Purché si spari (sempre e ovunque). La liberalizzazione della caccia voluta dal centrodestra, con la Lega in testa, è alle battute finali. Le manovre per stravolgere la legge 157/92, allentandone vincoli e controlli, si stanno concretizzando dopo l’annuncio, da parte dell’esponente del Carroccio, Francesco Bruzzone, di voler inserire una serie di emendamenti al decreto-legge Agricoltura. Emendamenti che, stando alle parole di Bruzzone, sono stati depositati ufficialmente in Senato. I testi, salvo sorprese dell’ultimo secondo, saranno approvati entro il 10 di luglio, termine ultimo per convertire il decreto licenziato dal Consiglio dei ministri – e spinto da Francesco Lollobrigida – in legge.

“Si tratta di una situazione di clamorosa violazione delle regole comunitarie e costituzionali, finalizzata a favorire i cacciatori, che va fermata sul nascere con l’inammissibilità degli emendamenti” hanno dichiarato, con una nota congiunta, le associazioni Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc, Oipa, Pro Natura e Wwf Italia (che insieme ad Animalisti italiani, Anpana, Cabs, Gaia, Leal e Rete dei Santuari di animali liberi sostengono la petizione de il Fatto Quotidiano che chiede di fermare la legge spara-tutto). “Sparare agli uccelli in migrazione sui valichi montani, sottrarre i richiami vivi dalle tutele della legge, impedire ai cittadini e alle associazioni la possibilità di presentare ricorsi contro i calendari venatori illegittimi sono alcuni dei contenuti degli emendamenti presentati, che nulla hanno a che vedere con le tematiche agricole e, se approvati, porterebbero allo smantellamento della normativa italiana sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia”. Quelle citate sono solo alcune delle misure che porterebbero alla deregulation dell’attività venatoria e che erano incluse nel disegno di legge di Bruzzone, impantanato in commissione Agricoltura per via dell’ostruzionismo del M5s. Salvo i valichi montani, che l’esponente della Lega ha inserito tra gli emendamenti dopo che la Regione Lombardia è stata commissariata dal giudici amministrativi, affidando a Ispra il compito di individuarli.

“La gravità di questa iniziativa è almeno doppia – continuano le associazioni – Anzitutto, siamo di fronte alla violazione delle norme comunitarie che prevedono, tra l’altro, la speciale tutela degli uccelli migratori e la sostanziale dismissione della pratica dei richiami vivi, senza considerare gli avvertimenti continui giunti dall’Europa sulla necessità che i calendari venatori siano emanati con atto amministrativo, per consentire le verifiche e nel caso le contestazioni – avvertono – Va in tal senso ricordato che l’Italia, in materia venatoria, è oggetto di una procedura di infrazione e di una procedura Eu-Pilot i cui contenuti vertono su molti dei temi implicati dagli emendamenti. La loro approvazione andrebbe addirittura ad aggravare le condizioni di inadempienza da parte del nostro Paese”.
“Poi – proseguono – c’è la violazione dei principi costituzionali che regolano la decretazione di urgenza, su cui lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto ripetutamente, ricordando la necessità di rispettare i limiti di contenuto dei provvedimenti di urgenza, evitando di utilizzarli come vettore per veicolare norme incongrue e certamente non urgenti. È esattamente il caso degli emendamenti in oggetto, che andrebbero a stravolgere, con decreto, la storica legge quadro sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia nel mentre la stessa materia è discussa in una proposta di legge ad hoc, dalla quale gli emendamenti sono di fatto estrapolati”. E infine “c’è l’aspetto più concreto, e cioè il danno materiale che conseguirebbe dall’ammissione e dall’approvazione degli emendamenti. Un danno agli uccelli migratori, patrimonio indisponibile della comunità internazionale, già sofferenti per molti motivi, e alla biodiversità in genere, anche in spregio dell’articolo 9 della Costituzione, che prevede che la Repubblica tuteli l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni”. Così le associazioni chiedono al presidente della commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, “di dichiarare inammissibili gli emendamenti e al governo di porre finalmente un argine a questo tentativo di deriva venatoria”.

Critica anche la presidente di Avs alla Camera, Luana Zanella: “Hanno perfettamente ragione le associazioni ambientaliste e animaliste a lanciare un grido d’allarme che arriva fino al Quirinale contro la sconcertante proposta della Lega, sostenuta da Fratelli d’Italia, di consentire la caccia a piacimento della piccola ma potente lobby delle doppiette. L’idea leghista, che si vorrebbe imporre per decreto legge, rompe la continuità degli anni precedenti con pratiche dettate da criteri scientifici di rispetto degli ecosistemi. I volatili, bene prezioso che appartiene alla comunità, vengono invece usati come bersaglio di una pratica ormai diventata solo un cinico divertimento. Bruzzone, il leghista proponente, ha già da tempo anticipato di voler trasferire le sue orrende e vergognose idee sulla caccia, incostituzionali e contrarie a tutta la normativa europea, nel decreto legge Agricoltura all’esame del Senato, dove cercherà di farle approvare con il sostegno della maggioranza e del governo. È vergognoso che quelle proposte, senza alcun carattere di urgenza e necessità (se non per i cacciatori) possano essere inserite in un decreto legge. Di qui anche l’appello opportuno delle associazioni al Colle. Voglio sperare che, se il 12 giugno saranno presentate, la presidenza della commissione del Senato le dichiari inammissibili, trattandole per quello che sono: una mossa disperata di Bruzzone e della Lega che, non riuscendo a farle approvare alla Camera grazie alla battaglia condotta dall’opposizione, provano a metterle sul treno veloce del decreto legge”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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