “No signora, votare non è obbligatorio”. Io muta, senza parole. Mi riprendo: “Posso mandare qualcuno con una delega per prendere il certificato?”. Lui: “No signora deve venire di persona”. Io: “Cioè se io non posso venire cosa faccio?”. Mi passa a un altro ufficio, rispiego la situazione per la terza volta, stavolta una signora dice che posso mandare qualcuno con una delega. Grazie e arrivederci.
Elisa Rosati

FINLANDIA
Una paio di settimane fa mi è arrivata per posta registrata il certificato elettorale e ieri (7 giugno), munito di tale certificato e del passaporto, mi sono recato al seggio dell’Ambasciata per votare. Sono arrivato poco prima dell’apertura, intorno alle 16:45, mettendomi in fila dietro le poche persone che erano arrivate prima di me. Una volta aperto il seggio, mi rendo conto che c’è un problema di schede con la persona che mi precede, anche lui siciliano come me. Mi avvicino per sentire meglio le spiegazioni: le schede della circoscrizione V (Isole) mancavano, non erano arrivate e quindi non potevamo votare. Ci dicono che per regola non potevano aprire le scatole prima dell’apertura del seggio e quindi si sono accorti della mancanza di quelle schede soltanto in quel momento. Siamo rimasti senza parole. Che le schede elettorali non fossero arrivate era per noi un fatto assurdo e ai limiti della realtà; che il problema riguardasse soltanto la circoscrizione elettorale V, e quindi i cittadini italiani di Sicilia e Sardegna, ci ha fatto sentire discriminati e umiliati. Non solo ci veniva negato un diritto costituzione, quello del voto, ma il diniego era selettivo: ce ne siamo dovuti andare sapendo che tutti gli altri italiani dietro di noi avrebbero potuto votare subito dopo.
Rabbia, incredulità, umiliazione: non è facile descrivere come mi sono sentito. Il personale dell’Ambasciata è stato gentilissimo: non solo si sono scusati per una colpa che non era loro, ma si sono anche offerti di contattarci singolarmente per eventuali aggiornamenti. Poche ore dopo l’aggiornamento c’è stato: il Poligrafico dello Stato aveva sbagliato a inviare le schede e il personale dell’Ambasciata di Helsinki era riuscito a organizzare una spedizione tempestive che avrebbe dovuto rendere le schede disponibili il giorno dopo. Purtroppo, però, io sono partito subito dopo il tentativo di voto. Oggi (8 giugno) non sono a Helsinki e, anche se dovessero arrivare le schede come promesso, non potrò andare a votare. L’altro siciliano che era con me all’apertura del seggio aveva percorso due ore in treno per andare a Helsinki a votare. Non aveva intenzione di farlo di nuovo il giorno dopo.
Spiegare cosa fosse successo ai miei amici finlandesi non è stato facile. L’assenza delle schede elettorali è già di per sé assurda e incredibile, contro ogni diritto o forma di legalità. Che il problema riguardasse soltanto i cittadini di due regioni italiani era per loro ancora più incomprensibile (in Finlandia non esistono circoscrizioni elettorali per le elezioni europee). Mi chiedo come sia possibile commettere un errore del genere. Il Poligrafo di Stato che non manda tutte le schede come dovrebbe? Un cittadino italiano che vive all’estero a cui viene negato il diritto di voto nel seggio elettorale in cui doveva votare perché manca la scheda giusta? È successo davvero: a Helsinki, il 7 giugno 2024 alle ore 17:00.
Silvio Cruschina

POLONIA
Buongiorno, sono iscritto al registro Aire del consolato di Varsavia. Vivo in Polonia da più di vent’anni ma non ho preso la cittadinanza polacca, sono quindi cittadino italiano. Com’è noto, in occasione delle elezioni politiche e dei referendum italiani, dispongo del voto per posta. Per le elezioni del Parlamento europeo invece dovrei recarmi di persona al seggio disposto presso il consolato, quindi a Varsavia. Ma la Polonia non è Varsavia, è un grande Paese e io per votare dovrei fare più di 400 km tra andata e ritorno, ovviamente tutto a mie spese e perdendo l’intera giornata. Trovo tutto ciò un chiaro disincentivo a votare. C’è poi il discorso della scheda elettorale che per i votanti all’estero è diversa rispetto a quella per il voto in Italia. Alle ultime politiche volevo votare per un partito che non era incluso nella scheda, quindi sono stato costretto a dirottare il mio voto. Non mi sembra che si possa parlare di voto democratico, più di voto viziato.
Davide Jori

