“Fu condannato a 1 anni, 11 mesi e 10 giorni con pena sospesa per atti sessuali con minore. Si decise di non ricorrere in Cassazione, c’è stato un risarcimento e il mio assistito ha ottenuto la riabilitazione. Volontariamente è stato lontano da Fano, ma da tempo è un uomo libero. Sull’opportunità di tornare non esprimo, non mi compete. Ho massimo rispetto per tutti e per le sensibilità coinvolte”. L’avvocato Gianluca Sposito, legale di don Giacomo Ruggeri il sacerdote che dopo una condanna per abusi su una 12enne ritornerà nella sua diocesi, ci tiene a precisare che “è scorretto parlare di pedofilia in questo caso” e che l’episodio per cui c’è stata condanna e che era stato documentato con un video in fase processuale “è stato ridimensionato”; tanto che la Corte d’appello di Ancona aveva attenuato la pena rispetto al primo grado.
“Poteva tornare a Fano 10 anni fa. Non spiegare questa cosa rischia di ingenerare generalizzazioni e travisamenti e creare una sorta di confino morale. Quando furono analizzati l’iPad e i telefoni non fu trovata una sola immagine” che potesse giustificare la parola “pedofilo”. Il padre della vittima, all’epoca 12 anni, informato dal vescovo del ritorno del sacerdote ha però deciso di non subire questa decisione e di raccontare le sofferenze, il disagio e lo smarrimento verso un episodio che ha provocato dolore, e ha comportato per l’allora adolescente, audizioni davanti ai magistrati e un percorso psicoterapeutico. Il ritorno di don Ruggeri sul territorio viene considerata una “enorme ingiustizia” ha detto l’uomo parlando con il Quotidiano Nazionale. “Io non rispondo alla famiglia perché ho profondo rispetto. Spiego e ricordo i fatti. Agli atti c’è anche un video del mio assistito in cui dichiarò la sua sofferenza” e, risponde a domanda l’avvocato, “non ci sono state altre denunce” contro il sacerdote.
La vittima frequentava con famiglia la sua parrocchia e il prete incontrava al lido delle Torrette di Fano dove gli investigatori, dopo la denuncia di un bagnino che aveva visto che qualcosa di strano avveniva tra il prete e la ragazzina in spiaggia, avevano piazzato le telecamere che avevano ripreso gli abusi. Dopo essere stato a Perugia e Pordenone ha chiesto di tornare a “casa” dove il vescovo Andrea Andreozzi lo destinerà a un ruolo. Ad informare la famiglia della scelta di reintegrare Don Ruggeri, è stato proprio il prelato: una decisione presa in base “al principio cristiano del perdono”.
“Lì per lì siamo rimasti allibiti, poi gli abbiamo detto cosa provavamo e che non potevamo accettarlo – ha raccontato il padre della vittima – . Ma abbiamo capito che difficilmente cambieranno idea. Così ho preso la decisione di dire a tutti che questa cosa per noi è devastante e spero di cuore che la gente comprenda il nostro stato d’animo e condivida ciò che pensiamo. Vivere con l’ansia perenne di poterlo incontrare o che, peggio ancora, possa incontrarlo mia figlia, equivale a una condanna, che certo non meritiamo”. La giovane vittima ora è una donna che ha apparentemente superato il trauma e ha una vita serena. “Con la gioia della maternità e l’amore della sua famiglia sembra aver riacquistato fiducia e una certa serenità e io non posso accettare che la nuova situazione che si sta prospettando rischi di mandare tutto in frantumi”.