“Chi mai ripagherà me e mio marito delle sofferenze che abbiamo passato?”. Sandra Lonardo, da una vita accanto a Clemente Mastella, è un fiume in piena. Quando si parla di giustizia non si può non andare sul personale: “A casa ho un album con tutti i titoli di giornali che mi hanno vomitato addosso. Le misure cautelari vanno eliminate, devono restare solo per gli arresti in flagranza”. Assolta dopo dieci anni in un processo per presunte raccomandazioni, Lonardo è candidata alle Europee al Sud con gli Stati Uniti d’Europa, convinta da Matteo Renzi e affiancata dal marito: “Insieme stiamo facendo due campagne elettorali”.
Sandra Lonardo, è vero che l’ha corteggiata Matteo Renzi?
Io non avevo più incarichi, ma ovviamente sono innamorata della politica e ho sempre offerto la mia disponibilità per favorire l’organizzazione di partiti di centro. Ogni volta che Renzi parlava con Clemente, gli diceva che ci teneva tanto che io mi candidassi. Dopodiché ha fatto anche diversi appelli pubblici per me, di cui lo ringrazio. Ma io ho deciso all’ultimo momento, dopo essermi confrontata anche coi tanti amici dell’Udeur.
Ma in politica ci si può ancora fidare di Renzi?
Io credo nelle persone e nelle parole, per me valgono più le parole degli atti scritti. Io mi fido di Renzi: se poi lui o chi per lui dovesse farmi qualche scortesia, avrò la coscienza a posto di non essermi mai risparmiata.
Meglio Renzi di Calenda?
Non amo parlare male delle persone. Dico solo che se si permette di dire cose false sulla mia famiglia, quando anche i tribunali hanno sancito che siamo persone per benissimo, è deleterio. Quindi tra Renzi e Calenda scelgo cento volte Renzi.
Suo marito le sta dando una mano?
Stiamo facendo due campagne elettorali, lui va da una parte e io dall’altra. Ma guai a dire che abbiamo “pacchetti di voti”: ma quali pacchetti? Anzi, in tanti ci scrivono e ci avvicinano millantando di avere i voti e noi li respingiamo tutti. Mio marito ha vinto a Benevento da solo contro tutto l’arco costituzionale perché parla con le persone, dà un indirizzo a tutti.
Sempre a disposizione?
Ha dato il suo numero di cellulare in diretta alla televisione e io l’ho messo sui social. Tutti ci possono chiamare. La gente mi telefona e io rispondo a tutte le ore, sono come un medico.
Tutte queste relazioni però possono essere fraintese: lei è innocente, ma presunte pressioni e raccomandazioni vi hanno portati a processo.
Quanto vomito mi è stato buttato addosso. A casa ho un album coi ritagli di giornale di quando venni arrestata, ogni tanto lo sfoglio ma poi non riesco a andare avanti. Io non mi dimisi da consigliera regionale quando fui arrestata perché sapevo di essere una persona per bene. Mio marito si è dimesso da ministro della Giustizia e chi mai lo ripagherà? Ora vedo Toti: bravo, fa bene a non dimettersi.
Ci sono delle intercettazioni pesantissime però, come si può aspettare fino al terzo grado?
Siamo innocenti fino alla Cassazione. E bisogna smetterla con le misure cautelari che privano della libertà, a meno che qualcuno non sia colto in flagranza. Ma non è possibile togliere la libertà a chi è innocente, queste misure devono saltare. Basta coi processi nelle tv solo per avere gli scalpi degli sventurati.
Allora le piacerà come si sta muovendo il governo sulla giustizia.
Sì, ma la separazione delle carriere è un disegno di legge, saranno necessari 4 passaggi parlamentari e un referendum. Quella di mio marito era una vera riforma, con le firme di tutte le sigle della giustizia.
Poi andò come andò.
Quella malaugurata inchiesta. Pensi che nel 2010 ho fatto una campagna elettorale per le regionali pur avendo il divieto di dimora in Campania. Tutto a distanza, eravamo tra i primissimi a usare i social.
E oggi?
Oggi faccio 2 o 3 comizi al giorno, scrivo fino all’1 di notte e mi alzo alle 5. Dopo i comizi non me ne vado, mi fermo a parlare con le persone. È vecchia politica? Evviva la vecchia politica!