*****

Sono un ingegnere informatico residente all’estero da 9 anni, precisamente a Breslavia, in Polonia. Una settimana e mezzo fa circa ho ricevuto una raccomandata dall’ambasciata di Varsavia contenente il tagliando elettorale per recarmi a votare. Peccato che il mio seggio sia a Cracovia, a quasi 300 km dalla città dove vivo. Così tutti gli italiani che come me risiedono a nella mia città non potranno recarsi a votare per il semplice motivo che nessuno vorrà farsi 600km per barrare una casella. È una vera vergogna dal momento che Breslavia è una realtà importante, se si considera che secondo stime ci abitano diverse migliaia di connazionali. Credo tutto sia stato fatto in maniera ragionata per disincentivare il voto all’estero di noi italiani.
Fabrizio Iacovone
PAESI BASSI
Sono residente in Olanda (regolarmente iscritto all’Aire da molti anni) e ad oggi ancora non ho ricevuto il certificato elettorale.
Michele Maio

FRANCIA
Non ho ricevuto il plico per la votazione all’estero. Sono residente in Francia
Maurizio Marino

*****

Io sono residente in Francia e iscritto regolarmente all’Aire presso il Consolato Italiano di Lione. Nonostante abbia ricevuto una comunicazione via mail qualche mese fa da parte del Consolato dicendomi che, a seguito della comunicazione stessa, entro qualche settimana avrei ricevuto il necessario per votare, a oggi (4 giugno) non ho ricevuto assolutamente nulla.
Marco Pulcinella

*****

Io abito in Francia e sono regolarmente iscritto all’Aire da 15 anni. Ho sempre ricevuto tutto il necessario per le votazioni precedenti ma per questa, per ora, non si è ancora visto niente. Anzi sì, ho ricevuto una cartolina con la quale avrei dovuto recarmi nel mio comune di residenza italiano per ritirare la tessera elettorale e poi per andare a votare, ma in Italia. Ma sono fuori di testa? Non so se sperare che sia incompetenza o se la cosa è studiata a tavolino.
Camillo Michielini

PORTOGALLO
Sono un cittadino italiano residente all’estero. Risiedo a Lisbona e sono iscritto all’Aire. Non avendo ricevuto il certificato elettorale entro i 5 giorni antecedenti al voto, ho deciso di recarmi presso l’ufficio elettorale del Consolato italiano. All’ufficio si accede solo su prenotazione, quindi la mia interlocuzione è avvenuta tutta tramite un citofono. Dopo aver comunicato i miei dati ho scoperto che non era mai stato richiesto il nullaosta al comune di origine, Napoli, per cancellare il mio nominativo dalle liste elettorali in Italia e iscriverlo in quelle degli italiani residenti in Portogallo. La funzionaria, molto cortese, ha proceduto tempestivamente a richiedere il nullaosta ma ha anche aggiunto che se il comune di Napoli non risponderà entro la data delle elezioni mi sarà vietato l’esercizio del diritto di voto. Da Napoli hanno due giorni e mezzo per rilasciare il nulla osta: conoscendo la burocrazia napoletana, si tratta di vana speranza. In pratica, il giorno delle elezioni mi presenterò al seggio presso il consolato italiano a Lisbona e solo allora scoprirò se potrò esercitare il diritto di voto. Per un problema burocratico non imputabile al sottoscritto per la prima volta in vita mia rischio di non poter votare.
Rocco De Luca

