Laddove un tempo c'erano Macron e Merkel, oggi ci sono i presidenti di Bolivia e Zimbawue, ma soprattutto i parenti degli oligarchi al potere
Nella città natale di Putin megaschermi, ospiti illustri e sale piene. Ma questa volta non di uomini d’affari e dirigenti occidentali, ma di cinesi, talebani (ormai da un mese cancellati dalla black list degli estremisti di Mosca) e soprattutto “figli di”. È il 27esimo Spief, Forum economico internazionale di San Pietroburgo, quello che una volta chiamavano la “Davos russa”, ed è oggi il palco dei rampolli dell’élite del Cremlino.
Prima della guerra contro Kiev, per i corridoi dello Spief, c’erano Guterres, Macron e Merkel, Xi o Modi. Quest’anno, tra le delegazioni di 136 Stati invitati, solo i presidenti di Bolivia e Zimbawue, rappresentanti del governo magiaro. La svolta “multipolare”, soprattutto asiatica ed africana, a cui è stata costretta la Federazione per l’assenza degli ex partner, imprenditori occidentali, emerge già dalle denominazioni scelte per conferenze e incontri organizzati: “Impero del male: l’Ovest è riuscito a demonizzare la Russia?” o “Requiem per l’Europa: una nuova era di cooperazione internazionale”; gli interventi riguardano “filosofia e geopolitica di un mondo multipolare”, “valori e tradizioni familiari”.
Allo Spief però i politologi osservano e analizzano quella che iniziano a chiamare sempre più spesso “l’ascesa dei principi”: nel 2024 il Forum diventa il palco pietroburghese dei “figli di”. E “figlie di”: quelle del numero uno, Putin, ci saranno entrambe. Sia la 39enne endocrinologa Maria Vorontsova, che interverrà sulla bioeconomia con la ministra dell’Agricoltura Oksana Luth, sia la più giovane Katerina Tikhonova, a capo di Innopraktita, che parlerà di sviluppo militare e “sovranità tecnologica”. Del presidente c’è pure un’altra parente (lo è, almeno, secondo i risultati delle ricerche del governo britannico): Anna Tsivileva, moglie di Sergey Tsivilev, a capo del dicastero dell’energia. Gestisce un fondo destinato ai soldati che hanno combattuto in Ucraina.
Non mancherà Aleksandr, il figlio del capo di gabinetto Anton Vaino, o Roman, figlio di Boris Rotenberg, l’oligarca che da bambino faceva da sparring partner alle lezioni di judo del futuro presidente. Rotenberg il giovane è vicepresidente della Federazione russa di hockey e modererà un panel sullo sport, proprio come farà Ksenia, figlia 33enne dell’ex ministro della Difesa Shoigu.