Durante un'intervista rilasciata al popolare conduttore Piers Morgan, Harvey ha negato di avere perseguitato Richard Gadd, autore e protagonista di Baby Reindeer. Ora la causa
Baby Reindeer, la serie cult che ha dominato le classifiche per settimane, potrebbe “costare” a Netflix un sacco di soldi. Il condizionale è d’obbligo perché stiamo parlando della richiesta di risarcimento chiesta da Fiona Harvey, ovvero colei che si autoidentificata come la ‘vera Martha’ della storia. L’avvocatessa scozzese ha chiesto al colosso dello streaming 170 milioni di dollari. Harvey sostiene di essere stata l’ispirazione per la creazione del personaggio al centro della serie. Dice poi di essersi mostrata in tv perché già identificata dal pubblico e accusa Netflix di inflizione intenzionale di disagio emotivo, negligenza grave e violazione del suo diritto di pubblicità.
Durante un’intervista rilasciata a Piers Morgan, Harvey ha negato di avere perseguitato Richard Gadd, autore e protagonista di Baby Reindeer. “Le bugie che gli imputati hanno raccontato su Harvey a oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo includono che Harvey è una stalker condannata due volte a cinque anni di prigione e che Harvey ha aggredito sessualmente Gadd. Gli imputati hanno raccontato queste bugie e non si sono mai fermati, perché era una storia migliore della verità, e le storie migliori portano soldi”, le parole dell’avvocato della donna riportate dal Guardian. E sono 50 i milioni chiesti per danni effettivi, altri 50 per “angoscia mentale, perdita di divertimento e perdita di affari”, almeno 50 per “tutti i profitti di ‘Baby Reindeer’” e 20 milioni di dollari di danni punitivi per avere alterato la realtà dei fatti ed essere la vera vittima della storia. Secondo la causa intentata da Harvey, dire che la serie è tratta da una storia vera è “la più grande bugia della storia della televisione” e Harvey è stata diffamata in un modo “senza precedenti”.