*****

Anche qui in Portogallo numerose persone, tra cui il sottoscritto e sua moglie, iscritti Aire non hanno ricevuto il certificato europeo per poter votare. Viva l’Italia.
Guido Maretti
GERMANIA
Vivo e lavoro a Berlino da 5 anni, pur essendo iscritto all’Aire non ho ricevuto alcuna lettera per votare. Ho chiamato più volte l’Ambasciata ma non mi rispondono.
Salvatore Maltese
*****
Sono cittadina italiana, residente in Germania da 24 anni, iscritta all’Aire. Già alle scorse elezioni europee non ho ricevuto il certificato elettorale, così questa volta ho voluto preventivamente informarmi e ho scritto al consolato di Francoforte sul Meno una mail il 21 marzo in cui chiedo di voler esercitare il mio diritto di voto. Questa è la risposta da parte del Consolato: “Gentile Sig.ra Santoro, quale iscritta AIRE Lei non è TEMPORANEAMENTE ma stabilmente residente all’estero. Le verrà spedito per posta in tempo utile il certificato elettorale e le istruzioni per poter votare di persona al seggio/sezione assegnatole. A meno che non abbia richiesto attualmente o in passato di votare per i candidati tedeschi al Parlamento europeo. In seguito pubblicheremo maggiori informazioni man mano che otterremo le relative istruzioni dai ministeri coinvolti”. Non ho mai richiesto di votare per i candidati tedeschi. Ad oggi non ho ricevuto ancora il certificato! Ho ricontattato il consolato, inviando via mail una richiesta ufficiale (ho scaricato il formulario dal sito) con in allegato la copia del mio documento. Le elezioni si svolgeranno nella mia città il 7 e l’8 giugno. Staremo a vedere, sono molto arrabbiata, vi farò sapere.
Giuseppina Santoro
SVEZIA
Vi scrivo in quanto con mio grande disappunto ho scoperto che il voto per corrispondenza per cittadini iscritti all’Aire, diversamente dalle Nazionali, per le elezioni europee non è stato previsto. La comunicazione ricevuta è quella di recarsi in un seggio organizzato presso qualche ufficio del consolato, nel mio caso situato a Malmö che dista tre ore di treno (costo andata e ritorno 70€) o due ore di macchina. Essendo le prime votazioni europee che mi trovo a fare all’estero non posso dire con certezza che questa sia una novità, ma altri connazionali mi riferiscono che é la prima volta che ricevono una comunicazione del genere che riporti tali modalità di partecipazione al voto. Trovo il fatto sconcertante e sento il mio diritto di partecipare alla votazione fortemente ostacolato, soprattutto considerando che nella più moderna Svezia il voto per corrispondenza (tra l’altro anticipato) é previsto per tutti i cittadini svedesi compresi tutti quelli residenti in Svezia.
Luca Perdichizzi
IRLANDA
Sono una donna trans e a ottobre scorso ho completato il costoso, lungo e umiliante procedimento legale per ottenere il cambio di nome e genere dei documenti. Stando il fatto che i vari Comuni coinvolti (quello di nascita e l’ultimo di residenza in Italia) ci hanno messo mesi a completare pratiche che per legge dovrebbero essere espletate il giorno stesso, la variazione dei miei dati personali è già stata comunicata all’Ambasciata locale, Dublino, da oltre un mese. L’ambasciata mi ha inviato la settimana scorsa un certificato elettorale con il vecchio nome, ormai non più valido, e per giunta pretendendo che io attraversi tutta l’Irlanda per andare a votare, piuttosto che votare per posta come ho già fatto in precedenza e/o altrove. Non andrò a votare. Tra pochi anni mi sarà possibile ottenere la cittadinanza irlandese, e voterò da cittadina irlandese.
Rebel Rossi
*****

Mi chiamo Giorgio e sono residente in Irlanda. Per tutti gli italiani residenti in Irlanda c’è la possibilità di votare venerdì 7 giugno e sabato 8 giugno presso l’istituto Italiano di cultura a Dublino. Sicuramente la maggioranza degli italiani in Irlanda vive a Dublino e dintorni ma per tutti gli altri comporterebbe ore di viaggio, come nel mio caso, e comunque affrontare anche dei costi. Mi sono chiesto come mai non si potesse votare per corrispondenza, come è successo in passato.
Giorgio Dameri

