Dalle Europee agli Europei, la strada è tutta in salita. Tradizionalmente noi italiani fatichiamo ad appassionarci alla competizione per Bruxelles, però quella che si va a disputare in Germania dovrebbe suscitare qualche entusiasmo in più.

A smorzare l’ottimismo è la cifra tecnica degli Azzurri. Ha ragione lo spagnolo “Marca”: raramente si è vista nel calcio internazionale una difesa del titolo così improbabile, quantomeno nelle premesse. Il pensiero va immediatamente al mondiale del 1986, quando Bearzot pagò pegno alla riconoscenza e presentò una squadra di reduci del trionfo di quattro anni prima, che inevitabilmente finì ben presto la sua corsa.

Spalletti invece non ha debiti con nessuno. Ha preso il posto di un Mancini che ha pensato bene di capitalizzare il prestigio del successo a Euro 2020 firmando un contratto da sceicco per allenare l’Arabia Saudita. La squadra è stata rinnovata, ma tra i volti nuovi c’è sia chi arriva sulle ali dell’entusiasmo per una stagione da incorniciare (Calafiori), sia chi prima degli avversari dovrà dribblare lo scetticismo (Retegui). L’attacco è il reparto che suscita più perplessità: tramontato Immobile ed espatriati Insigne e Bernardeschi, la candidatura più forte è quella di Scamacca, ma la scelta dei titolari appare ancora avvolta dal mistero. A maggior ragione, stupisce il taglio di Orsolini, al quale sono stati preferiti El Sharaawy e Zaccagni.

A centrocampo il punto di riferimento è Barella, che però ha qualche problema fisico, mentre a dirigere il gioco sarà ancora Jorginho, che non sta certo vivendo il momento migliore della carriera. Ha fatto bene Spalletti a convocare Fagioli, che può essere una valida alternativa e ha dalla sua il lungo riposo forzato dalla squalifica. Scelta giusta: il moralismo nei confronti di un ragazzo che ha ammesso le sue colpe e ne ha pagato il prezzo andrebbe francamente rivolto altrove, ad esempio verso certi episodi curiosi che caratterizzano ogni finale di campionato, senza che nessuno abbia da ridire. La difesa offre più garanzie, anche se i forfait per infortunio di Acerbi e Scalvini non sono incidenti da trascurare. L’altro grosso punto interrogativo è la condizione di Donnarumma, non più certo del posto da titolare nemmeno nel PSG. Vicario viene da una convincente stagione nel Tottenham, ma il ruolo non è il più adatto per l’alternanza in corsa (e anche su questo il mondiale ’86 evoca tristi ricordi, con la staffetta Galli-Tancredi che finì per logorare entrambi).

Gli Azzurri sono inseriti nel girone eliminatorio con Albania, Croazia e Spagna, per cui passare alla fase successiva non sarà certo scontato. Il primo obiettivo deve essere quello, immedesimandosi nelle liste “minori” che alle elezioni europee devono preoccuparsi innanzitutto di superare il quorum del 4%. Dovessimo lasciarci alle spalle l’ostacolo, allora la storia potrebbe cambiare. Se l’Italia non si illuderà di essere la squadra da battere, ma una mina vagante potenzialmente molto insidiosa, potrebbe diventare un brutto cliente per chiunque, anche perché le partite a eliminazione diretta sono spesso decise sul filo degli episodi. Dalle grandi opere agli eventi internazionali, arrivare all’ultimo momento è la nostra specialità e pure nel calcio ne abbiamo dato ampia prova: anche nel 1982, 2006 e 2021 non partivamo da favoriti. Speriamo che i ricorsi storici portino bene, ne abbiamo bisogno.

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