SPAGNA
Sono residente in Spagna da diversi anni ormai. Per la prima volta, non ho ricevuto le schede elettorali. Avendo cambiato casa a febbraio, pensavo si trattasse semplicemente di un ritardo nella comunicazione del nuovo indirizzo di residenza. Tuttavia, ho avuto la conferma che al mio vecchio domicilio non è mai stato recapitato nulla. Direi che è abbastanza chiaro a tutti: chi risiede all’estero non potrà votare a questa tornata elettorale.
Giuseppe Zaccaria

*****

Sono residente in Spagna, a Tenerife. Segnalo che non è arrivata alcuna scheda per poter votare.
Francesco Bronz

*****

Vivo in Spagna da anni, attualmente a Madrid e sono iscritta all’Aire. Finora per tutte le votazioni precedenti mi era sempre arrivato a casa il certificato elettorale per poter votare via posta. Quest’anno non mi è arrivato nulla. Ho guardato sul sito del Consolato italiano e c’è scritto che sarebbe stato inviato il certificato elettorale entro il 25 maggio e lì sarebbe stato riportato il seggio dove andare a votare (quindi questa volta in un seggio fisico presso il consolato). Ma purtroppo non mi è arrivato nulla, quindi non potrò votare. Grazie per il lavoro che fate!
Luisa Sisinni

*****

Sono una cittadina italiana residente in Spagna dal 2008. Ho sempre votato alle elezioni europee per i rappresentanti italiani, ma quest’anno non ho ricevuto la scheda elettorale. Seguendo le indicazioni del Consolato italiano, oggi ho richiesto il duplicato della scheda elettorale e mi hanno risposto così: “ Gentile Signora, il suo nominativo è inserito nell’elenco degli elettori che hanno optato per il voto a favore dei candidati spagnoli per le elezioni europee. Dunque non riceverà il certificato elettorale dall’Italia e non potrà votare per i candidati italiani al Parlamento europeo. Dovrà votare per i candidati spagnoli recandosi presso i seggi istituiti dal suo ‘Ayuntamiento’ spagnolo di residenza. Per eventuali chiarimenti sulla sua posizione elettorale in Spagna dovrà rivolgersi alla competente Oficina de Censo Electoral spagnola competente per la sua residenza”. Io non ho mai fatto richiesta al mio Comune di residenza spagnolo (A Coruña) di optare a favore dei candidati spagnoli. Conosco altre due persone a cui è successa la stessa cosa.
Valentina Calamia

GRAN BRETAGNA
Vivo in Inghilterra da sei anni. Non possiamo votare qui né ci è stata comunicata tramite cartolina la possibilità di votare presso il precedente comune di resistenza in Italia. Nel mio caso dovrei votare a Cagliari, ma vivendo attualmente vicino a Liverpool non ci sono voli diretti per Cagliari dal nord dell’Inghilterra. Il che significa che dovrei partire da Londra o fare scalo da qualche parte e prendere 2 (se non 3) aerei per poter votare. La beffa in questo caso è che il rimborso delle spese di viaggio arriva fino a 250 euro e quasi sempre le spese sostenute non vengono rimborsate per intero e nell’immediato. Stesso discorso vale per le elezioni comunali e regionali, ma in quel caso abbiamo sempre ricevuto la cartolina di avviso dal comune di Cagliari. Trovo inammissibile che la Sardegna sia così penalizzata (e isolata) nei trasporti aerei e che con tutte le tecnologie disponibili e di identificazione non si abbia la volontà di garantire il voto a tutte le elezioni per i residenti all’estero. Trovo inoltre inammissibile la mancata copertura di tutte le spese di viaggio per coloro che vogliono esercitare un proprio diritto.
Mario Lussu

*****

Ero così contento per le imminenti elezioni europee. Ma circa un mese fa ho cominciato ad avere dei sospetti che qualcosa non quadrasse perché generalmente le cartelle elettorali arrivano prima per chi vota all’estero, mentre io non avevo ancora ricevuto nulla. Cerco su Internet e scopro che dopo la Brexit se vuoi votare devi andare in Italia.
Doriano Calandro

*****

Sono una cittadina italiana residente nel Regno Unito da ben 17 anni e sono regolarmente iscritta all’Aire e normalmente voto da Londra (per le Politiche e le Europee fino al 2019). Alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno del 2024 ho scoperto che gli italiani residenti nel Regno Unito sono esclusi dal voto per posta o in consolato, possono solo andare a votare di persona nell’ultimo comune di residenza italiano. Come potete immaginare non tutti hanno la possibilità di viaggiare in Italia per motivi economici, fisici o lavorativi, per esempio nel mio caso. Non credo sia giusto escludere dall’elettorato più di mezzo milione di persone. La maggior parte dei Paesi europei ha trovato una soluzione dopo la Brexit, ma l’Italia ha deciso di non farlo. Basterebbe darci la possibilità di votare per posta come per le Politiche. Da parte mia ho creato una petizione e spero ancora che qualcuno possa fare qualcosa.
Mara Darwish

*****

Risiedo all’estero da 11 anni con la mia compagna, precisamente a Liverpool, in Gran Bretagna, entrambi lombardi di Varese e iscritti all’Aire. Durante le elezioni europee del 2019 abbiamo entrambi ricevuto la scheda elettorale e anche dei volantini elettorali con chiare indicazioni di voto per il Parlamento europeo. Quest’anno solo io ho ricevuto la ‘cartolina’ (un pezzo di carta sgualcito in allegato) contenente un semplice invito a recarsi in Italia per votare sia per il Parlamento europeo che per le elezioni regionali anche se in date differenti. Il volantino suggerisce la possibilità di ottenere agevolazioni per i trasporti, tuttavia non ho trovato molte altre spiegazioni sui vari siti del Ministero. Tra lavoro e impegni sarà difficile per molti italiani all’estero recarsi in Italia esclusivamente per votare.
Daniele Parisi
SVIZZERA
Sono un cittadino italiano residente all’estero e iscritto all’anagrafe Aire da quasi 15 anni. Ricevo solo il 4 giugno (si, proprio così!) una cartolina-avviso A/Eur che per le elezioni europee mi invita a recarmi al seggio elettorale del mio “ultimo Comune di residenza in Italia”.
Flavio Scarponi
*****
Il mio compagno e io viviamo a Zurigo e, essendo iscritti all’Aire, abbiamo contattato il Consolato per poter votare presso la loro sede. Ci é stato detto che in questa occasione non si può votare in Consolato o per posta ma che ci si deve recare in Italia. Ovviamente non ci é mai stata recapitata alcuna convocazione elettorale dall’Italia.
Franco E. Rocchietti
*****
Sono una cittadina italiana iscritta all‘Aire da 19 anni. Non ho mai avuto problemi per votare fino a 4 anni fa. Prima vivevo a Washington DC e poi a Friburgo, in Germania. Da 4 anni vivo a Zurigo e nonostante io sia iscritta all‘Aire non ricevo mai le schede elettorali. Per poter votare alle scorse elezioni nazionali mi sono dovuta muovere autonomamente con il mio Comune di origine in Italia, Roma. Stessa storia per queste Europee. Non rispondono alle mail. L’orario per telefonare è di un’ora al giorno. Per me che faccio il medico è molto difficile trovare il tempo in quell’unica ora, peraltro la linea è spesso occupata. Non sento il mio diritto di voto garantito.
Chiara Salabè
*****
Vorrei segnalare che in Svizzera non sono arrivate tutte le cartoline per andare alle urne. Sono arrivate a macchia di leopardo.
Gennaro Cavallo
*****
Io vivo in Svizzera. La cartolina per andare a votare mi è arrivata oggi (4 giugno) dal Comune di Cartigliano (VI) . È stata imbucata il 30 maggio. No comment.
Gianni Stefani
Aggiornato da redazione l’8 giugno 2024
Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

Arriviamo alle Europee senza confronti tv: un vero peccato. La partecipazione è determinante

next